12. Quant'è bella quella Rosier

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La partita era cominciata da un po' oramai e, cosa ancora più bella, eravamo in vantaggio di venti punti. Vidi un bagliore dorato vicino ad Alexander, gli urlai di non muoversi e mi fiondai verso il Boccino. Con la coda dell'occhio vidi un il Battitore di Grifondoro lanciare un Bolide verso Alexander. Sebbene temessi per la sua incolumità continuai il mio volo, volevo dimostrare a tutti che quest'anno nessuno ci avrebbe battuto. Ma venni sbalzata di lato. Un dolore lancinante mi percorse il braccio sinistro focalizzandosi poi nella spalla. Urlai per il male ma proseguii, dovevo prendere il Boccino a tutti i costi. Cominciò a girarmi la testa ma sentii distintamente un altro urlo unirsi al mio. Mi distesi sulla scopa tentando di tenermi aggrappata mentre con il braccio destro tentavo di prendere la pallina dorata. Lily non c'era, era alquanto strano ma decisi di proseguire. Cominciai a piangere per il dolore, non riuscivo più a trattenermi.
D'improvviso, però, strinsi tra le dita il Boccino. Sorrisi leggermente sentendo il fischio di fine partita ma poi le palpebre si fecero pesanti. Scivolai dalla scopa e, pochi istanti dopo, sentii qualcuno stringermi. Con le palpebre praticamente chiuse vidi un ragazzo dai capelli castani fin troppo scompigliati.
«Adesso ti salvo io.»

Una fitta al braccio mi fece risvegliare, mugugnai di dolore e aprii gli occhi. Era notte e mi trovavo in infermeria, guardai il braccio e mi resi conto che era tutto fasciato. Mi tornò in mente la partita di Quidditch e il Bolide che mi aveva colpito, non ricordavo però chi mi avesse portato in infermeria. Mi misi a fissare una delle finestre, amavo vedere le gocce di pioggia infrangersi sul vetro. Un lampo e il successivo tuono mi fecero sobbalzare, non avevo paura del temporale, anzi, ma mi aveva colta di sorpresa. Alzai di poco il busto ma la testa cominciò a pulsare, anche il mal di testa adesso!
Con la coda dell'occhio vidi la porta aprirsi lentamente e una persona sgusciare dentro. Con il braccio buono strinsi a me la coperta del letto. Erano orribili le lenzuola bianche, davano una sensazione di vuoto. C'era una candela accesa sul comodino ma non servì a farmi capire chi fosse l'intruso.
«Chi sei?» mormorai preoccupata.
«Sei sveglia allora.»
Oh, era James. Stare in un luogo semibuio con lui non era proprio una buona cosa, ricordavo perfettamente quello che mi aveva fatto nella penombra durante i provini di Quidditch. Quasi quasi avrei voluto che lo rifacesse, giusto per tirargli qualcosa in testa.
«Vuoi infierire anche quando sono segregata in infermeria?»
«Volevo... volevo solamente chiederti scusa. Non volevo colpire te ma Nott.»
Allora era stato lui, non suo cugino! Lo guardai infastidita, mi aveva fatto del male e pretendeva che accettassi le sue scuse? Sbuffai vedendolo avvicinarsi. Era Caposcuola eppure era il primo ad infrangere il coprifuoco.
«Senti, è il tuo compito colpire gli altri, non importa.»
Cosa avevo appena detto? Lo avevo scusato? Mi diedi mentalmente della scema. James parve sorpreso ma fece un piccolo sorriso divertito. Lo osservai mentre si accomodava accanto a me, su una sedia. Gli facevo così tanta pietà da obbligarlo a farmi compagnia? I nostri sguardi si incontrarono e, per un paio di secondi, rimanemmo a fissarci. Distolsi lo sguardo imbarazzata.
«Riposati, ne hai bisogno» disse lui, fissandosi le mani.
«Con te vicino non ci riesco» sbottai.
«E come mai?» chiese malizioso.
«Non perché tu sia bello.»
Oh cavolo, cosa mi stava prendendo? Gli avevo appena detto che era bello! Sperai che la sua grande stupidità non glielo facesse capire. Ovviamente, però, erano tutte false speranze.
«Quindi Alicia Rosier mi trova bello?»
Perché i due neuroni che aveva in testa connettevano sempre nei momenti sbagliati? Voltai la testa dall'altra parte, cercando di non mostrargli il rossore che imporporava le mie guance.
«Vattene subito» borbottai.
Sentii la sedia spostarsi e dei passi indirizzati verso la porta. Avrei voluto fermarlo per dirgli che sì, lo trovavo davvero bello ma non lo feci. Pochi istanti prima che chiudesse la porta dietro di sé lo sentii mormorare.
«Quant'è bella quella Rosier.»
Arrossii ancora di più e affondai il viso nel cuscino. Stavo sorridendo come un ebete.



Angolo Autrice_

Perdonate la lentezza ma in questo periodo mi sto concentrando di più sull'altra storia e sulla lettura. Spero possiate comprendermi.

Un saluto,

Greta.

Figlia di Mangiamorte »James S. PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora