19. Grilletto

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Dean continuava a starmi addosso, era così vicino che riuscivo a vedere tutte le sfumature dei suoi occhi azzurri.

-Dean..-
-Vi ho visti prima..te e Damian- asserì duramente.

-Non c'è nessun "me e Damian"- mimai irritata. -Ora fammi passare devo farmi una doccia-

Ma ancora una volta non si mosse, sembrava un muro di cemento.

-Se tuo padre avesse visto quello che ho visto io..- lentamente mi infilò un ciuffetto di capelli dietro l'orecchio senza interrompere il contatto visivo.

-Cosa Dean? Volevi dirgli tutto?- deglutii ma, continuai ad affrontarlo con audacia.

-Mi credi davvero così meschino? Non sono Damian, ma in quel momento avrei voluto esserlo-

Mi morsi le labbra nervosa mentre il suo sguardo bramoso cadde automaticamente su di loro.

-Quel brutto segno che hai in faccia te l'ha fatto lui?- lasciò che gli sfiorassi l'occhio malconcio.

-Tra amici a volte succede- pronunciò secco.

-Anche JJ ne aveva uno la scorsa settimana, Damian è deleterio. Ci starò lontana. Io non faccio per lui-

-E lui non fa per te, bambolina- mi accarezzò la guancia con le dita ricoperte di tatuaggi scuri, che aumentavano lungo il braccio terminando sulla spalla.

Annuii impercettibile e Dean non sembrò per niente soddisfatto della mia risposta.

-Oh, perché tu si?-

JJ entrò un cucina, e Dean si allontanò per guardare l'amico.

-Che cazzo ti prende amico?- sbottò JJ confuso.

-Che cazzo prende a tutti voi?- emise lui burbero.
-Non ti capisco Dean-
-Continua a manipolarci e a mentire a tutti. Nemmeno quei tre anni lo hanno cambiato!-

-Dopo tutto quello che ha fatto per te, al posto tuo starei zitto- sputò JJ spingendolo bruscamente. -Vattene, due teste di cazzo sono meglio di tre-

Era arrabbiato, le nocche di Dean erano impallidite ma, non alzò un dito su JJ.

Ringhiò qualcosa e uscì dalla stanza. Lo guardai disorientata e cercai l'aiuto di JJ, ma questa volta non lo trovai.

-Tuo padre vuole che ti accompagni a casa, si era offerto Dean ma..-
-Va bene, vengo con te-

Volevo solo allontanarmi da qui.

Feci una doccia fredda e asciugai rapidamente i capelli lasciandoli umidi sulle punte. Infilai una canotta bianca e un pantaloncino grigio che avevo lasciato qui le scorse volte.

-Si, sono qui, mi serve altro tempo, non siamo soli adesso-

Sentii Damian parlare a telefono accanto alla porta del bagno, la tenni socchiusa così da origliare meglio.

-Micheal non dubita minimamente di me, ho tutto sottocontrollo-

Mi mancò il fiato, Dean non si sbagliava su di lui..

Fui presa da una ventata di rabbia e..delusione. Avrei voluto uscire e gridargli in faccia cosa diavolo aveva in mente, ma avevo bisogno di sapere altro.

-Ci vediamo al Red-out alle cinque-

Damian intascò il telefono mentre io aprii la porta per uscire ma, gli finii goffamente addosso.

-Sei di intralcio levati-

Lo fissai come non avevo mai fatto, perfino il suo fascino adesso mi sembrava parte di un trappola.

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