Sorrido appena sento i piedi che toccano la sabbia fredda, finalmente siamo arrivati.
Prima, davanti all'uscita del sentiero, siamo stati fermati da una ragazza che si trovava seduta in un tavolo con aria annoiata, ci ha spiegato che per accedere alla festa fosse obbligatorio togliere le scarpe e lasciarle nella scarpiera adibita per l'occasione; dopo averlo fatto ci ha consegnato un biglietto con il quale potremo riprenderle prima di andare via e per ultimo ci ha dato un pennarello fluo a testa.
«Nessuno può partecipare senza almeno un disegno o una scritta fluo nel corpo, regole dell'organizzatore» aveva annunciato stanca, come se lo avesse già ripetuto un centinaio di volte quella stessa sera.
Io e Giada ovviamente accettammo di buon grado la regola e promettemmo di metterla in pratica subito una volta entrate.
Sara invece era più titubante, a detta sua non le andava di impiastricciarsi con i colori come una bambina, ma alla fine, sfiancata dalle nostre lamentele, si convinse.
Appena entriamo mi rendo conto che Verde probabilmente non ha badato a spese nell'organizzazione: l'area per la festa, che occupa una piccola parte della grande spiaggia, è circondata da lanterne colorate e noto subito almeno tre casse per la musica professionali; è tutto decorato in stile hawaiano con i colori fluo per rispettare il tema, a partire dall'angolo bar che ha l'aspetto del tipico chiosco da spiaggia ma è ulteriormente arricchito con decorazioni floreali sgargianti.
Le luci fortunatamente non sono abbaglianti ma molto tenui, odio quando in feste di questo tipo si riesce a distinguere perfettamente la faccia anche di chi sta a metri e metri di distanza, e inoltre credo si crei un ambiente migliore pure per ballare.
Ci sono tantissime persone e mentre mi guardo intorno sorrido nel non riconoscere nessuno, l'obiettivo di oggi è divertirsi con gente che possibilmente non vedremo mai più, non ci devono essere vecchie seccature.
«Ragazzi posso dire una cosa? Ho già voglia di ubriacarmi» ci informa Giada euforica.
Io scoppio a ridere non avendo alcun dubbio mentre Sara non sembra dello stesso avviso e guarda malissimo la sorella iniziando a farle una ramanzina «Giada non erano questi i patti, se lo avessi saputo prima non ti avrei nemmeno accompagnata, lo sai che...»
Ma Giada non la ascolta, anzi mi prende a braccetto e si fa strada nella mischia trascinandomi con sé «Sì sì tranquilla sorellina» le risponde facendo un gesto con la mano per sminuire le sue preoccupazioni. «Noi andiamo a farci i disegni, vedete di divertirvi anche voi mi raccomando» conclude la frase lanciando a entrambi un'occhiata allusiva a cui aggiunge poi un occhiolino.
Siamo già un po' distanti ma, nonostante le luci, giurerei di aver visto Giacomo arrossire. Bingo.
Ci allontaniamo un altro po' fino a ritrovarci nella colorata pista da ballo.
«Abbiamo fatto bene a venire» dico eccitata alla mia amica mentre ammiro estasiata un gruppetto di ballerini che sembrano professionisti.
«Sii! E' davvero una bella festa, dovremo ringraziare quel Verde se riusciamo a beccarlo»
Annuisco d'accordo e poi lancio un'occhiata ai pennarelli «Che facciamo con questi?»
Anche lei li guarda: il suo è arancione mentre il mio azzurro.
Giada è notoriamente più creativa di me in queste cose, infatti prende subito il suo pennarello e con un sorrisetto soddisfatto sul volto lo avvicina a me «Tendi il braccio».
Faccio quello che mi chiede e col suo pennarello inizia disegnare nel mio avambraccio, vicino al polso, un sole con tutti i raggi ondulati, mentre con l'altro colore disegna a fianco una mezza luna.
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Stars
Teen FictionÈ estate e Camilla, da poco diciassettenne, vorrebbe solamente godersi le tanto attese vacanze senza ansie e stress con la sua migliore amica Giada, ma, come punizione per il suo debito in latino, è costretta a lavorare in un locale, lo Stars. È pr...