26. Due maggio

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Sbadigliai sonoramente e poggia la testa sul palmo della mano. Quella notte non avevo dormito nulla tanto ero agitata. Sapere che avrei dovuto alzarmi in piedi al mio tavolo e urlare il nome di un Eroe non era poi male ma se si aggiungeva il pensiero di tutte le occhiatacce che avrei ricevuto mi veniva da star male. Oltretutto mi si prospettava un'altra notte in bianco. Ogni anno, la sera del due maggio, tutti i giovani maghi e streghe rimanevano svegli per commemorare i Guerrieri caduti in Battaglia. Ovviamente non era obbligatorio ma da quando ero arrivata ad Hogwarts l'avevo sempre fatto, probabilmente nessuno lo sapeva.
Inforcai distrattamente una striscia di bacon e la gustai lentamente, sarei crollata in classe, ne ero certa. Alla prima ora cos'avevo? Ah, già, Babbanologia.
«Alicia, che ti prende?» chiese Albus.
«Niente, ho solo sonno.»
Evitai il suo sguardo e mi concentrai sul soffitto della Sala Grande che in quel momento era di un bel l'azzurro con soffici nuvoloni bianchi. Chiusi gli occhi cercando di trovare un buon motivo per non saltare le lezioni. Mi stava per arrivare la grande illuminazione, ne ero certa, quando una voce attrasse la mia attenzione.
«Non chiamarla così, Fred!» ringhiò la voce di James.
«Cosa c'è di male nel dire la verità? Lei è solo una stupida figlia di Mangiamorte.»
«Smettila o mi vedrò costretto a toglierti dei punti!»
Cercai avidamente i due cugini, li trovai poco distante da me circondati da vari parenti e studenti curiosi. James aveva in viso in fiamme e i pugni stretti, lo stesso Fred. Non li avevo mai visti litigare in quel modo, si erano sempre voluti un gran bene loro due.
«Oh, adesso ti metti a difenderla? Stai ragionando con il cervello o con i coglioni?»
«Quindici punti in meno a Grifondoro e farò rapporto alla Preside.»
Sorrise perfido al cugino e uscì dalla Sala Grande, probabilmente diretto a lezione. Rimasi a fissare Fred senza parole, come poteva insultare chi aveva genitori Mangiamorte proprio quel giorno? Quando alzò la testa i nostri sguardi s'incrociarono, strinse la mascella e si avvicinò. Lo guardai confusa ma aspettai seduta che mi raggiungesse.
«Vieni fuori, Rosier» borbottò.
Leggermente titubante annuii e mi alzai. Lo seguii a pochi passi di distanza fuori dalla Sala Grande, si fermò ai piedi delle scale di marmo ed io lo imitai. Incrociai le braccia al petto e lo guardai accigliata. Era strano che proprio lui mi avesse chiamata fuori, voglio dire, mi odiava praticamente a morte! Aspettai pazientemente che si decidesse a parlare.
«Cosa gli hai fatto? A James intendo.»
«Nulla, cos'avrei dovuto fargli?»
«Perché si è innamorato di te? Così all'improvviso poi! Mi ha sempre dato man forte nel prenderti in giro ed ora mi toglie pure punti!»
Sgranai gli occhi capendo che James aveva litigato con suo cugino per proteggermi. Un senso di calore si diffuse dentro di me e mi ritrovai a sorridere. Era bello, dovevo ammetterlo, sapere che lui c'era ancora per me.
«Non lo so.»
Fred rise alzando le braccia al cielo. Mi spinse non proprio delicatamente contro il muro e tirò fuori la bacchetta magica. Molto lentamente portai la mano destra alla borsa.
«Smettila di fare la finta tonta! Mi fai schifo, non so come abbia fatto tua madre a sopportare la tua vista senza disperarsi. Sei soltanto frutto di uno sbaglio, non è vero?»
In un primo istante quelle parole mi ferirono ma poi mi resi conto che lui non era nessuno, lui era uno come tutti gli altri e non mi dovevo disperare. Era soltanto un diciassettenne con la mente di un bambino che crede ancora alle favole babbane.
«Spero che stasera saprai fare la scelta giusta.»
Con uno spintone ben assestato lo allontanai. Sperai davvero con tutto il cuore che quella sera si alzasse. Non mi interessava che lo facesse per me o per un qualsiasi obbligo, avrebbe dovuto farlo soltanto per commemorare suo zio.

«Scorpius, ho leggermente paura» gli bisbigliai all'orecchio.
«Alicia che ammette di avere paura? Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia amica?»
Ridacchiai sentendo la tensione allentarsi. Non riuscivo a capire come potesse essere così tranquillo dato doveva essere lui il primo ad alzarsi in piedi. Per un attimo mi passò per la testa l'idea di non fare nulla ma mi dissi che la McGranitt aveva fede in noi e si aspettava che dimostrassimo a tutti che non eravamo come i nostri genitori. Feci un paio di respiri profondi e lasciai cadere la forchetta sul piatto, non avevo più fame.
Pochi minuti dopo i piatti d'oro sparirono e la Preside si alzò in piedi. Lanciai un'occhiata a Scorpius e lo vidi sedersi più dritto, leggermente più pallido del solito in viso. Nella Sala Grande scese il silenzio.
«Vi ringrazio. Tutti noi sappiamo che giorno è oggi. Esattamente venticinque anni fa, proprio in questa scuola si è combattuta la Seconda Guerra Magica. Harry Potter riuscì a sconfiggere Lord Voldemort dopo essersi sacrificato e ciò portò alla vittoria, alla nostra vittoria. Dopo anni è arrivata finalmente la vera pace e i pregiudizi sono stati abbattuti. Dobbiamo molto al vecchio Trio d'oro ma non possiamo tralasciare tutti i Maghi e le Streghe che hanno dato la propria vita per rendere il mondo migliore. Pure loro hanno supportato la causa combattendo e sono morti da Eroi. Vi invito, quindi, a spendere un paio di minuti per una preghiera silenziosa.»
Tutti gli insegnanti abbassarono la testa e cominciarono a mormorare, li imitammo tutti noi studenti. Sentivo il cuore accelerare ad ogni singola parola, allungai la mano verso quella di Scorpius e non appena la individuai gliela strinsi. Era gelida. Alzammo la testa nello stesso istante, vidi Alexander, Melvin, Faith e Alexia fare lo stesso. Volgemmo lo sguardo verso la McGranitt.
«Ricordiamo» disse la Preside.
Scorpius si alzò.
«Albus Silente!» urlò.
Tutti volsero lo sguardo verso di lui. Certi stupiti, meravigliati, altri titubanti. Mi alzai.
«Severus Piton!»
«Charity Burbage!» esclamò Alexander.
«Alastor Moody!» urlò Alexia.
«Rufus Scrimgeour!» disse Faith.
«Amelia Bones!»-gridò, un po' esageratamente, Melvin.
Per un orribile istante nessuno disse nulla poi vidi Albus alzarsi, gli occhi verdi pieni di lacrime.
«Sirius Black!»
Lily, sua sorella, si alzò. Sorrideva leggermente, forse commossa, e aveva i pugni chiusi.
«Lily Potter!»
Portai una mano alla bocca quando vidi James alzarsi. Mi sorrise leggermente e senza distogliere lo sguardo fece un nome.
«James Potter!»
Hugo Weasley si alzò dalla panca del tavolo di Tassorosso.
«Emmeline Vance!»
Vidi Fred alzarsi e volgere lo sguardo verso di me.
«Fred Weasley!»-esclamò.
Scattò in piedi pure Rose e nonostante la odiassi in quel momento la ringraziai mentalmente per la sua buona volontà.
«Nymphadora Lupin!»
Jack Maller, il Cercatore di Corvonero, si alzò.
«Remus Lupin!»
Per i due minuti successivi si susseguirono un numero imprecisato di nomi. Alla fine era andato tutto bene, era stato bello vedere tutti quei sorrisi bagnati dalle lacrime. Vedere James in piedi, poi, era stata davvero la ciliegina sulla torta, non me lo sarei mai aspettata. Incrociai di nuovo il suo sguardo, questa volta mi sorrise più apertamente.
Mi colpì una consapevolezza: lui non si era ancora arreso.

Angolo Autrice_

Zalve! Nuovo capitolo, tadannn! Mi piace troppo, non so perché. Mh, forse perché finalmente tutti quei figli di buona Umbridge capiscono che anche se si ha un genitore Mangiamorte non bisogna essere discriminati.

Che altro posso dire? Spero che questo capitolo vi piaccia e -7 capitoli alla fine! Che coppie verranno a crearsi secondo voi?

See you soon!

Figlia di Mangiamorte »James S. PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora