14. Hai vinto

1K 40 4
                                    

Guardai Dean e Damian con la fronte arricciata dopo che avevano fatto scappare il ragazzo a mani alte.

-Ma che vi prende?- sbottai e facendomi spazio tra i loro corpi mi allontanai dalla folla.

-Cosa ci prende? Quel tipo ti stava ficcando la lingua in bocca quando lo ha fatto con mezzo locale- digrignò tra i denti Damian.

-Oh guarda, mi ricorda qualcuno-

Serrò la mascella cogliendo la mia provocazione mentre io incrociai le braccia con sfida.

-Erano le regole del gioco o sbaglio?-

-Gioco? Che cazzo avete che non va tutti e due? Di che gioco parlate?!- esclamò Dean furioso.

-Niente- dicemmo insieme io e Damian che si allontanò con ancora le vene sul collo pulsanti dalla rabbia.

Provai ad andare via anche io, ma Dean mi sbarrò la strada.
-Alya, qualunque cosa tu stia facendo, smettila o saremo tutti fottuti- i suoi occhi azzurri erano irati, dilatati e pieni di preoccupazione.

-Perché incolpi me! È stato lui ad iniziare!-

-Ti stai comportando come una bambina, e qua non c'è nessuno a farti da babysitter, vattene, faremo a meno di te-

Io e Dean non avevamo mai litigato sul serio come in quel momento. Ero convinta nascondesse qualcosa, ma sapevo non me lo avrebbe mai detto, infondo non ero una di loro, non si fidavano di me e forse non lo avrebbero mai fatto.

Andai via prima che potesse vedere il minimo luccichio dei miei occhi. La sensazione di aver rovinato di nuovo ogni cosa si insinuò nella mia testa torturandomi mentalmente.

Restai inchiodata al pavimento in un angolo della seconda sala per l'intera serata. Provai a chiamare Ellie ma, il telefono continuava a squillare a vuoto e lasciai perdere. Noah che c'era sempre stato per me, in quel momento non c'era e quella consapevolezza mi piombò a dosso per la prima volta. Era stato lui e farmi integrare a scuola, a farmi conoscere Ellie e ad invitarmi alle feste, sentivo che gli dovevo ancora qualcosa nonostante non avessi più niente.
Non per lui almeno. Non più.

Mi sentivo maledettamente in colpa per aver baciato quel ragazzo, per essere stata al suo gioco meschino.

-Aly- sussurrò una voce.
-Mh?- alzai la testa e vidi JJ piegato sulle ginocchia, arrivava quasi alla mia altezza. -JJ- gli sorrisi spontaneamente.

Quanto tempo era passato?

-Sei la solita porta casini, devo ammetterlo di questo passo potresti superare il maestro- ridacchiò.

-È successo qualcosa? Che hai sulla guancia?- chiesi senza riuscire a resistere alla tentazione di sfiorare quel lembo rosso di pelle, poco più sotto dello zigomo.

Si allontanò alzandosi prima che potessi davvero toccarlo. -Niente, una ragazza mi si è appiccata addosso, sarà rossetto-

Ero sicura..era successo qualcosa e come sempre mi tenevano all'oscuro. Assomigliavano così tanto a mio padre, la stessa mania del cazzo.

-Sei arrabbiato con me anche tu?- bisbigliai.
-Voglio solo che tu stia bene Alya. Domani ne parleremo è tardi e il locale è vuoto-

Notai che le luci della sala si erano spente da un bel po' e adesso anche la piscina era per metà buia.

-Ci fermiamo a mangiare al locale difronte Tachos chica. Te gusta?-

Ridacchiai per il suo finto accento spagnolo, diverso da quello di Damian che era perfetto quanto quello di Pablo.

RebelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora