4- Giorno orribile

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La storia continua per cinque voti e due commenti.

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Nel capitolo precedente...

La nostra protagonista affronta il secondo giorno di scuola, con entusiasmo all'inizio ma poi andando in bagno succede l'unica cosa che non doveva succedere, un bacio, un bacio con Edgar, la fine, anzi, non è mia iniziata.

A casa di Rosaline Edgar le dice che non doveva baciarla, le dice che sono solo amici, Edgar va via da casa sua e la ragazza va in bagno a ferirsi.

Buona lettura

Sempre le sei e mezza, solo al terzo giorno e già odio la mia scuola, odio Edgar, si è preso gioco di me, prendo la sveglia in mano e la lancio a terra per farla smettere di suonare, la cosa funziona.

Mi alzo goffamente dal letto e mi dirigo al bagno, mi guardo allo specchio e i miei capelli stanno da schifo, i polsi, i polsi, non ne parliano uno nero e pieno di tagli e l'altro solo con tagli, le mie coscie sono piene di tagli anche loro, mi sono rovinata ed è solo il trìerzo giorno, devo anche delle spiegazioni a Tiff per via che me ne sono andata via di scuola senza avvertirla, sarà arrabbiata, ma non la voglio perdere, è la mia unica amica, la prima amica,

esco dal bagno e prendo dei cerotti e garze da mettermi per coprire lo scempio che è avvenuto sul mio corpo e ritorno in bagno con mille cose, mi tolgo i pantaloncini e la maglia,

sono in intimo davanti allo specchio,

inizio a mettermi i cerotti sotto il ginocchio, un paio sulla coscia e uno più piccolo sul ginocchio, poi inizio a mettermi le fascie sui polsi, non so che scusa inventare, poi sulle coscie cerco di metterle ma il tentativo fallisce miseramente e così rinuncio, mi infilo la gonna e la maglia, alcuni tagli si notano da sotto la gonna, me ne frego come pure per i polsi si vedono le bende e non mi interessa.

Scendo le scale in fretta, sono in ritardo -Ciao- urlo e prendo la mia cartella e mi infilo la giacca della scuola e chiudo la porta alle mie spalle.

Corro come una poveretta per arrivare in orario a scuola e a un metro di distanza dal cancello vedo Tiffani con le braccia incrociate, le dovrò spiegare tutto, non proprio tutto ma alcune cose.

-Ciao Tiff- le dico sorridendole e lei mi abbraccia, non mi sarei aspettata questa reazione -Mi dispiace- le dico abbracciandole -Edgar è uno stronzo, non ti merita- mi dice staccandosi da me -Guardati, ti sei rovinata per colpa sua, non deve mai più succedere- mi dice sorridendomi ed io annuisco poi mi prende per mano e con passo svelto ci avviamo all'interno dell'edificio.

Si è accorta delle mie ferite, come fa a sapere che Edgar mi ha...rifiutato? Che lui gliel'abbia detto, sono più che semplici amici? Perchè sto pensando questo della mia amica?

Io mi fido di lei.

                        Anche se la conosco da pochi giorni,

                                                So di potermi fidare di lei.

Ritorno alla realtà e Tiff mi conduce alla palestra della scuola dove lì c'è il prof che ci aspetta -Andate a cambiarvi e tornate- ci dice -Va bene- rispondiamo contemporaneamente ma nello spogliatoio che non ho portato i vestiti per cambiarmi -Non ti cambi Rossy?- mi chiede stupita infilandosi i pantaloncinoi blu -Ho dimenticato la roba- le dico appoggiandomi al muro sistemandomi i capelli rossi 

-Sono pronta, andiamo- mi dice Tiff sorridendo e così andiamo in palestra dove i nostri compagni stanno correndo per riscaldarsi e Tiff si aggiunge a loro ed io prendo una sedia e mi siedo per fare un po' il supporto a Tiff ma per la mia gioia qualcono mette le sue mani sui miei occhi ed io metto le mie mani su queste per capire chi è e sento le labbra della persona sul mio collo, sul mio succhiotto e inizia a lasciaremi baci 

e grazie a quel gesto capisco di chi si tratta e afferro le sue mani che sono sopra ai miei occhi, muovo la testa a destra e a sinistra per scollarmi le sue sudice labbra dal succhiotto che mi ha fatto e mi giro per ritrovarmi faccia a faccia con Edgar, cazzo, i suoi occhi tremendamente grigi, quanto sono belli, 

si avvicina alle mie labbra ma io mi sposto e gli dico acidamente -Non dovevi baciarmi- e poi mi alzo dalla sedia per sedermi per terra a gambe incrociate con la schiena contro il muro e a fissare Tiff che rincorre un nostro compagno di classe e mi scappa un sorriso poi ritorno a fissarli

-Cosa non dovevo baciarti?-

dice Edgar facendomi ritornare alla realtà -Ieri mi hai detto chenon dovevi baciarmi- dico avvicinandomi le ginocchia al petto e lui si siede di fianco a me, anzi abbracciato a me e mi sossurra -Mi dispiace- e  mi bacia il collo e rimaniamo così per un po' poi mi chiede

-Perchè quei cerotti e bende?-  mi chiede mettendosi davanti a me, mi costringe a guardarlo fisso negli occhi grigi tenendo il mio viso tra le sue mani ma io cerco di evitare il suo sguardo -Perchè, che problema c'è?- mi chiede con un tono di voce dolce -Nessun problema, niente che ti riguardi- gli rispondo evitando che i miei occhi rosa incontrino i suoi grigi, Edgar si avvicina al mio orecchio

-Scusa se quelle parole ti hanno portato a questo- mi sussurra toccando delicatamente le fascie che avvolgono una mia coscia e un lungo brivido mi attraversa l'intera schiena, ha capito tutto, come, perchè? E' come se lui mi leggesse la mente, le mie mosse, come fa?

• la campanella suona • 

Mi alzo goffamente e mi avvio per andare in classe senza aspettare Tiff, tanto mi ricordo la strada.

Manca poco e arrivo nella mia classe, salgo la rampa di scale e davanti a me vedo la scena più brutta di tutta la mia vita, rimango parallizzata in mezzo al corridoio,

la colonna,

la colonna dove ero appoggiata il primo giorno di scuola,

il primo giorno che incontrai Edgar,

rovinata,

lui, lui sta baciando un'altra ragazza,

perchè non sono io quella con le spalle al muro,

perchè non sta abbracciando me,

perchè non mi sta baciando,

io, io, non so più cosa pensare,

poi qualcuno mi abbraccia da dietro -Mi dispiace- mi sussurra Tiff

-Perchè non ti ho aspettata? Perchè sono voluta andare da sola, perchè ho dovuto vedere tutto questo? TIFF PERCHE'?-

e poi scappo in bagno per non piangere davanti a mezzo mondo, entro in un bagno, chiudo la porta "a chiave" e le lacrime iniziano a scendere e non hanno intenzione di fermarsi, vorrei sparire dalla faccia delle Terra, maledetta quella ragazza dai capelli lunghi e neri, più bella di me, più magra di me, perfetta al confronto di me.

Continue...

Ricordo:

la storia continua per cinque voti e due commenti.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora