4. Sei tu la mia preferita

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«Buongiorno» saluto sbadigliando appena metto piede in cucina. Un altro po' e sarà buon pomeriggio in realtà dato che è l'una e mezza passata e il profumo del sugo per il pranzo è sparso per tutta la casa.

Mattia, spaparanzato sulla sedia, mi ride in faccia «Non sembra tanto un buongiorno per te».

«Ha ha» gli rispondo con una smorfia e mi siedo davanti alla tavola già imbandita. Quando può mamma ci vizia e prepara mille ricette, vedo infatti piccoli panini appena sfornati, bruschette e muffin ai mirtilli. «So di avere delle occhiaie che fanno concorrenza ad un panda ma starei bene anche se non lo sottolineassi».

Mamma, mentre ai fornelli controlla la cottura della pasta, lo riprende «Mattia lascia stare tua sorella. Ieri a lavoro si è sentita male». Poi si rivolge a me addolcendo il tono «Comunque buongiorno tesoro, stai meglio?»

Il mio fratello scemo si rende conto di aver parlato a sproposito e cerca di rimediare, a modo suo ovviamente «Come potevo saperlo? Stavo dormendo». Mai che chieda scusa. «Cosa avevi?»

«Mi è venuta una nausea improvvisa allo Stars e poi stanotte ho dormito male. Comunque sto un pochino meglio ora» rispondo in breve sia mio fratello che a mia mamma. Non posso certo dire che sia nausea che insonnia siano dovute al casino che ho fatto con un ragazzo e che questo casino comprenda anche l'entrata non autorizzata in una palestra.

«Non mi stupisce proprio che Mattia stesse dormendo». Papà lo prende in giro mentre entra nella stanza, poi si avvicina a me e mi dà un bacio sulla fronte. Gli sorrido.

Nonostante ieri fosse tardi ho comunque chiamato Giada, mi serviva il supporto dell'unica persona a conoscenza di tutta la verità. 

Tralasciando la parte in cui ha riempito di insulti Tommaso per essere arrivato con quella specie di Gigi Hadid dopo avermi fatto credere di essere interessato con tutte le sue occhiate e sorrisini.  La mia amica ha poi commentato (come se non lo sapessi) quanto io sia stata sfigata nel non riuscire a riprendere la lettera pur avendone l'occasione. 

Ormai il danno è fatto e non c'è nessuna soluzione. Non rimane che pregare affinché non capisca che gliel'ho mandata io. Dai magari è stupido.

«Ha chiamato Sandra prima» dice mamma portando la pentola con la pasta pronta nel tavolo.  «Chiedeva se stessi meglio» aggiunge riferendosi a me.

Che tesoro Sandra. «E tu che le hai detto?» domando preoccupata della risposta. Se sa che sto ancora male potrebbe arrivare qua nel giro di un minuto pronta a riempirmi di ogni medicina possibile. E potrebbe anche accusare mamma di non avermi dato le cure giuste nonostante tra le due l'infermiera sia lei.

«Che stai meglio ovviamente, lo sapete che non mi piace mentirle ma a volte è troppo... troppo...» si interrompe non trovando la parola giusta. Papà e Mattia ridono sotto i baffi e anche io in realtà, le vogliamo un bene dell'anima ma sa essere un po' pazza alle volte. «Diciamo drammatica» completo io.

Mangiamo tutti insieme e per un po' stando in loro compagnia mi dimentico del resto.






Alle 16 in punto, mentre sono sdraiata sul letto a fare i conti il rimorso delle mie azioni, sento il campanello iniziare a suonare ripetutamente.

Mamma è andata a lavoro per il pomeriggio e papà sta lavorando nel suo ufficio quindi scendo velocemente io per non disturbarlo; il tempo di uscire dalla mia stanza che hanno già suonato altre quattro volte. 

Certo che questa gente non sa proprio cosa sia l'educazione, a quest'ora si lavora o ci si riposa. Se becco qualche tizio che vuole vendere il nuovo super tecnologico elettrodomestico con l'umore che mi ritrovo oggi potrei chiudergli la porta in faccia direttamente.

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