Anche la lezione di Trasfigurazione era finita. Mi alzai dal banco e mi affrettai a rimettere nella borsa i fogli con gli appunti e il libro. Salutai Albus e Scorpius e uscii dall'aula. Avevo precedentemente deciso di fare una passeggiata fuori in giardino, dopotutto non faceva poi così freddo come i mesi passati. Non scesi nemmeno in dormitorio per posare il materiale, mi limitai a tirare fuori la sciarpa e a indossarla. Cercando di non farmi travolgere dagl'altri studenti mi feci strada nella Sala d'Ingresso e mi incamminai verso uno dei molti alberi del cortile di Hogwarts. Non avevo idea di che tipologia fosse ma mi piaceva molto, soprattutto per il tronco nodoso. Mi sedetti sopra ad una grossa radice e poggiai la testa contro il tronco. Stavo già premeditando un bel sonnellino quando sentii qualcuno avvicinarsi non troppo circospetto. Alzai lo sguardo vedendo James, sbuffai.
«Ciao Rosier.»
«Potter.»
Si sedette accanto a me incrociando le gambe. Si levò la sciarpa e l'arrotolò distrattamente sulla mano. Notai un leggero rossore a imporporargli le guancie e come di riflesso sentii le mie diventare bollenti. Mi concentrai per un istante sul suo viso, beandomene, fino a quando non alzò la testa e distolsi lo sguardo in imbarazzo. Era strano vederlo così silenzioso. Aspettai pazientemente che iniziasse un discorso sensato senza insulti.
«Devo parlarti.»
«Sto aspettando.»
Lo guardai perplessa e, finalmente, incontrai i suoi occhi. Rimasi a bocca aperta vedendo la dolcezza che ve ne trapelava. Mi affrettai a distogliere lo sguardo concentrandomi su un particolare fiore bianco. Non avevo idea di cosa volesse dirmi e sinceramente avevo quasi paura di saperlo. Quella sua espressione mi rendeva inquieta e mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Feci un respiro profondo cercando di calmarmi.
«Albus ti ha mai raccontato del professor Piton?» chiese.
Ricordavo perfettamente quando me lo raccontò. Era una sera di dicembre ed eravamo seduti davanti al camino della Sala Comune, Albus mi raccontò per filo e per segno ciò che gli aveva detto suo padre. Alla fine mi aveva fatto promettere di mantenere il segreto perché, in realtà, non avrebbe dovuto dirlo a nessuno. Fu una delle migliori serate del primo anno e da quel momento provai un'immensa stima verso il professor Piton. A quanto pareva, però, l'aveva raccontato pure a James.
«Sì, ma tu non dovresti saperlo.»
Mi venne in mente la parte del ricordo riguardante i sentimenti del professore verso Lily Potter, la madre del Salvatore del Mondo Magico. Quasi mi venne da piangere ricordandolo.
«Era solo per informarmi» disse e poi continuò. «Perché non sei venuta a cena il giorno della partita?»
«Non stavo bene»-mi limitai a rispondere. Sperai gli bastasse.
«Bugiarda.»
Lo guardai allibita. Non era una bugia, io effettivamente non stavo bene. Mi faceva ancora male ricordare i bacio tra lui e quella sua compagna di Casa. Io stavo male per colpa sua e lui cosa diceva? Che stavo mentendo. Bell'innamorato mi ritrovavo!
«Cosa vuoi da me James? Muoviti che ho da fare.»
Si voltò verso di me e rimasi immobile, completamente sopraffatta dalle emozioni. Avrei voluto avvicinarmi a lui anche solo per un misero abbraccio o una carezza. Mi maledissi per la mia debolezza. Dovevo dimenticarmi di lui punto e basta, non sarei mai stata ricambiata e avrei sofferto per niente.
«Non so come spiegartelo ma sento che è cambiato qualcosa, tra noi due intendo. È come se fossi attratto da te nonostante tutto.»
Mi guardai attorno cercando di vedere se c'era qualcuno dei suoi "simpatici" cugini a farmi uno scherzo. Non c'era nessuno e questo mi tranquillizzò un poco. Perché avevo l'assurda sensazione che si stesse dichiarando?
«Non capisco» dissi perplessa.
«Mi piaci Alicia, mi piaci! So che è una cosa sbagliata ma è dannatamente reale. Voglio dire, tu sei Serpeverde e tuo padre era Mangiamorte mentre io sono l'esatto opposto, è una cosa impossibile eppure sono attratto da te. Inizialmente mi dicevo che era solo per il tuo aspetto fisico ma non credo sia questo, non avrebbe senso.»
«Tu vuoi dire che sono sbagliata?» gli urlai addosso.
«N-No!» balbettò.
«Ti dichiari e al tempo stesso dici che sono sbagliata? Puoi soltanto fotterti, okay?»
Mi alzai impettita e raccolsi la borsa che avevo poggiato accanto a me. Camminai a passo svelto riflettendo su ciò che era appena successo. In un primo istante avevo pensato che sarebbe stata un bel momento, almeno fino alle prime tre parole. Ovviamente Potter doveva sempre rovinare tutto! E dire che avevo quasi pensato di dichiararmi pure io! Sciocca, sciocca Alicia!
Mi resi conto che la scena appena vissuta assomigliava terribilmente alla confessione di Darcy verso Elizabeth nel libro babbano "Orgoglio e Pregiudizio". Mi chiesi se non l'avesse letto anche lui ma ovviamente era una domanda stupida da porsi, di lui non mi interessava nulla. Non mi doveva interessare nulla.
Da quell'istante non avrei mai più pensato a lui. Non se lo meritava.Angolo Autrice_
Salve salvino, vicino vicinino! Amo Orgoglio e Pregiudizio quindi non potevo non citarlo in questa storia. E amo anche Darcy, sì.
James finalmente sputa il rospo e si confessa [il modo in cui l'ha fatto è molto simile a Darcy, lo so, è fatto di proposito per l'appunto] ma ovviamente è troppo impacciato e usa le parole sbagliate. Alicia si arrabbia e quindi addio romanticismo e tenerezza!
Chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo...
See you soon!
STAI LEGGENDO
Figlia di Mangiamorte »James S. Potter
FanficDA REVISIONARE. Alicia Roxanne Rosier e James Sirius Potter. Due nomi, due vite, ma un unico futuro. Lei, figlia di un Mangiamorte pentito. Lui, figlio del Salvatore del Mondo Magico. Loro, una storia tutta da scrivere. Dal capitolo ventitré: «Ti in...