11-Giro della "casa"#3° giorno

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Prima di cominciare il capitolo vorrei ringraziarvi per le 1,2K di visualizzazioni, Wow, non me lo sarei mai aspettata un traguardo così alto in così poco tempo. Veramente, grazie mille, vi amo♥

La storia continua per cinque voti e due commenti.

Instagram: amyunicorno

Nel capitolo precedente...

Edgar ha portato la nostra protagonista nella loro stanza dei giochi dove Rosaline è stata legata sul letto, era paralizzata ed Edgar poteva fare ciò ce voleva ma si è limitato a baciarla ma il tutto viene interrotto da Derek che vorrebbe la nostra protagonista per divertirsi un po' con lei ma Edgar si arrabbia e manda via il "collega" dalla stanza poi slaccia le cinghie e porta Rosaline nella loro stanza, dove il ragazzo ordina alla ragazza di lavarsi e quest'ultima ubbidisce ai suoi ordini.

Quando Rosaline aveva finito di lavarsi il ragazzo entra in bagno e le da un asciugamano poi quando va in camera le da mutande, reggiseno e una mega felpa da indossare. Dopo aver mangiato un panino Rosaline si stende sul letto ed Edgar di fianco a lei.

Buona lettura <3

Vengo svegliata da una mano che accarezza la mia pancia e in più la persona di fianco, anzi attaccata a me si sta strusciando sul mio sedere, ma che cazzo?! Ma perché?! Decido di girarmi e quando lo faccio Edgar mi avvicina a lui ancora di più, ho il seno schiacciato contro il suo petto, chiudo gli occhi perché sono troppo imbarazzata -Apri gli occhi Rosy- mi dice Edgar con la stanchezza addosso ed io faccio ciò che mi ha chiesto, apro gli occhi per ritrovarmi il suo viso vicino al mio, che palle, gli do un bacio a stampo come se gli avessi letto la mente perché quando stacco le mie labbra dalle sue gli si forma un sorriso

-Buongiorno Rosy- mi dice dandomi un bacio sulla fronte ed io mi alzo da letto e vado in bagno a darmi una rinfrescata al viso, quando ritorno in camera Edgar si è riaddormentato, mi avvicino a lui e con voce dolce e seducente gli sussurro -Ti vado a prendere qualcosa?- e lui mi annuisce, mi allunga la chiave ma prima di lasciarmela tra le mani, si siede sul letto e sbuffa portandosi dietro i capelli -devi metterti queste, ordini del capo- mi dice pendendo un paio di "manette" da mettere alle caviglie per impedirmi di fuggire.

Resto in piedi ed Edgar è in ginocchio davanti a me con quella cosa in mano -Non stingerò molto- mi dice mettendo la prima "ferma caviglia" intorno alla mia caviglia, poi la chiude con un lucchetto ed io noto che sta guardando verso l'alto, verso le mie mutandine e così metto la mano sulla felpa e l'abbasso ma tengo le mani lì per sicurezza e lui finisce il lavoro -Ora vammi a prendere qualcosa da mangiare- mi dice dandomi un bacio sulla guancia -Ma dov'è la cucina?- domando appoggiandomi al muro prima di cadere -Dopo l'ufficio del capo- mi dice e apre la porta della camera -Prendi anche qualcosa per te. Fai in fretta che ho una sorpresa per te- mi dice dandomi una pacca sul sedere ed io faccio due passi in avanti barcollando e poi chiude la porta.

Mi guardo alla mia destra e alla mia sinistra; solo un'infinità di porte, inizio a percorrere il lungo corridoio con quelle catene/manette alle caviglie che mi fanno barcollare, sembro stupida, dopo un po' di tempo arrivo davanti all'ufficio del capo e proseguo ancora per poi trovare una porta con scritto 'Cucina', entro alla stanza, non c'è nessuno, devo arrangiarmi, come sempre, mi avvicino barcollando verso il frigo, lo apro e trovo una marea di verdura e frutta, prendo due mele, chiudo il frigo ed esco dalla cucina.

Ripercorro il lungo corridoio fino alla mia camera, apro la porta e trovo Edgar seduto sul letto impaziente, di cosa lo sa solo lui, -Mi togli ste cose?- gli chiedo appena chiudo la porta alle mie spalle, lui si avvicina, si inginocchia e mi libera le caviglie -Ho portato queste- dico facendogli vedere le due mele, mi sorride in approvazione e ne prende una e l'addenta e lo stesso faccio io.

Finita la nostra "colazione" mi ricordo che Edgar aveva una sorpresa per me ma anche se l'idea mi spaventa gli domando -Qual' era la mia sorpresa?- ma era meglio non chiedergli niente a riguardo, non sapevo a cosa andavo in contro, si alza da letto e prende dei vestiti dal primo cassetto, e li appoggia sul letto -Mettili- mi dice, io lo osservo; una gonna marrone a vita alta, una camicia bianca a maniche lunghe e collo alto, paio di guanti sempre bianchi e un nastrino rosso.

Devo obbedire per sopravvivere.

Mi sfilo la felpa e la appoggio sul letto, sono di nuovo in intimo davanti ad Edgar ma devo superare questo "step", prendo la gonna e la infilo, mi sta a pennello, è abbastanza corta, mi arriva appena sotto il culo, poi metto la camicia e la infilo dentro la gonna, poi metto i guanti e come sempre le ciabatte per stare "comodi", sono pronta -Fai una giravolta- mi dice mordendosi il labbro inferiore, mi sta mangiando con gli occhi ed io ubbidisco -Ora andiamo a fare invidia agli altri- dice prendendomi per mano e portandomi fuori dalla camera, chiude la porta a chiave e iniziamo a camminare per il lungo corridoio fino ad arrivare dalla stanza del capo, la superiamo, perchè? Ha detto che voleva fare invidia a qualcuno, forse ai suoi "colleghi"? Continua a tenermi per mano e sento le vertigini, oddio che mi succede? Mi riprendo in fretta e fortunatamente riesco a tenere il passo di Edgar.

Ci troviamo davanti a una porta "Bar", perfetto, perchè mi vuole portare al macello? -Non ti toccheranno, se non gli do il consenso io e questo non succederà- mi dice prima di aprire la porta, e la prima cosa che mi invade è il fumo, una nube di fumo davanti a me, faccio fatica a respirare, il fumo ha invaso le mie narici e polmoni, tossisco cercando di eliminare quella sensazione orribile ma attirai l'attenzioni di tutti, nessuno escluso, tutti mi stavano fissando, perchè mi sono vestita da cameriera?

Per sopravvivere.

-Ma che bel bocconcino-

-Un nuovo bellissimo arrivo -

-Ottima scelta Edgar-

-Ce la presti per poco?-

-Torniamo in camera?- gli sussurro all'orecchio -Perchè, qui non ti piace?- -No, voglio andarmene, non mi sento bene- gli dico cercando di convincerlo a portarmi in camera -Restiamo ancora un po', siamo appena arrivati- mi dice prendendomi per mano e ci andiamo a sedere in un tavolo, e un ragazzo si avvicina al nostro tavolo Edgar, dove l'hai trovata una così?- chiede il ragazzo sedendosi di fianco a me ma Edgar mette un braccio intorno alla mia spalla in segno di proprietà,delineare ciò che è suo.

Non mi sento tanto bene, ho le vertigini, non so per quanto ancora potrò resistere, questo posto mi da alla nausea, voglio andarmene, mi sento accaldata, mi sento bruciare, non è un buon segno.

-Edgar- gli dico prima di perdere i sensi e finire sul pavimento del bar, priva di sensi in mezzo a quei ragazzi.

...

Mi risveglio sotto le coperte nella mia stanza, ho un panno umido sulla fronte, merda, la febbre, ottimo, proprio adesso dovevo ammalarmi, sgrano gli occhi a causa della luce del lampadario, sento sopra di me del peso, alzo la testa ed Edgar è coricato sopra di me, bene, almeno si è "preso cura" di me quando ho perso i sensi, sono ancora stanca, voglio riposare ancora, mi rimetto a posto e chiudo gli occhi.

*

Blow a kiss, fire a gun

We need someone to lean on

Blow a kiss, a fire gun

All we need is somebody to lean on

*

Ricordo:

la storia continua per cinque voti e due commenti.

E scusatemi per il ritardo.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora