L'Autore

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«Sei Emma Swan?».
«Sì, chi sei tu?».
«Sono Henry, tuo figlio».
«Oh piccolo, tu hai dei problemi».
«Certo, e tu li risolverai».
Once upon a time



Emma s' incammino' verso l'acqua.

Il contatto della pelle nuda dei piedi col freddo del lago fu rigenerante.

Si sentiva sempre più debole e impotente e quel lieve e momentaneo sollievo l'aiutava a metabolizzare gli ultimi avvenimenti con più calma.

Non riusciva ancora a capacità si del fatto che l'oscurità, che lei, avesse tentato di corrompere Killian.

Stava cercando di annullare tutti gli sforzi che il ragazzo aveva fatto per cambiare, non era stato facile ed Emma sapeva bene che a volte gli risultava ancora difficile mantenere la giusta strada.

Per fortuna non c'era riuscita, questo l'aveva sentito dentro, l'aveva avvertito nel profondo.

La cosa piu' dura da accettare pero' era che non stata lei ad aiutarlo, non aveva avuto la forza di opporsi perché, se la forza di volontà non le mancava di certo, non si poteva dire altrettanto della sua magia: più l'oscurità avanzava, si radicava, più quella diminuiva e le impediva di proteggere le persone che amava.

Per il momento Killian aveva avuto la forza di non crollare, era stato forte, ma per quanto sarebbe durata?

Non molto.

Non sopportava di starsene lì a guardare la sua vita scivolarle di mano.

Aveva un bisogno quasi doloroso di sentirsi rassicurata, di sentirsi dire che tutto sarebbe andato per il meglio...che doveva solo crederci, credere che ci fosse ancora modo di uscire da quel labirinto senza uscita che era diventata la sua vita.

Strinse il ciondolo che le pendeva dolcemente sul petto.

"Oh...Henry...se solo tu fossi qui... "

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Il viaggio verso il castello della Signora Oscura non era lungo ma senza Killian a guidare la Jolly Roger, si rivelò un po più difficile del previsto.

Merlino aveva suggerito di non usare la magia per teletrasportarsi lì, altrimenti l'oscurita' ne avrebbe avvertito la presenza e avrebbero perso così l'effetto sorpresa.

Erano ormai al terzo giorno di cammino.

"Ho bisogno di fermarmi..."

Mary Margaret si strinse le ginocchia con le mani.

Regina e David, impazienti, si guardarono...ma senza parlare.

"Okay...Ma solo per pochi minuti!"

Durante la sosta, Henry avvertì una certa stanchezza e si accuccio' ai piedi di un albero, chiudendo gli occhi.

Non si accorse del momento preciso in cui perse i sensi.

Il dubbio gli venne quando, aprendo gli occhi, si rese conto di essere solo e in tutt'altro posto. Ma il ragazzo non era ingenuo e sapeva bene che, quello, non era assolutamente un sogno: era qualcosa di... magico.

Un fruscio lo distolse da queste valutazioni, spaventandolo.

Una presenza inginocchiata, con il capo chino, sulla riva del lago, catturo' la sua attenzione.

"Mamma..."

Emma sollevò lo sguardo spalancando gli occhi.

"Henry...?..."

Il vero amore trova sempre un modoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora