15. Uno, due, tre

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Tic tic tic

Tic tic tic

Stavo masticando il tappo della penna aspettando solo che la lezione finisse.

Era solo il primo giorno di tanti altri lunghissimi giorni di scuola e già non ne potevo più di svegliarmi presto.

Forse avrei dovuto ascoltare mia madre per una volta e abituarmi settimane prima.

Per di più dovevo finire la punizione di mio padre, o "lezione" come la chiamava lui.

Ogni sera i ragazzi passavano a prendermi per aprire il locale di Fred.

Uno di quei giorni JJ passò a prendermi solo in moto, oltre ad avere ancora il cuore a mille quando ci penso gli promisi che non ci sarei salita mai più dopo la sua ultima frase.
-Cazzo! È la prima volta che la guido, com'è stato?-

Tralasciando JJ..quel posto si trasformava in una sauna quando io e Damian eravamo nella stessa sala.
Era una lotta continua a chi l'avrebbe data per vinta a l'altro, il suo modo di istigarmi, di tormentarmi e stuzzicarmi solo guardandomi da lontano mi faceva impazzire.

Sbuffai con la guancia sul palmo e mi guardai intorno diffidente prima di notare che tutta la classe rideva guardando sul proprio cellulare.

Che hanno da ridere?

Voltai la testa, ma in qualunque lato mi girassi sembravano star fissando me. Il nodo alla gola si fece più stretto.

La campanella suonò e Jessica non perse tempo ad avvicinarsi insieme al suo duo di tarantole velenose.

-Poverina, mi sa che sei di nuovo senza amici..e senza ragazzo- sorrise crudelmente. Si piegò sul banco e il suo viso arrivò a un palmo dal mio.

-Avevi ragione Young: il karma esiste- sussurrò e portando la borsa firmata sulla spalla andò via.

Deglutii avvertendo una strana sensazione.

-Mi dispiace Alya, dovresti guardare la pagina della scuola- disse Amber amareggiata, prima di seguirla e lasciarmi completamente sola.

Quando ci eravamo trasferirti qui, oltre a cambiare casa e città, cambiai anche scuola. Non avevo molti amici in quella vecchia quindi cambiare non fu difficile.

Ma iniziare daccapo si.

Sola, giudicata e spaventata.
Mi sentivo proprio come il primo giorno.

Feci come disse Amber: aprii Instagram e la prima pagina che uscì nella home era quella della scuola.

Marta Everett aveva appena postato un nuovo post.

Una foto in cui erano immortalati Noah e Ellie. La mia migliore amica e il mio ragazzo. Le loro bocche erano appiccicate e i loro corpi incollati.

-Sembra proprio che Noah Carter abbia finito di stare con due piedi in una scarpa.

Lessi la didascalia, due piedi in una scarpa?

Montai lo zaino sulla spalla e andai via.
Sentivo le orecchie fischiare, mi sembrò diventare tutto torpido e lento.

Camminai a testa alta nei corridoi fissando difronte a me l'uscita senza guardarli in faccia, ma li sentivo lo stesso, tutti quegli sguardi mi stavano rimpicciolendo e schiacciando come una formica.

Ero diventata la povera ragazza che era stata tradita dal suo fidanzato e dalla sua migliore amica.

Un cliché no?

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