Invisibile

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"C'è qualcosa nell'oscurità, la quiete di quest'ora, penso, che crea una lingua propria.
C'è uno strano tipo di libertà al buio;
una terrificante vulnerabilità che ci permettiamo di provare al momento sbagliato,
ingannati dall'oscurità nel pensare che manterrà i nostri segreti.
Dimentichiamo che il buio non è una coperta; dimentichiamo che il sole presto sorgerà.
Ma in quel momento, almeno, ci sentiamo abbastanza coraggiosi da dire cose che non diremmo mai nella luce".
Ignite Me Tahereh Mafi

Avevano comunque deciso di partire. In un caso o nell'altro, con o senza l'aiuto di Artù e Merlino, non potevano restare in attesa di una manna dal cielo.

Quando Uncino era uscito dalla stanza in malo modo, il mago aveva parlato al resto del gruppo di un covo di fate che aveva visitato nei suoi viaggi, non molto distante da lì e che potevano raggiungere a piedi, il più grande al mondo.

Fate indovine...

Fate della notte...

Fate dell'acqua...

Fate dei sogni...

Le conosceva bene e loro sapevano tanto... e se esistevano degli esseri magici che avrebbero potuto aiutarli a trovare il fantomatico lago, erano proprio queste.
Certo era un'ipotesi, un rischio, un "forse".
Ma quel forse...era già più di quanto potessero sperare, dato il punto morto in cui si trovavano.

Il mondo fatato era noto per essere considerato tanto un luogo di gioia e di speranza  quanto di misteri a volte bui e incomprensibili.
Ma la cosa fondamentale, come continuava a ripetere Merlino, era credere.
Il potere delle fate proveniva dalla forza della fede nella magia che veniva irradiata da tutti i reami e gli universi.

Quando intrapresero il sentiero della foresta per raggiungere la loro meta, Henry si sentiva stranamente agitato.
Si osservava attorno circospetto, pronto a sventare un ipotetico attacco nemico. 
Killian, dal suo canto, aveva il macabro sentore di essere osservato, forse addirittura seguito...
Stava diventando paranoico.
Erano notti che non chiudeva occhio.
Una parte di lui era arrabbiata e rancorosa ma, da un altro verso,
si sentiva in colpa con sé stesso non tanto per come aveva trattato Regina ma quanto per l'odio immotivato che aveva sfogato su Emma, o meglio...sul suo ricordo.

La sua estrema  impulsivita' gli aveva fatto tralasciare il punto fondamentale della questione: Emma era la Salvatrice.

Era normale che avesse sacrificato se stessa per il bene di qualcun altro e lui non era nessuno per poter criticare le sue scelte.
Per tutti i demoni la voleva proprio perché era fatta così!
Perlomeno l'angoscia e il terrore di perderla gli permettevano di continuare a lottare.

Nascosta da un incantesimo d'invisibilita', l'Oscura seguiva a passi decisi l'insolita compagnia, capeggiata da uno strano ragazzo che molto probabilmente era il famoso mago Merlino.

Era scontato e prevedibile che l'avessero cercato dopo le parole dell'apprendista.

"Che sciocchi...Vanno dietro la gonnella di un ragazzino..."

I suoi genitori stavano scambiando delle parole con lui e Regina.

Gli altri marciavano silenziosi.

Ma non furono loro ad attirare la sua attenzione: il Capitano se ne stava stranamente indietro rispetto agli altri, in disparte, perso nei propri pensieri e disinteressato al resto.
Emma noto' che con la coda dell'occhio non perdeva mai di vista Henry, come a volerlo proteggere da qualcosa di inaspettato.
Questo non andava bene. Affatto.  Avrebbe voluto afferrare il ragazzino e scomparire senza essere notata. Senza dover affrontare nessuno.
Non voleva combattere, non per paura ma perché ormai era chiaro: i suoi poteri non avevano ancora raggiunto l'apice.
La sua trasformazione stava affrontando una fase imprevista di transizione.

C'era un blocco.
Qualcosa che le impediva di scaricare sul mondo il fiume di oscurità che sentiva ormai come una parte di sé stessa.

Hook, inquieto, si voltò all'improvviso, guardando il vuoto.

L'Oscura, un po' sorpresa,  si avvicinò all'uomo con curiosità.

Con passo lento ma deciso gli si paro' dinanzi.
La sua mano, mossa da una forza estranea, incontrollabile, si avvicinò al viso che si trovava di fronte al suo, a pochi centimetri di distanza.

Anche senza contatto, la sua pelle emanava un calore che cozzava terribilmente con il ghiaccio della sua.

E le labbra...perché non riusciva a smettere di guardarle?...

Sentì l'impulso irrefrenabile di volerlo sfiorare, non riusciva a controllarsi...si sarebbe scottata? Voleva scoprirlo.

Killian non poteva vederla ma lei vedeva chiaramente lui.

Cambiò la prospettiva, alzando lo sguardo verso l'alto, tratteggiando con la punta delle dita, il percorso delle sue gote...leggermente arrossate dallo sforzo del cammino,
e per un attimo gli occhi si persero in quelle iridi color del mare...

Di nuovo una fitta lancinante la colse al petto, violenta, tagliente e inaspettata, più della prima volta, mozzandole il respiro.

Arretro' leggermente instabile.

C'era qualcosa che la colpiva dall'interno ogni qual volta si ritrovava a guardare quegli occhi.

Era la Signora Oscura dannazione!

La rabbia e la frustrazione per la debolezza mostrata le indurirono i lineamenti e le braccia scattarono in avanti, pronte a strappargli dal petto il cuore.

"Killian va tutto bene!?..."

La voce di Henry interruppe la terribile scena.

Uncino scosse il capo girandosi verso il ragazzo.

"Io... Si... è tutto ok ...Andiamo ragazzino..."

La Signora Oscura rimase ferma dov'era a guardare l'uomo allontanarsi e raggiungere suo figlio.

Okay, forse i suoi piani avevano subito un piccolo inconveniente.

Ma  lei si sarebbe ripresa Henry e il suo potere avrebbe finalmente raggiunto la completezza.

Così scomparve in una densa nuvola di fumo nero.

Il vero amore trova sempre un modoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora