Se c'era qualcosa che proprio Manuel non capiva era il modo in cui Simone aveva di mangiare alcuni cibi.
Il ragazzo poteva essere definito "schizzinoso" a tavola e lui lo prendeva bonariamente in giro senza esagerare troppo.
"Dai amo' sul serio?!" aveva stizzito beccandosi un'occhiata torva "ma perché secondo me nun c'ha senso" nel frattempo si era allungato con le gambe sul tavolino davanti alla tv sperando che il cestino di frutta che teneva in grembo non si rovesciasse.
"Allora togli sti piedi!" era stata la risposta di Simone e prontamente lo aveva scacciato in malo modo.
"Stai a scherza ve'?"
"Non sto scherzando" esclamò serio "le cose stanno così" si impuntò capriccioso come un bambino a cui veniva negata una caramella.
Manuel lo fissò sbalordito dal suo atteggiamento poi scoppiò a ridere facendolo di conseguenza andare su tutte le furie.
"Guarda che così me fai arrabbia' " sputò fuori mentre assumeva un evidente rossore di rabbia sulle guance pallide.
Manuel, invece, ripeté la frase scimmiottandolo divertito.
"Fottiti"
"A quello ci pensi tu" replicò Manuel sfidandolo ancora sempre più preso in quello che per lui era un giocoso battibecco.
Appena udite quelle parole, Simone scoccò un'occhiata gelida, che l'altro avvertì penetrargli nelle ossa, dopodichè si girò dandogli le spalle mentre sistemava un cuscino tra di loro come spartiacque.
"Amo' stavo scherzando dai" il tono canzonatorio fu sostituito da uno più basso e dolce.
Simone, però, si scansò e ancora infastidito alzò il volume della televisione di fronte a loro.
"Che palle non mi ignorare" il suo brontolio era appena cominciato "non puoi fare così ogni volta" aveva continuato a lamentarsi invano.
Simone nel frattempo aveva corrucciato la fronte e assunto un'espressione di serio cipiglio sul volto.
Lui continuò a parlare mantenendo lo stesso miele al posto della voce tuttavia le sue parole non suscitarono alcun interesse e anzi fu scacciato di nuovo quando cercò di avere un contatto fisico con lui.
Manuel sbuffò rassegnato senza farsi udire per poi prendere dal cestino della frutta una delle albicocche precedentemente lavate.
Il volume alto della televisione catturò completamente l'attenzione di Simone che, mangiucchiandosi un'unghia, fissava imbronciato le immagini sullo schermo.
Qualche minuto dopo il suo ragazzo lo ridestò porgendogli ciò che aveva innescato la discussione.
L'albicocca sbucciata passò dalle dita appiccicose di Manuel a quelle di Simone come in un perfetto passaggio di testimone.
"E non dì che nun t'amo" Manuel aveva pronunciato quella frase per poi proseguire nel proprio lavoro.
Simone rimase immobile a realizzare e si concesse qualche istante per osservare la scena nonostante avesse il frutto maturo tra le mani.
Manuel, a petto nudo tra l'altro,che si passava continuamente il dorso della mano sulla fronte imperlata di sudore mentre si dedicava con estrema concentrazione a sbucciare quelle piccole albicocche dalla buccia arancio-rossastra cosparsa di macchioline irregolari.
Il labbro inferiore veniva costantemente inumidito da quella veloce lingua, gli occhi ridotti a meticolose fessure e i riccioli disordinati solleticati dal ventilatore scrauso di fianco.
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Fire on fire - Simuel
FanfictionFire on fire, una raccolta di one shots, racconti e tutto ciò che mi passa per la mente riguardanti Simone e Manuel.