Capitolo 11

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Sono passate ormai tre settimane.
Riccardo mi chiese scusa quella volta, mi disse che non lo avrebbe più fatto e che aveva problemi a contenere la rabbia.
Lo scusai, alla fine, era solo uno schiaffo e aveva detto di non averlo fatto a posta alla fine.

Però quella che doveva essere la mia prima relazione, si trasformò in un incubo.
Aveva mentito.
Aveva detto che non lo avrebbe più fatto.
Però lo ha fatto.
Qualsiasi cosa facevo non andava bene e venivo punita.
Ogni schiaffo si faceva più forte.
Ogni pugno più doloroso.
Lasciava lividi, che puntualmente dovevo coprire con molto trucco.
E dovetti coprirmi, per nascondere il mio corpo.
Sia perché dice che sono sua, sia per nascondere i lividi.

Poi, non che li dovessi coprire per chissà quante ore.
Uscivo solo per le lezioni e per accompagnare Riccardo a mangiare, ormai era raro che mangiavo.
Non vedevo i miei amici da due settimane.
Perché Riccardo era geloso del rapporto che avevo con Blaise, delle battutine di Draco e soprattutto perché quando uscivo con il mio gruppo di amici, c'erano Tom e Mattheo.
Quindi cominciò a vietarmi di vederli.

Vedevo Tom e Mattheo sempre con le altre ragazze, come se io non fossi mai esistita.
Forse, tutto quello che dicevano, non era reale.
Però, se soltanto avessi il coraggio di parlare e dire la situazione in cui mi sono cacciata, magari andrebbe diversamente.

A risvegliarmi dal mio stato di trance sono i Riddle che entrano in sala grande a pranzare, con due ragazze.
Quando si siedono, loro si mettono sopra le loro gambe.
Però, stavolta, Riccardo mi vede fissarli.
Lo guardo impaurita, però lui non si risparmia prende il mio braccio e mi trascina via, sotto lo sguardo dei miei amici, preoccupati.
Li rassicuro sorridendo, però vedo che sono comunque preoccupati.

Appena arriviamo in camera, Riccardo mi tira un pugno, colpendomi sullo zigomo.
R: Mi farai uscire pazzo porca puttana.
Non devi guardarli Tn, tu sei mia.
Lo guardo, però quando si avvicina, indietreggio dalla paura.
R: Capito?
Annuisco e subito rispondo.
Tn: Si, scusami.
Hai ragione, non li guarderò più.

Mi sorride.
Menomale, ora si è calmato.
Mi fa spazio nel letto e mi abbraccia.
Poi quando si fa ora di cena dice.
R: Vai a darti una ripulita e copri i lividi amore.
Annuisco e mi alzo.
Copro i lividi, però ci stavo mettendo troppo, lui odia aspettare.
R: TI VUOI MUOVERE CAZZO!
Tn: S-si, scusami, ho quasi finito.

Esco dal bagno e mi prende per il collo, sbattendomi al muro.
R: Non ti metto le mani a dosso solo perché poi devi coprire anche questo e non mi va di aspettare.
Tn: Scusami.
Stringe ancora di più per qualche secondo, per poi lasciarmi.

Appena si toglie metto le mani attorno alla gola, tossendo.
Poi, dopo essermi ripresa mi prende la mano ed usciamo dalla stanza.

Mentre andiamo in sala grande, però, davanti a noi si piazzono Tom e Mattheo..
T: Tn.
M: Dobbiamo parlarti.
T: In privato.

Nono, ora Riccardo mi picchierà cavolo.
Penserà che li vedo ancora.
Infatti si gira verso di me e mi guarda con il suo solito sguardo "dopo faremo i conti".
Per non peggiorare la situazione dico.
Tn: No, toglietevi.
Però loro mi guardano preoccupati.
Cazzo, hanno letto la mia mente.
Continuano a guardarmi, ed io cerco di non traspirare alcuna emozione, se non, fastidio.

Non devono assolutamente scoprire questa cosa.
Non loro che dopo avergli detto quelle cose neanche mi sono venuti a cercare.
Fregandosene.

Ad interrompere la nostra gara di sguardi è Riccardo, molto infastidito.
R: Per caso siete sordi? La mia ragazza ha detto di togliervi.

Tolgono lo sguardo da me, cominciando a guardare lui.
Poi Tom gli fa il verso, facendo uno sbuffo divertito.
T: La tua ragazza.

Si mettono a ridere entrambi.
Tn: Tom, Mattheo, vi prego.
Però non mi ascoltano, almeno non loro.
Purtroppo Riccardo si.
R: Zitta tu.
Stringe di più la mia mano, facendomi fare un sussulto.

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