09/01/2022

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Non andò meglio il giorno dopo, perchè Adele passò il tempo a tormentarsi, convincendosi che Sofia non avesse preso sul serio il loro rapporto sentimentale perchè lei ancora si nascondeva.

Sì, perché le voci di lei e Sofia ancora giravano, nessuno le aveva confermate, niente le smentiva, e lei era visibilmente turbata quando vi incappava. Era evidente che doveva mettere in ordine quella situazione.

Sofia: fai un salto qua?

Non aprì nemmeno il messaggio, per paura che il visualizzato combinasse un pasticcio. Non si sentiva di andare da lei, di finire magari come il giorno prima. Era a disagio: pur ammettendo che era una cosa fantastica, non si sentiva a posto.

E tutta quella storia si stava ingarbugliando ancora di più: voleva Sofia, la voleva in una maniera che la faceva stare male, ma il pensiero di passare per una che voleva solo scopacchiare, senza nemmeno il coraggio dire come si sentiva di essere, letteralmente la faceva tormentare. Doveva convincerla che stava facendo sul serio, doveva mostrarle che non sarebbe stata la solita che dopo un po' le avrebbe detto "non me la sento" per tornare a una ipocrita eterosessualità.

Ma a chi poteva rivolgersi per mitigare questa situazione? Da chi poteva partire?

Perchè le continuava a lampeggiare nella mente il nome di Davide? Forse perchè non si era mai unito al coro delle battute grevi contro Sofia? Forse perché lei per prima gli aveva detto delle bugie, ferendo i suoi sentimenti.

Forse si meritava di sapere la verità.

Adele: Davide ti posso chiamare?

Dopo un tempo interminabile, lui rispose affermativamente, e lei chiamò.

«Davide, scusa se ti disturbo, ma devo dirti una cosa importante.»

«Ti ascolto.»

«Senti, sai quando mi dicevi che parlavo di Sofia, che i momenti con me erano spesso rovinati dal mio parlare di lei?»

«Sì, me lo ricordo.»

«E quando cercavo di dirti che eravamo solo amiche e non come pensavi tu?»

«Sì, me lo ricordo bene.»

«Beh, ecco, scusami, scusami veramente ma avevi ragione tu. A me Sofia piace, e piace tanto, e non riesco a smettere di pensarci» confessò Adele.

Ci fu un breve silenzio, poi Davide replicò «Ma me lo dici per un motivo?»

«Ho paura che Sofia non voglia prendermi sul serio se continuo a nascondermi. E così ho voluto dirlo a qualcuno. Le dicerie che si sentono in giro beh, ti sembrerà assurdo ma non sono vere perché lei non è interessata ai miei veri sentimenti. Il resto è vero: sono attratta da lei.»

Se avesse potuto vedere la faccia di Davide, l'avrebbe trovata quasi infastidita da quello che diceva lei. Tuttavia lui tenne misurate le parole.

«Adele, ti aspetti che Sofia veramente prenda sul serio un rapporto? Non ha mai cercato un rapporto serio. La tua è una speranza irrealizzabile. La conosco, fidati, lei è così, è una a cui non fregano i sentimenti. Le frega altro

«Sì lo so che fa la distaccata, ma magari, con un aiuto, non so...» replicò lei, un po' confusa.

«Te lo dissi in tempi non sospetti. Sei troppo idealista. Sei troppo convinta di cambiare il mondo solo con la buona volontà.»

Adele si pentì di aver deciso per Davide, avrebbe dovuto scegliere meglio la persona con cui confidarsi. Sperava in una consolazione, in un supporto, in qualcosa che nemmeno lei sapeva, ma non era arrivato nulla.

Si accorse che aveva preso a grattarsi furiosamente il polso della mano con cui teneva il cellulare. La pelle era già fortemente arrossata e da un momento all'altro pareva doversi lacerare.

Adele: Ti va di vedere qualcosa insieme?

Costanza: Facciamo un Netflix Party?

Adele: Dicevo proprio insieme

Costanza: Mhm non so se quella scassacazzo di mia mamma mi fa uscire.

Adele: la convinco io

La convinse sul serio, ci mise tutta la forza che era in grado di sprigionare per ottenere che l'amica potesse venire a trovarla. Quando la vide sulla porta, sentì dentro una commistione di sollievo e paura, mentre a forza cercava di tenere ferma la mano che si avventava sul posto opposto. La trascinò in camera e le lasciò scegliere cosa guardare, non le era mai importato così poco di quello che stava per passare sullo schermo.

«Costy. Devo dirti una cosa» le disse abbracciandola, con una voce tutt'altro che ferma.

La sentì irrigidirsi, non pensava fosse un segno positivo, perché in fondo anche Costanza era perfettamente a conoscenza delle voci su lei e Sofia, ma ormai era partita.

«Mi sento» poi sospirò, «Mi sento in un momento complicato. Con Davide non è successo niente perché... perché penso a un'altra persona. Penso a Sofia. Io penso di amare Sofia.»

«Sul serio?» replicò Costanza, girandosi leggermente verso di lei.

«Sì, ma lei non credo ricambi, e non credo che mi prenda sul serio, si vuole limitare all'amicizia. E credo sia perché vivo all'ombra» poi fece un nuovo sospiro, l'ennesimo, «E quindi ho voluto dirtelo.»

«Quante cose non ho capito di te Ade. Scusa» le disse Costanza stringendola, ripensando a quante volte l'aveva messa in mezzo parlando di ragazzi, quasi obbligandola a dare un giudizio, a dire qualcosa.

Aveva scambiato i silenzi di Adele per un lieve imbarazzo a parlare di temi non più da bambine come i ragazzi, ed aveva tratto un lieve piacere a dimostrarsi più adulta dell'amica. Le vennero quasi le lacrime agli occhi mentre chiedeva per l'ennesima volta scusa.

«Fa nulla, tranquilla. Grazie che tu mi abbia capita.»

«Sarebbe da sceme "non capirti". Tu sei come sei, non devi essere capita. E non devi avere paura di nulla.»

«Ho tante paure invece, a partire da queste quattro mura» indicò con gli occhi la sua stanza.

Il padre forse si sarebbe convinto di ciò che lei provava, sua madre invece le sembrava lontana dall'essere comprensiva, dal lasciarla andare.

«Ti aiuterò. Ti supporterò. Giuro.»

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