21. Le voci corrono

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Tutto il mio coraggio da Grifondoro era andato a farsi fottere proprio quando mi serviva. Avrei voluto invitare Alicia ad Hogsmeade per San Valentino ma, alla fine, non avevo fatto proprio nulla. C'ero andato con una Grifondoro di cui nemmeno ricordavo il nome ma, ne ero certo, era stata a letto con me forse un paio di volte. Alicia, per quanto mi avevano detto, era andata con Albus. Non sapevo se esserne felice oppure no. Da un lato, sapere che c'era andata come mio fratello era una rassicurazione, sapevo che Al non avrebbe mai fatto nulla ad una ragazza. Dall'altro mi dava un immenso fastidio, dopotutto poteva essere comunque un mio rivale. Avrei dovuto parlarci, dovevo mettere bene in chiaro la situazione.
«Dobbiamo solo fare più punti possibili. Con la disfatta di Serpeverde della scorsa partita possiamo riuscire a salire al primo posto.»
Sbuffai sonoramente attirando l'attenzione del Capitano. Mi squadrò per bene e si avvicinò con un sorriso sornione. Quasi mi fece paura il suo modo di guardarmi.
«Qualcosa ti infastidisce? Per caso non vuoi superare Alicia?»
«Cosa centra lei adesso?» borbottai colto alla sprovvista.
«Le voci corrono James e tu non fai altro che confermarle.»
Sgranai gli occhi guardandolo malevolo. Non avevo idea che girassero certe voci, non avevo idea di come avessero fatto a sapere della mia 'attrazione' verso la Serpeverde. Mi venne in mente, poi, che il giorno dell'ultima partita l'avevo riportata a scuola sulla sua scopa con lei dietro di me. Mi vennero i brividi ricordando le sue braccia strette attorno al mio busto e la sua testa poggiata alla mia schiena. Mi resi conto che era meraviglioso sapere che si era affidata a me, che si era fidata di una persona che l'aveva sempre presa in giro etichettandola come 'Figlia di Mangiamorte'.
«Ora su, muoviamoci. Abbiamo una partita da vincere.»
Ci mettemmo ai soliti posti e poi, uno dopo l'altro, uscimmo all'aria aperta. Inutilmente cercai di trattenere la voglia di voltarmi verso la tribuna verde-argento. Baston parve notarmi e mi lanciò uno sguardo di fuoco. Annuii e mi concentrai soltanto sulla partita che avremmo dovuto giocare. Strinsi la Mazza fino a farmi diventare le nocche bianche e non allentai la presa finché non vi fu il fischio d'inizio.
Eravamo tutti concentratissimi e in pochi minuti segnammo cinque goal. Era così noioso giocare con i Tassorosso quell'anno! Fino al mio quarto anno avevano una squadra pressoché imbattibile e difatti aveva vinto i campionati per quattro anni di fila ma dopo i migliori giocatori se n'erano andati facendo cadere il mito dei Tassi.
Riuscii a disarcionare un Cacciatore e immediatamente ne subentrò un altro. Noi continuavamo a macinare punti attendendo il segnare del Capitano. Avevamo concordato che quando secondo lui i punti sarebbero stati abbastanza, il Cercatore poteva acchiappare il Boccino. Ovviamente se esso rischiava di venir preso dagli avversari era d'obbligo buttarsi all'inseguimento.
«Una partita davvero, emh, entusiasmante! Siamo a 180 a 40! I Grifondoro stanno davvero dando il meglio di loro stessi quest'oggi, staranno per caso mirando alla vetta della classifica?»
Baston alzò il braccio sinistro urlando il segnale. Con la coda vidi Lily partire in quarta verso un punto indistinto del campo. Continuai a colpire Bolidi a destra e a manca sentendo che i punti continuavano a salire. Più punti facevamo, più le probabilità di aggiudicarci il primo posto salivano. E dire che ero convinto di perdere la scommessa con Malfoy! Sarebbe stato così bello poter riempire di scherzi i Serpeverde per una giornata intera senza che loro alzassero un dito!
Un fischio acuto rimbombò nel Campo segnalando la fine della partita. Mi guardai attorno e vidi Lily con il braccio alzato e un sorriso smagliante in viso. Scendemmo a terra tra le urla dei nostri compagni di Casa e i fischi dei Serpeverde. Ben presto fummo raggiunti dagl'altri Grifondoro. Tutti noi sapevamo che avevamo maggiori possibilità di essere i vincitori della coppa del Quidditch.
Qualcuno mi tirò la casacca, mi voltai e vidi Alicia. Mi fece segno di uscire dalla calca e la seguii, ero sinceramente curioso di sapere cosa voleva.
«Complimenti Potter, immagino siate contenti» borbottò.
«Qualcuno è venuto a chiedere clemenza per una giornata di scherzi?» domandai.
Fece un balzo indietro rossa in viso scuotendo vigorosamente la testa.
«Non cadrei mai così in basso. Vorrei ricordarti che ci manca ancora una partita, con Tassorosso per di più. Rimarremo primi comunque.»
«E noi con Corvonero ma come dovresti ben sapere riusciamo a prolungare la partita a nostro piacimento.»
«Stupido Potter» ringhiò.
«Com'è andata l'uscita ad Hogsmeade con mio fratello?» chiesi cercando di sembrare più apatico possibile.
«Molto bene, Albus è davvero un ragazzo d'oro.»
Fece un sorrisetto che non mi piacque per nulla. Sembrava quasi prendermi in giro. In pochi istanti la vidi cambiare espressione e arrossire violentemente. Qualcuno poggiò una mano sulla mia spalla facendomi voltare, d'improvviso sentii delle labbra sulle mie. Avrei volentieri portato Miriam, perché era lei, in qualche posto appartato ma il fatto che ci fosse Alicia mi frenava. Quella avvenente Serpeverde era capace di impedirmi di fare qualsiasi cosa.
Con la coda dell'occhio riuscii a vederla. Stava scappando via.

Figlia di Mangiamorte »James S. PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora