13. Il tranello del diavolo

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JJ mi aveva trascinata nel magazzino del locale. Non era esageratamente piccolo, era più simile a una dispensa per alimenti ma, con scatole ovunque.

-Prendi. Camille lo ha scelto apposta per te- disse lasciandomi tra le mani quello che costatai fosse un bikini.

-Chi è Camille? E cosa ne sa di ciò che mi piace?- sbottai contrariata.

Era fatto con strisce combinanti, azzurre e verdi, e si allacciava al collo. Era carino e i colori non mi dispiacevano ma, mi rifiutavo di andare avanti e indietro a servire mezza nuda.

Soprattutto..non dopo aver visto Damian fotografare quelle ragazze. Sembravano uscite da una rivista di modelle, per non parlare della loro pelle abbronzata. Io in confronto ero la parte bianca dei Ringo, odiavo stare al sole anche se si trattava solo di qualche minuto.

-Camille è la moglie di Fred, e cos'ha di male? È carino come chi lo deve indossare-
-I tuoi metodi di adulazione non funzionano, ti consiglio di cambiarli-

-Le tue guance rosse dicono altro- ghignò.

-Io non arrossisco. Mai!- esclamai duramente, ma lui rise lo stesso mentre si sfilava la collana di fiori dal collo per metterla al mio e scappare.

-Fuori!- gridai irritata spingendolo via e chiudendo la porta.

Indossai il costume che Camille si era tanto disturbata a scegliere per me, il laccetto alla schiena era più lungo e mi permise di fare un giro extra intorno alla vita, ma tenni comunque il pantaloncino che avevo prima, in qualche modo mi faceva sentire più sicura.

Finii di legare l'ultima treccia mentre mi dirigevo al bancone trovando solo Damian concentrato sulla sua fotocamera.

Se non lo conoscessi avrei detto che non mi avesse visto ma, sapevo che in realtà mi stava solo ignorando.

-Dove sono i ragazzi?- domandai spoglia.

Concentrati Alya, il fatto che sia la prima volta che lo vedi mezzo nudo non deve essere un problema per te.

Già. Infondo Damian cosa aveva che gli altri non hanno? A parte l'essere così apatico con tutti, anche dopo la sera scorsa.

-Non ne ho idea- borbottò sprovvisto di emozioni e tornò con la testa bassa.

-Non sapevo ti piacesse la fotografia- dissi solo per alleggerire l'atmosfera.
-Non c'è nessun motivo per il quale avesti dovuto saperlo-

Ok bene, non avrei detto più nulla.

Vidi una lunga lista sul bancone e iniziai a leggerla fin quando il "clic" della fotocamera incontrò le mie orecchie.

-Damian! Cancellala, adesso!- esclamai mettendo le mani davanti al soggetto, ma lui ne scattò un altra.

Scoppiò in una risata e a me sembrò di ricevere una bocca d'aria fresca nei polmoni.
Ero così stordita dal suo sorriso che mi arresi e dimenticando ciò che mi ero vietata di fare prima presi un pezzo di quella vista meticolosa.

-Hai finito le modelle? Ne vedo tante di la, perché non vai da loro?- eruppi scontrosa.

-Sei per caso gelosa, occhi blu?- mise via la macchina fotocamera e si avvicinò inchiodandomi tra le sue braccia e il bancone.
Il suo profumò distinguibile si insinuò sotto le mie narici facendomi notare quanto ormai ero diventata brava a riconoscerlo.

-Io gelosa? Di te?- ridacchiai senz'anima, mentre le dita dietro la mia schiena si aggrappavano alla bordatura di legno.

-Potrei offrirti un set fotografico tutto per te. Avresti tutta la mia attenzione- sussurrò tra il mio collo e l'orecchio. -Potresti diventare la mia nuova musa, Miss treccine- ne afferrò una e iniziò a giocarci mentre io guardai le sue labbra modellarsi lentamente a quelle parole.

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