capitolo 4

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Mi sveglio con qualcuno che mi solletica i fianchi, mi godo questa sensazione per qualche minuto.
Almeno finché non devo andare in bagno, faccio per alzarmi quando due mani mi ributtano giù.
T: Vuoi scappare da noi tesoro?
Apro gli occhi e vedo che sono appiccicata tra i due fratelli.
Ok, sono finita all'inferno quale paradiso.
I due ghignano e io ancora stanca, ignorandoli mi giro mettendomi a pancia sotto.
M: Lo stai facendo apposta?
Tn: Per una volta no, voglio solo dormire.
T: Dobbiamo andare, che se tutto va bene riusciamo ad arrivare per stasera.
Sbuffo e dico.
Tn: Va bene, però prima voglio fumare.
Mi alzo senza pensare che ero nuda e vado verso la finestra.
T: Dove vorresti andare così?
Dice in tono serio, mi giro e lo guardo confusa, però poi ragionando capisco.
Sono nuda.
Mi esce una risatina imbarazzata e chiedo.
Tn: Dove avete messo le buste?
M: Giù, in macchina.
Tn: Me le andate a prendere.
Chiedo facendo gli occhi dolci, però in risposta ricevo un ghigno malizioso da entrambi.
T: Stai bene anche così, le andiamo a prendere dopo.
Sbuffo sonoramente e vado verso la porta, consapevole che mi avrebbero fermato.
Tn: Bene, allora vado da sola.
Però vengo subito fermata dalla loro voce.
M: Se fai un altro passo-
T: Ti sbattiamo contro quel muro.
E me ne dovrei privare?
Però poi penso a ieri sera, se mi comporto bene ho un buon premio, quindi mi giro e rimetto sul letto.
M: Brava piccola.
Mi loda.
Cazzo sono un cane?
M: Un cane obbediente per il momento.
Subito gli tiro uno schiaffo sul braccio e lo minaccio.
Tn: Ridillo e rimani con le palle piene oggi.
Ridacchiano tutti e due, però a bloccare questo momento è il suo o di un tuono.
Subito Tom e Mattheo si alzano per andare a controllare.
Li vedo rientrare dopo un paio di secondi e mi dicono.
T: C'è una tempesta, oggi non possiamo partire.
M: Speriamo il tempo si calmi domani.
Così ripartiamo.
Dice sbuffando.
Tn: Ti manca casa Riddle?
Dico ridacchiando senza guardarlo, però sento il suo sguardo bruciarmi, mi stava guardando male.
M: A te invece? Sai, ti abbiamo rapito.
Tn: E mi è andata piuttosto bene.
Dico per poi guardarlo negli occhi.
T: Ah sì?
Dice con un ghigno che vorrei strappargli.
Odio quando mi guardano così, infatti lo fanno a posta.
Tn: Si, molto bene.
Dico mostrandogli un sorriso falso, che so che a lui da fastidio, infatti mi guarda male.
Ridacchio per la loro reazione e mi metto a pancia in giù sotto le coperte, per poi dire.
Tn: Non posso di certo stare tutto il giorno così, quindi o andate a prendere la busta, o mi prestate qualcosa.
Sbuffano entrambi, però poi guardano nel loro borsone e Tom mi presta un paio di boxer, che mi stanno come pantaloncino, invece Mattheo una maglia lunga.
Li metto velocemente e vado verso il balcone a fumare, mi seguono anche Tom e Mattheo per fumare.
Stiamo in silenzio e intanto penso ad una cosa.
Avevo portato il telefono, però ancora non lo avevo visto.
Decido di andarlo a prendere per vedere se mi avesse scritto qualcuno.
Poso la sigarette nel portacenere ed entro, apro la mia borsa e una volta tirato fuori torno in balcone con il telefono.
T: Quando lo hai preso?
Tn: Quando siete venuti a prendermi, tranquilli non voglio chiamare aiuto.
M: Tranquilla piccola, non avevamo dubbi.
Alzo gli occhi al cielo e vedo i messaggi.
Il primo giorno nessuno aveva chiesto di me, però dal secondo giorno mia madre mi ha cominciato a chiamare, dal terzo mio padre.
Poi molto messaggi su WhatsApp, probabilmente dai miei genitori che dicevano di tornare a casa.
Però poi vedo una cosa strana.
Tre messaggi da Instagram.
Strano, nessuno mi scrive mai lì.
Quando entro vedo subito degli insulti.
Il mio ex migliore amico ha trovato di nuovo il modo di contattarmi.
Leggo velocemente i messaggi, non gli do troppa importanza, anche se, devo ammettere che ha fatto male.
Sento qualcuno schiarirsi la gola, ero così presa che quasi mi sono dimenticata di aver vicino i Riddle.
Ormai la sigaretta era finita, quindi non volendo cominciare il discorso torno dentro e mi butto sul letto.
Sento dei passi arrivare verso di me.
Cerco di mandare giù il gruppo alla gola che si è formato, però peggioro solo e se mi cominciano a parlare potrei scoppiare a piangere.
T: Tesoro tutto okay?
M: Abbiamo letto il messaggio, chi era?
Come non detto.
La gola brucia ancora di più, anche perché hanno usato un tono di voce dolce, erano sinceri, gli interessava davvero, magari dovrei parlarne con qualcuno.
Però decido di prendere la strada più semplice
Tn: Nessuno.
Speravo che la mia voce uscisse decisa, però uscì tremante.
Cazzo.
Mi guardano entrambi, comprensivi del fatto che non mi sentivo pronta di parlare.
Però erano curiosi quindi provarono di nuovo.
T: Tesoro, parla con noi.
M: Sai, potremmo farla pagare in qualsiasi modo tu voglia.
T: A chiunque tu voglia.
Tn: Non credo vi sporchereste le mani per una persona che avete rapito.
Dico ridacchiando, anche se, dentro di me, c'era un caos.
Perché dirmi così?
Si guardano entrambi ghignando.
Ok, forse comincio ad avere paura ora.
E se sono assassini? In più occasioni hanno dimostrato di essere più forti di me e soprattutto sono due.
M: Paura di noi?
Gli esce una risatina e entrambi si avvicinano facendomi indietreggiare, fino a sbattere la schiena contro la testiera del letto.
Ghignano entrambi e si mettono davanti a me.
T: Bimba, abbiamo detto che faremo del male a chi ne ha fatto a te, non che faremo del male a te.
Questa frase mi calmò, ma neanche troppo.
Però decisi di lasciar perdere il discorso, probabilmente avrei solo scoperto quanto psicopatici fossero.
E sinceramente non volevo saperlo, quindi dico.
Tn: Bimba?
Fa un sorrisetto e dice.
T: Di quello che ho detto, tu mi domandi perché ti ho chiamato così?
Tn: Non mi interessa sapere quanto potete essere psicopatici, probabilmente smetterei solo di dormire.
Dico ridacchiando, mi seguono anche loro ridacchiando.
E quando ritorna il silenzio i miei occhi vagano tra i loro e i loro sono fissi nei miei.
Tn: Quindi? Perché cambiato soprannome?
Finge di pensarci e improvvisamente dice.
T: Quindi? Di chi era quel messaggio?
Abbasso di nuovo lo sguardo.
Tn: Preferisco non parlarne, per favore.
Sento lo sguardo curioso ma anche preoccupato di entrambi.
M: Va bene piccola, tranquilla.
Sorrido lievemente e metto la testa sul cuscino, per poi mettermi con la testa sul petto di Tom e prendere le braccia di Mattheo, circondandole alla mia vita.

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