CAPITOLO 1:..."e ritrovai i suoi occhi"...

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Camminavo per la 8 mile di Detroit con le lacrime che scorrevano sul mio volto e il buio che mi circondava.
Non sapevo che ore fossero ne sapevo in che punto della 8 mile mi trovassi,ma volevo solo scappare da tutta quella merda che mi circonda, anche se solo per un paio d'ore.

Decisi di imboscarmi in un vicolo buio e solitario per sedermi e calmarmi senza essere notata da tutta quella gente poco raccomandabile che si trovava sulla 8 mile di notte.

Mentre camminavo nel vicoletto a testa bassa andai a sbattere contro qualcosa...o...qualcuno.

"Oh,cazzo,mi dispiace non volevo...non sto badando a dove vado e non ti avevo visto,scusa"

dissi ancora a testa bassa con la voce un po' tremolante dalla paura.

"E vuoi guardare un po' dove vai?"
Rispose una voce maschile abbastanza profonda

"Oh ma sei una ragazzina...beh non preoccuparti piuttosto cosa ci fai a quest'ora della notte in giro? È pericoloso sai"

Mi meravigliai del cambio di voce e decisi di alzare la testa per vedere il volto del ragazzo che mi stava parlando: era un ragazzo abbastanza alto con dei lineamenti facciali ben definiti,dei capelli corti e biondi anche se visibilmente tinti e infine la cosa che mi ha colpito di più a prima vista i suoi profondi occhi azzurri...mi ricordano quasi l'oceano.

Lo fissai per un paio di secondi e, quando ormai avevo alzato completamente il capo,mi ricordai in che condizioni ero.

"Cazzo hai pianto davvero tanto hai degli occhi gonfissimi e sei tutta rossa..."

Notai il suo tono leggermente preoccupato,beh non ero di certo un bello spettacolo.

Ci misi un po' a rispondere,le parole lottavano per uscire ma dopo un po' di secondi riuscì a comporre una frase di senso compiuto

"Io? Beh si un po'...insomma sai com'è...la vita"

Dico,ridacchiando anche un po' per sdrammatizzare

"È stata anche la vita a portarti tra i vicoli di Detroit in piena notte?"

Inizio a guardarlo un po' frastornata dai pianti e da ciò che li ha provocati

"Diciamo di si...volevo solo trovare un posto dove riposare per poi riprendere a camminare e forse tornare a casa"

Appena menzionai il mio ritorno a casa la mia voce si intristi e penso che si sia notato,e anche molto

"Deduco dal tuo tono che "casa" non è un bel posto..."

Lo guardo e poi abbasso lo sguardo alla sua affermazione

"Hai ragione,non è affar mio. Comunque qual è il tuo nome ragazzina?"

Passo la mano delicatamente sulla mia faccia e cerco di riordinare i pensieri per intrattenere una conversazione che regga.

"Io sono Elizabeth,molto piacere"

Dico accennando un sorriso

"Invece tu? Come ti chiami?"

"Sono Marshall, piace mio"

Ci stringiamo la mano, e poi ci sono alcuni secondi di silenzio che sembrano infiniti ma poi ciò viene spezzato da Marshall.

"Allora Elizabeth,mi sembri abbastanza giovane, penso tu sia minorenne e non dovresti stare fuori a quest'ora,insomma è quasi l'una di notte"

Sbarro gli occhi appena sento l'orario

"L'una?! Non pensavo fosse così tardi... comunque si,hai azzeccato,ho 15 anni ma questo non è rilevante-"

"Quel dannato incontro nelle strade di Detroit..."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora