Capitolo 23

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Bennett

Henley era una ragazza insolita. Non diceva mai ciò che voleva realmente. Chiunque l'avesse guardata, sarebbe stato in grado di capirlo. Si riusciva a scorgere il momento di esitazione nascere nel suo sguardo - Quando stava pensando, quando stava cercando di girare attorno a ciò che voleva realmente. Ma poi, il secondo successivo, questo momento era già passato, lei si rilassava, pronunciando le parole che avrebbero concesso a chiunque di mantenere la calma. Il suo controllo era, senza dubbio, impeccabile.

Ma io volevo sentirle dire ciò che realmente voleva. Non volevo vederla trattenersi per il mio bene. Per il bene di mia madre.

"Dannazione, Henley. Cosa ti ho appena detto? Non me ne frega niente di ciò che pensi che dovremmo o non dovremmo fare. Dimmi ciò che vuoi. Devi dirmi quello che vuoi. Devi farmi sapere che non sono l'unico."

Ansia. Ecco ciò che provavo. Non ero abituato ad inseguire qualcuno. Erano le donne, di solito, ad inseguire me. Soltanto ora capivo quanto potesse fare paura.

Sapevo di dover fare attenzione con Henley, ma non mi importava di quello che il futuro ci avrebbe riservato, non in quel momento. Non mi importava. Accada quel che accada. Volevo soltanto che lei mi dicesse come si sentiva. Ed io volevo soltanto baciarla.

"Io..."

La sua esitazione mi stava facendo impazzire. L'avrei afferrata e baciata comunque, però non volevo mancarle di rispetto. Non l'avrebbe apprezzato. "Dimmelo, Henley."

"Sì-" rispose finalmente. Quelle parole non avevano bisogno di altre spiegazioni.

Baciare lei era diverso da ogni cosa che avevo sperimentato in passato. Tutti i miei sensi erano in allerta. Le nostre labbra si premettero insieme dapprima selvaggiamente, per poi addolcirsi nei movimenti - In un bacio confuso come a fare da specchio a quelli che erano i nostri pensieri. Si ritrasse ed io mi chiesi se non avessi appena rovinato le cose tra noi. Nessuna donna si era mai ritratta da un mio bacio. Le concessi un secondo per capire se voleva andarsene. Non lo fece. A quel punto sorrisi, baciandola di nuovo.

Se avessi dovuto scegliere la mia sensazione preferita mai provata fino a quel momento, sarebbe sicuramente stata quella che provavo baciando Henley.

Le mie mani si posarono sui suoi fianchi, trascinandola contro di me.

Trascinando il suo corpo, forse un po' troppo forte.

"Ahi," piagnucolò, quando i nostri denti si scontrarono.

Raggelai, sentendo l'imbarazzo risalire lungo il mio collo e allontanandola automaticamente da me. Lei incespicò sui suoi passi, non cadendo per poco sulla sabbia ed io pensai velocemente di buttarmi in mare. Non era da me. Per quale motivo ero tanto nervoso?

Calmati, dissi a me stesso. Certo, doveva essere proprio questo il momento in cui mi prendevo beffe di me stesso.

Henley mi rivolse uno sguardo tagliente, ma il suo volto era arrossato. "É così che, di solito, baci le ragazze?"

"No, di solito no," le risposi, con l'orgoglio leggermente ferito. Ero eccellente nel baciare. Poi, nel realizzare le mie parole, sentii uno strano calore avvolgermi il collo. "Non che io abbia baciato molte donne ultimamente."

Il venticello soffiava, scompigliandole i capelli facendoli ricadere davanti al suo viso. Sollevai rapidamente la mano, scostandoglieli, desideroso di vedere la sua espressione. Cosa provava? Era ansiosa quanto me? Felice? Spaventata? Riuscivo soltanto a comprendere che fosse a disagio. Si appoggiò una mano sulla spalla, corrucciando le labbra.

Un sorriso incurvò le mie.

"Cosa c'è?" Mi chiese.

"Sei incantevole," le risposi.

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