CAPITOLO 4:"...Mi appoggiò una mano sulla coscia coperta dalla gonna..."

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Arrivò sera,avevamo cenato continuando a raccontarci,come abbiamo fatto per tutta la giornata,di più su di noi,sulla nostra vita,sulle nostre passioni e molte altre cose,come fanno una coppia di amici che si stanno conoscendo.

Ovviamente non mi lasciai sfuggire nulla di troppo personale sulla mia famiglia,non volevo che mi inquadrasse come avevano fatto tutte le altre persone che mi avevano conosciuta,insomma Marshall per ora era l'unico che aveva accettato di starmi affianco come un vero amico e non volevo rovinare tutto ciò a causa della mia famiglia...di nuovo.

"Se vuoi ti aiuto a ripulire" disse Marshall quando avevamo appena finito di cenare.

"Oh,no no,non preoccuparti ci penso io" gli risposi sorridendo.

"Sei un ospite e l'ospite è sacro"

ridacchiai.

"Se ne sei proprio sicura...cazzo guarda che ora è,non mi ero accorto che fosse passato tutto tempo, immagino sia vero che quando si è in buona compagnia il tempo passi velocemente"

Mi sorrise dolcemente e poi prese la sua giacca.

Alla sua affermazione io arrossì leggermente,nessuno mi aveva mai definita "una buona compagnia" anzi proprio tutto il contrario ed ero felice che si fosse divertito.

Lo accompagnai alla porta e gli porsi la mano per salutarlo,lui la guardò un po' confuso ed io altrettanto ma a risposta della sua confusione,mi abbassò la mano e mi abbracciò in modo amichevole.
All'inizio ero confusa dalla sua azione ma istintivamente ricambiai l'abbraccio,che posso dire,sono affettuosa!

"Grazie della compagnia e dell'ospitalità,domani ci sei? Magari facciamo una passeggiata e ti faccio conoscere dei miei amici"

Iniziai a considerare la sua proposta, sarebbe bello fare nuove conoscenze,non avevo alcun amico e conoscere persone nuove con cui fare amicizia non era una brutta idea.
Ma subito tutte le considerazioni che stavo facendo svanirono perché mi ricordai ciò che gli avevo detto quella mattina...

"No...mi dispiace come ti ho detto oggi,io ho scuola e non posso proprio assentarmi"

Mentii,di nuovo,non mi piaceva mentirgli perché stavamo diventando amici e si sa che ogni relazione sociale che sia amicizia o altro ha come base la fiducia,ma non potevo buttare giù la bugia precedente.

"Capisco,non preoccuparti.Perdona la mia curiosità ma quanto è lontana la tua scuola da qui?"

Mi domandò.

Non capivo il motivo della sua domanda ma comunque gli risposi,infondo era solo curioso.

"Qualche isolato,di solito mi accompagnano i miei genitori con l'auto ma ora che sono fuori,per un paio di giorni dovrò prendere il bus."

Gli risposi con indifferenza.

"Credimi quei bus fanno schifo tanto quanto la gente che ci viaggia dentro."

Sorrisi alla sua affermazione,aveva totalmente ragione.

"Se vuoi ti accompagno io a scuola,ho 21 anni non hai di che preoccuparti,sono bravo a guidare"

Alla sua richiesta,non so perché,lo stomaco mi si restrinse come se avessi mangiato un limone intero o come se fossi sotto esame.
Stava cercando di passare del tempo con me o cosa? Cioè,prima mi chiede di passeggiare con lui poi al mio rifiuto a causa della scuola mi chiede di potermi accompagnare alla suddetta.Mi parve strano ma senza giri di parole accettai, volevo farlo contento essendo che avevo già rifiutato la sua proposta precedente.

"Certo! Se la cosa non ti da alcun disturbo ovviamente."

Alla mia risposta lui rise leggermente,ed io ero sempre più confusa e il mio stomaco pregava che quel momento finesse al più presto,stava minacciando di buttar fuori anche il cenone di Natale del 2016.

"Quel dannato incontro nelle strade di Detroit..."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora