Capitolo 50

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Henley

"Davvero... Cosa state facendo?"

Lasciai andare la maglietta di Henry, permettendogli di tornare a coprirgli l'ombelico. Henry cacciò la mia mano, mentre il suo volto si tingeva di cremisi. "Pensavamo che fossi la Signora Calloway o qualcun altro."

Lee si portò le braccia al petto. "Ed il piano era...? Di nascondervi nell'armadio?"

"Non lo so," ammisi. "Una scappatella clandestina?"

Lee rise. "Henry? Che fa una scappatella con qualcuno? Adorerei assistere ad un tale evento."

"Immaginavo anche io che Henry non fosse il tipo."

Henry si schiarì la gola. "Non dovremmo andarcene?"

"Sì, dovremmo uscire il prima possibile," acconsentii, facendo il primo passo all'esterno della microscopica stanza. Niente era fuori posto. La Signora Calloway non avrebbe mai scoperto della nostra intromissione. E speravo che non trovasse neanche le telecamere.

Un brivido freddo mi increspò la pelle al pensiero che potesse trovarne anche una sola. Cosa sarebbe accaduto? L'avrebbe prima ridotta a pezzi per poi occuparsi anche di me ed Henry? Sembrava un'idea geniale, inizialmente, ma ora che l'avevamo fatto... Non ne ero più così sicura. Mi sentivo in bilico. Come se stesse per accadere qualcosa di brutto. 

"Oh, aspettate." Henry infilò il capo nell'armadio, sistemando alcuni cappotti. "Chi sa quali sarebbero le cose che potrebbe notare?"

"É molto perspicace," gli rispose Lee.

Mi si contorsero le budella. Uff. Questo era davvero poco rassicurante. Ci avviammo verso la porta e nel momento in cui stavo per afferrare la maniglia, questa venne spalancata, colpendomi quasi in pieno volto. Feci qualche passo indietro, scontrandomi con Lee, nel tentativo di schivare la porta. Lee rimase immobile, mentre il suo corpo si tendeva.

La Signora Calloway non dovette neanche aprire bocca. Mi sembrava di vivere un'esperienza da spettatrice, estranea al mio stesso corpo. Come se la mia mente non riuscisse a considerare il fatto di essere stata colta con le mani nel sacco ed avesse deciso di farsi un giro, ricoperta di paura. I miei muscoli sembravano essere fatti di piombo. Non riuscivo nemmeno a muovere le labbra. Ma cosa avrei potuto dire?

"Lee, come ti senti?" Le chiese con tono calmo, entrando nella visuale di tutti e tre.

Io ed Henry non ci spostammo di un centimetro. Sentii Lee deglutire visibilmente prima di voltarsi. "Sto bene. Com'è andato il viaggio?"

"Uno spreco di tempo," le rispose. "Hai pensato a ciò che ti ho detto l'altro giorno?"

"Ti ho già dato la mia risposta."

"Non hai intenzione di cambiare idea, quindi?"

"No," rispose Lee con fermezza.

"Molto bene. Signor Arceo, sono felice che tu sia qui."

Le sue parole mi fecero saltare indietro per la menzione. Arceo? Si trovava nella stessa stanza? Mi voltai verso la porta, non vedendo nessuno. Henry mi guardò rapidamente, prima di soffermarsi sulla Signora Calloway. "Sì?"

"Il tuo lavoro è stato eccellente. Ma ti invito a prendere tutte le tue cose ed andartene. Dal momento che sei rimasto al nostro servizio per molto tempo, ti farò avere un'indennità di fine rapporto."

All'inizio non capii. Così come Henry. Arrivammo alla stessa conclusione nello stesso momento. Spalancai la bocca.

"S-scusa?" Le chiese Henry.

La Signora Calloway sollevò un sopracciglio. "Non mi stai ascoltando? Hai sempre avuto un problema con la cosa, non è vero? Te lo renderò più comprensibile. Sei licenziato!"

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