5-Mattinata orribile

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La storia continua per cinque voti e due commenti.

Instagram: amyunicorno

Nel capitolo precedente...

La nostra protagonista dopo le lesioni che si è procurata, Edgar forse ha capito ciò che è successo? Ma Rosaline ha accennato ciò che era successo il giorno il prima, ma dato che questo non bastava per renderla infelice, vede Edgar baciarsi con un'altra ragazza.

Ed ora si trova in bagno...

Buona Lettura

Non so cosa fare, non so cosa pensare, Edgar, Edgar, maledetto, ed io che ho creduto alle tue parole, ogni singola parola che mi ha sussurrato all'orecchio, io,io, non so se odiare lui o me stessa perchè gli ho creduto, credevo di piacergli, i miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Tiffani -Rossy dai, apri la porta- dice battendo i pugni sulla porta -Voglio solo restare sola, ti prego- le dico trattenendo le lacrime -No, ora vieni con me. Apri quella cazzo di porta e Rossy, non farmi arrabbiare-

Sentite le parole dure di Tiffani mi decisi di aprire la porta, la apro e vedo sul volto della mia amica tristezza, rabbia,

-Dai, andiamo in classe- mi dice Tiff sorridendo ed io mi butto fra le sue braccia e lei di conseguenza mi abbraccia, trattengo le lacrime e per evitare questo mi do pizicotti sui palmi delle mani, mi stacco da Tiffani e sforzo un sorriso e con il palmo della mano mi asciugo le lacrime che sono rimaste sul mio viso -Se vuoi ci torniamo all'intervallo- dice Tiff ridendo e la sua risata contagia anche me e così ci siamo messe a ridere,

mi prende per mano ignorando che è rossa e piena di segni dei pizzicotti e mi porta in classe, passiamo n mezzo ai banchi ed io con faccia disgustata mi siedo accanto ad Edgar e Tiff davanti a noi, devo stare calma, respira, stai calma, rilassati,

*respiro profondo*

Edgar si gira verso di me e mi sorride ed io non riuscendo a contraccambiare porto i miei indici agli angoli delle mie labbra e porto su formando un sorriso strano e lui inizia a riìdacchiare, ma lui non capisce che sto male, che mi ha fatto male, perchè gioca con me?

-Tutto ok?- mi chiede allungando il braccio verso di me ma io lo allontano e sulla sua faccia si forma una smorfia di stupore, -Ma che hai Rosy?- continua a insistere -Per te sono Rosaline- gli dico e quando lui stava per rispondermi entra un prof, solo Dio sa come lo sto adorando in questo momento,

-State comodi, la prof oggi è assente, fa delle cose da fare- ci avverte il prof ed Edgar si avvicina a me e mi sussurra -Chissà che cosa deve fare- mi dice con voce maliziosa e ridacchia, io non rido, non l'ho sentiro, non ho afferrato il doppio senso, non lo sto ascoltando.

-Hey, hai sentito cosa ti ho detto?- mi chide insistente Edgar, mi giro verso di lui e gli dico -Non mi interessa niente. Non mi importa di te- gli dico con tono freddo. Lui mi afferra il polso ed io stringo i denti per il dolore troppo forte e cerco di resistere alla tentazione di urlare a squarcia gola

-Allora, devi smetterla di farti male, di fare la cretina e soffrire per me. Io sono fatto così, vado da ragazza a ragazza dunque non voglio vederti soffrire-

poi inizia ad allentare la presa che ah sul mio polso ed io giro il volto per non vederlo, non so cosa rispondergli, non voglio risordergli.

Il polso è libero e sento una forza che mi spinge verso i lui, sta cercando di abbracciarmi, non so cosa fare, mi lasci abbracciare? rifiuto?

Troppi pensieri frullano nella mia testa che non riesco a decidermi e così Edgar mi abbraccia e mi accarezza i capelli con l'altra mano, perchè con lui mi sento bena, protetta, come se nessuno mi potesse fare del male, ma la persona che me lo procura è lui, proprio lui, la persona della quale mi sento al sicuro solo standogli vicino.

Non so cosa pensare, mi sto facendo abbracciare dalla persona che fino a due minuti fa odiavo mentalmente, ma che mi fa sentire bene e al sicuro, perchè ho tanti problemi?

-Mi dispiace di nuovo- dice prima di lasciarmi andare ed io senza pensarci due volte lo abbraccio a mio volta e lo bacio sulla guancia -Grazie- gli dico, ma non ha senso, perchè lo sto ringraziando?

• la campanella suona •

Mi alzo e porto Tiff in bagno

-Non ce la faccio più, me ne torno a casa- le dico quasi in lacrime -Ma perchè? Resta- dice cercando di convincermi, cerca di abbracciarmi ma io la allotano -Se mi abbraccio scoppio a piangere- le dico sorridendo e Tiff annuisce,

-Lo odio ma bib riesco a starci lontano, perché?- le chiedo arrabbiata -Ma è lui che viene sempre da te- -Lui vuole solo giocare ma io non voglio- le rispondo -Ora torno a casa, bel mio amato bagno, von la mia amata lametta, con le mie lacrime, con i miei occhi rosa pieni si dolore, con i polsi e cosce piene di tagli, di storie da raccontare di ogni giorno della mia vita. Ionon ce lafacciopiù- le dico infine uscendo dal bagno, senza darle la possibilità FI rispondermi, me ne torno il classe, ignorando tutti, prendo la mia cartella e attraverso il corridoio facendomi strada tra le persone, raggiungo le scale e scendo al piano terra, esco dalla grande porta della scuola, attraverso il cortile, prima di aprire il cancello mi giro osservando il grande edificio, lo apro e corro per tornare a casa von le lacrime che mi bagnano il viso.

...

Sono seduta sul mio solito sgabello con in mano la mia arma di distruzione di ogni cosa, da dove iniziare, dai polsi o le cosce? Inizio a tracciare linee perfette sulle mie cosce già rigate, il mio corpo, la mia tela di depressione, di dolore e di rabbia, poi passo ai polsi che solo talmente pieni di tagli che non c'é più posto per altri tagli nuovi, così passo la lametta sui tagli vecchi per riaprirli, e il langue inizia a scendere, macchiare le mie mani, le cosce e i polsi macchiati di sangue rosso,

apro il rubinetto della vasca da bagno e attendo che si riempi di acqua calda, mi spoglo ed entro, mi netto comoda nella vasca e l'acqua calda rilassa i miei muscoli però mi da fastidio sui taglie e mi provoca un po' di bruciore e dopo poco l'acqua diventa rossastra a causa del sangue e rimango lì, ferma a pensare.

~So che qualcosa sta cambiando,

Non so cosa, ma qualcosa di strano, di cattivo mi accadrà,

Non so quando o perchè però so che succederà.~

Ricordo:

la storia continua per cinque voti e due commenti.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora