15/12/2021

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Adele riscrisse il messaggio di "giustificazioni" per Davide almeno dodici, tredici, quattordici volte. Infine scelse qualcosa di asettico.

Adele: Non stiamo assieme. Prendevamo una cioccolata. Non siamo nemmeno amiche

Davide: Sofia non la pensa così a quanto pare. Mi aspettavo più onestà

Nei giorni successivi a quello scambio, la messaggiò giusto un paio di volte, ma lei non capì nemmeno esattamente cosa volesse lui da quello scambio. Era come se lui si aspettasse qualcosa che andasse oltre il suo «Non stiamo assieme», ma Adele non riuscì a cogliere.

E in fondo, non gliene fregava poi molto, perchè aveva assaggiato quel lato intollerante di Davide e non l'aveva apprezzato per nulla.

Adele, dal pomeriggio in cui aveva incontrato Alessio, Felix e Benny, fu associata a Sofia. Trovò un paio di volte anche il proprio numero nel bagno delle ragazze con proposte di rapporti. Lo cancellò con cura, sempre sul punto di piangere,

Era da sola. Con Sofia si sentì qualche volta, ma il suo slancio, che l'aveva portata a superare la sua timidezza per creare un ponte forte, fatto di sentimento, si stava affievolendo. Il rapporto non procedeva, tutto quello era solo un preambolo di amicizia, e lei ci stava male, perché desiderava di più.

Sofia era richiusa nella sua indifferenza, nel suo allegro sprezzo per i rapporti sentimentali, di qualsiasi genere. Era simpatica, e con lei era stata anche molto cordiale, e poi si sentiva abbastanza protetta a stare al fianco di una che aveva la battuta pronta per chi cercava di metterla in difficoltà.

Ma la teneva a distanza.

Non avrebbe mai proposto lei in prima persona di vedersi. E Adele, al solo pensiero di finire in un momento così tremendo come quello successo a inizio novembre, lasciò stare.

Finì che smise anche di sentirla, convinta che si fosse fatta troppe aspettative da quel rapporto. Scese sempre più giù fino a rimanere a casa alcuni giorni a metà dicembre, in preda a un gran senso di impotenza. La sua media scolastica venne messa in crisi da alcuni voti assolutamente negativi, figli di giorni passati senza significato, per lo più nel letto, a fissare il soffitto per non guardare il cellulare. Aveva persino cancellato i profili social pur di non doversi confrontare con le battutine di Alessio e i suoi amici, e di Denise e le sue amiche.

I suoi genitori, per quanto poco apprensivi e molto portati a lasciare che la figlia se la sbrogliasse, capirono che c'era qualcosa che non andava.

«Adele, ci sono troppe cose che non vanno in questi giorni. Non puoi sempre dirci che va tutto bene, perchè non va tutto bene. Non perdiamo tempo a girare attorno al problema, diccelo, su» disse suo padre, mandato avanti dalla madre perché a quest'ultima era stato risposto in maniera vaga diverse volte.

«Va tutt-.»

«No» replicò il padre, con un gesto netto della mano, «non va tutto bene. Piantala. Per il tuo bene ti chiedo come stanno le cose, basta con i giochini da ragazza incompresa.»

Lei sospirò, ma rimase sul vago, il padre fece una specie di sbuffo più simile a un ringhio, e i due si lasciarono così.

Più tardi, quando la casa era già avvolta nel silenzio della notte, il padre bussò alla porta della figlia.

«Posso entrare?» chiese, con una voce che era poco più di un sussurro.

Lei annuì, poggiando il cellulare dopo aver avuto l'accortezza di chiudere le app aperte.

«So che non è facile. E forse per voi è ancora meno facile di quando avevo la tua età. E non è facile nemmeno per me che non ho mai fatto il padre prima d'ora» disse, accarezzando una gamba della figlia, «Vorrei solo che ti sentissi libera di dire quello che pensi. Ti sentirai meglio, vedrai.»

Adele ci pensò. Forse l'oscurità le diede una mano, forse il porsi del padre così allo stesso livello suo.

«Ho visto alcune volte una ragazza della mia scuola.»

«Siete diventate amiche?»

«Non mi ha mai detto che siamo amiche.»

«E ci soffri?»

«Un po'. Mi piacerebbe lo fossimo» poi prese un bel respiro, «Lei è... una ragazza bisessuale. Con il fatto che ci siamo viste, si è sparsa questa voce che io e lei stiamo assieme, e adesso sento contin-.»

«Ma che significa che vi siete viste?» chiese il padre, irrigidendosi.

«Ci siamo viste, punto, non abbiamo fatto niente» replicò Adele, in ansia.

«E continuate a vedervi?»

«No, non ci vediamo più, ma la gente fa le battute, scherza su questa cosa, e ci sto male-.»

«Ma con tante ragazze nella tua scuola, con le amiche che già avevi, c'era bisogno di mettersi a intrallazzare con una ragazza lesbica?»

«Non è lesbica! E' bise-.»

«Sì, sì, quello che è. Non mi interessa, è che non so cosa ti salta in testa: hai una vita tranquilla, amiche, una buona media a scuola, e devi andare a cercarti i casini con queste ragazze.»

«Ma papà ma che significa? Mica perchè non è etero-.»

«Vedi?! È quello che ti dico: queste idee sull'orientamento. Io non sono omofobo, ma sembra che ti scegli le amicizie in base a una strama "moda arcobaleno". Hai bisogno di andarti a cercare una amica les... bisessuale perchè va di moda? Ma che senso ha?!» chiese il padre, visibilmente agitato.

«Ma non me la sono cercata per quello. Mi sembrava una ragazza forte, una ragazza consapevole. Una-»

«Le hai assegnato dei valori in base all'orientamento, Adele, è questo l'errore. E così adesso ci ritroviamo in una situazione in cui ti si è appiccicata addosso questa cosa» concluse il padre, sospirando.

I genitori erano già agitati per questioni lavorative loro, le misure anticovid avevano messo in crisi diverse aziende e la madre era in cassa integrazione mentre il padre era stato costretto a farsi carico di alcuni mercati esteri a lui sconosciuti, e ciò era stressantissimo anche a causa di un lavoro a orari complicati. Il calcetto non gli bastava più per sfogarsi.

«Adele, non so cosa dirti ora. Non so se sono la persona adatta a darti questi consigli. Io... forse sono vecchio, forse non capisco, non so. Dormiamoci sopra, magari domani sarà meglio. Queste cose a volte si sgonfiano con il tempo.»

Questa vicenda, davanti ai problemi legati al mandare avanti la famiglia, al padre parevano poco più che una quisquilia. Adele, rimasta infine sola nella camera, si rese conto che il suo piccolo sfogo non aveva ottenuto i risultati sperati. Pianse, chiudendosi a bozzolo sotto la coperta.

Sentì impellente la necessità di sfogarsi con Sofia, ma cosa avrebbe ottenuto da una persona che aveva già dimostrato di tenere a lei fino a pagina due?


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Davide aveva capito che Adele ormai era nell'orbita di Sofia. Potevano anche raccontarla in giro diversamente ma vedersi loro due così, senza che lo sapesse nessuno, era un chiaro segno.

A dire la verità era scocciato da questa cosa, molto scocciato, tra bimbette in crisi di orientamento e conoscenti idioti che lo avevano costretto a pulire cessi per evitare le sospensioni.

E Sofia sempre tra i piedi.

Per lo meno, una notizia buona c'era: Denise era in crisi, aveva capito che Alessio non sarebbe tornato sui suoi passi. Così mise qualche like tattico sui post delusi di lei, e ci scambiò diversi messaggi a proposito di Alessio, e la lasciò sfogare, in quel misto di rabbia nei confronti dell'ex e rabbia nei confronti di quella che lo aveva insidiato, a suo dire.

In capo a tre giorni, Denise aveva preso a scriversi regolarmente con Davide, e pur essendo un po' ritrosa a impegnarsi così in fretta, la cosa si era fatta promettente a suo dire.


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