20. Non puoi nasconderti da me

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Leonardo Da Vinci era forse l'artista più conosciuto del mondo eppure non si era mai sentito abbastanza, come avrei mai potuto riuscirci io?

Oggi a scuola avevo fatto tardi beccandomi un altro ritardo, mia madre si era chiusa in bagno e per qualche assurda ragione non aveva intenzione di uscire.

Il giorno prima era felice, quello dopo sembrava fuori di testa, supponevo fossero gli effetti della gravidanza.

Gravidanza. Era difficile anche solo pensarlo.

-La palla va presa con entrambe le mani Conner!-

-Lei è abituata a prenderle da altre parti, professore- ridacchiò perfidamente Jessica facendo ridere la sua schiera di animaletti addomesticati.

Laila fissò il pavimento paonazza in faccia e afferrò la palla.

-Ma la migliore rimani sempre tu- mormorai a Jessica, lasciando che le nostre spalle si urtassero appositamente mentre le passavo accanto per fare il mio canestro.

Inutile dirvi che non sfiorai nemmeno sopra il bordo.

-Perché non fai uno sport più adatto alla tua altezza, Nano-Young?-

Gli lanciai un occhiata irritata mentre lei sorrise orgogliosa di aver utilizzato ancora una volta quel suo pungiglione velenoso.

-Non c'entra niente l'altezza, è questione di spazio e concentrazione-

Alzai la testa e vidi la palla da basket volteggiare in aria e cadere accuratamente nel canestro come se avesse seguito uno schema preciso.

Quel tiro era stato straordinario.

-E tu chi ti credi di essere? Una copia andata a male di LeBron James? Sai, lui aveva i muscoli- sprezzò Jessica e quando mi voltai per mettere a tacere la mia curiosità mi accorsi che parlava con Ethan.

-Mi sorprende che una come te lo conosca-
-Una come me come? Cosa hai detto?!- esclamò la Crest.
-Attenta alla palla-
-Che..- Jessica non riuscì nemmeno a terminare la frase che la palla arancio gli finì in testa.

-Scusa Jessica..giuro non l'ho fatto apposta..-

-Me la paghi Sam! Parlerò con il preside, farò espellere te e tuo fratello una volta per tutte!- gridò rossa dalla rabbia e sbattendo i piedi a terra andò via.

Io e Ethan ci guardammo e scoppiammo a ridere.

-Grazie, sei stato d'aiuto, se lo meritava- gli sorrisi avvicinandomi a lui, i suoi occhi erano miele fuso.

-L'ho fatto con piacere..e sai, sarebbe bello se tu ricambiassi il favore-

-Cosa ti serve Clarke?- lo affiancai e ci allontanammo dal campo mentre il resto della mia classe continuava a giocare.

-Sei la ragazza più intelligente che conosco, e in questo periodo non sono un granché in matematica..mi chiedevo se qualche volta ti andrebbe di aiutarmi-

Annuii e senza pensarci troppo afferrai il suo telefono per inserire il mio contatto.

-Oh wow..è stato facile- sbuffò una risata esitante.

-Non è una solo scusa per avere il mio numero vero?- schernii.
-Anche se lo fosse ormai è tardi- rispose scaltro.

-Young in campo!- urlò il professore chiamandomi.

Sbuffai fiacca. -Ci sentiamo Ethan-

-Alya!- mi chiamò quando ero quasi arrivata a metà campo; mi voltai.

-La prossima volta che cerchi di fare un canestro evita di metterti sotto al canestro-

-Ti farò sapere- ricambiai il sorriso.

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