1. Due giorni prima del danno

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Odio l'estate! O meglio, la odio in questo momento.

In realtà prima l'ho sempre amata. Fino allo scorso anno la aspettavo con ansia, letteralmente iniziavo il conto alla rovescia quattro mesi prima delle vacanze estive, non vedevo l'ora di poter andare al mare, in piscina e alle feste estive che, diciamocelo, sono sempre le migliori.

Ma quest'anno il tempo per il mio ozio estivo è stato sostituito, cancellato, e mi viene da piangere al solo pensiero. 

Sono stata costretta a lavorare al locale di Sandra, la migliore amica di mia mamma,  che negli ultimi mesi è diventato davvero popolare e quindi ormai impossibile per lei da gestire.

E dato che Sandra non voleva assumere qualche sconosciuto, la mia cara madre ha ben deciso di unire l'utile al dilettevole, prendere due piccioni con una fava, insomma ci siamo capiti, obbligando me a diventare cameriera dello Stars. 

Il tutto come punizione per il mio innocuo debito in latino, che, per inciso, era assolutamente immeritato; ma si sa che se il prof Martini non mette almeno cinque debiti per classe non può andare tranquillo in vacanza.

Prima o poi troverà un bel regalino nella sua amata Audi, è una promessa.

Comunque quest'estate, che doveva essere stupenda prima di entrare in quarta liceo, si sta rivelando un vero strazio, lavorare con il caldo è tremendo e nonostante Sandra tenga sempre accesa l'aria condizionata alla fine di ogni turno mi ritrovo lo stesso tutta sudata.

L'unica gioia in tutto questo? Quell'angelo con gli occhi azzurri di Tommaso Corsi.

Non mi era mai successo ma penso di essermi innamorata. 

E non importa se non ci siamo mai parlati seriamente perché quegli sguardi mi bastano per capire che l'attrazione che sento è reciproca. 

Mi rendo conto di sembrare un po' fuori di testa, ma cos'è l'amore senza un pizzico di follia?

Ricordo ogni dettaglio del giorno in cui l'ho visto per la prima volta, anche se purtroppo non mi trovavo nella mia forma migliore, anzi, tutt'altro. 

Si trattava di uno dei miei primi turni e non riuscivo ad accettare quella punizione indesiderata, a questo si aggiungeva il fatto che avevo mille ordinazioni da prendere, Sandra era sparita per incontrare non so quale fornitore e i clienti continuavano a chiamarmi da tutte le parti. 

Tra questi in particolare c'erano lui e i suoi amici.  

Quando sono arrivata al loro tavolo avevo i nervi a fior di pelle, l'intenzione era quella di lasciargli l'ordine e intimargli con molta calma di abbassare la voce ma... le cose mi sfuggirono un tantino di mano. 

Il tempo di poggiare il vassoio che quel coglione di Giovanni Ricci, nonché, come poi ho scoperto, migliore amico di Tommaso, sentì il bisogno di commentare «Oh finalmente la principessa si è svegliata e ci ha portato le birre».

Sollevai lo sguardo e mi bastò guardarlo un secondo, mentre sorrideva con arroganza, per perdere la pazienza e rispondere allo stesso modo «La principessa si è svegliata molto male e ci mette meno di un secondo a versarti queste stupide birre in testa, almeno coprono quello schifo di odore». Mi girai maggiormente verso di lui e con il più finto dei sorrisi aggiunsi «Se non ti fosse chiaro, puzzi».

Ovviamente gli altri iniziarono a ridere e commentare con delle stupide frasi del tipo «La tipa non scherza» o «Occhio Gio' che questa morde».

Quello che non sapevano è che non mi sarei fatta problemi a farlo sul serio.

Ero pronta a incenerirli uno a uno con lo sguardo, quando mi soffermai sull'unico ragazzo di quel tavolo che non sembrava un membro dello zoo. Anzi, era bellissimo nella sua tuta da ginnastica blu, con i riccioli biondi scompigliati e quegli occhi azzurri scintillanti.

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