Warning iniziali: violenza fisica e psicologica. La prima può essere evitata saltando la parte in italic. (Inoltre, alcuni avvenimenti canonici sono stati leggermente modificati).
Giugno, 1993
Il Marchio Nero svettava sulla pelle lattescente, la luce bianca del mattino si faceva strada tra gli intagli sottili nel muro, allargandosi come a volerlo squarciare. Gli mostrò solo più chiaramente il segno sul braccio.
Tutto quel tempo a restare sani per la pura e la cosapevolezza di essere innocente, tutto quel tempo a non farsi spezzare, con la sicurezza ben radicata di essere lì per sbaglio, per uno scherzo cattivo della sorte e per qualche gesto avventato e istintivo di troppo.
Quelle certezze si dissolsero nel momento in cui il dubbio lo portò a chiedersi cosa fossero quegli squarci di ricordi.
E perché, all'improvviso, sembrassero distorti.
"È colpa mia," un sussurro come un grido, come un marchio di verità e di bugia.
***
Girava voce che il mondo fosse stato costruito in sette giorni e che servissero sette morti soltanto per salvarlo. A ogni luna piena, sette sacrifici venivano consumati al Tempio della Notte, nella speranza che le anime lise del pianeta potessero redimersi con un solo sacrificio.
Il re Lox credeva che la purezza e la spontaneità del mondo fossero le caratteristiche essenziali per un'offerta e aveva messo una legge infrangibile per ogni cittadino del suo regno. In nessuna circostanza questa legge si sarebbe piegata, se non, s'intende, per se stesso e i suoi quattro figli.
"A ogni famiglia del regno," scriveva febbrile il re Lox, "sarà richiesto almeno un figlio l'anno. Chi si rifiuterà di obbedire verrà punito con la morte."
Ogni mese, nel regno, nuovi bambini nascevano e le famiglie vittime di un imprevisto che impediva loro di mettere al mondo una nuova creatura sparivano nel nulla. Ogni mese, nel regno, nuovi bambini venivano mandati a gruppi di sette sul Monte del Vento. A nessuno era concesso di sapere cosa accadesse di preciso sull'altura sventurata, ma, di giorno in giorno, di anno in anno, nuvole nere oscuravano e circondavano la cima del Monte del Vento. I suoi fianchi scuri e inospitali si ergevano possenti fino a scomparire, sfumando tra le nubi sterili.
Ogni mese grida di bambini risuonavano nel regno del re Lox, rimbalzando stridule nella cassa di risonanza della valle.
La notte in cui il fratello di Joy venne portato con la forza sul Monte del Vento, il ragazzo si decise a mettere fine a quel mondo di terrore. Era stato fortunato, Joy, a non essere mai stato selezionato per le spedizioni. Era stato considerato indegno, nato senza talento, incapace di far muovere oggetti con la forza del pensiero. Era nato senza magia.
Fu con quella rassegnazione che si addentrò tra gli alberi spigolosi ai piedi del Monte del Vento.
Ci sono molte storie sulle atrocità a cui assistette, mentre risaliva stancamente il fianco sinistro, sulle creature mostruose che, senza uno straccio di magia, non avrebbe dovuto poter battere. E, per quanto i pareri siano discordanti, su una sola cosa ogni versione non può che convenire: Joy ebbe successo.
Arrivò in cima al Monte del Vento alle prime luci dell'alba e si riparò saggiamente dietro una siepe alta che lo tenesse nascosto, ma non abbastanza da impedirgli di assistere alla scena.
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The kids from yesterday | Wolfstar
FanfictionLa storia completa dei malandrini, dal primo sguardo all'ultimo respiro. O... la storia di come "alla fiera dell'angst per due soldi un malandrino mio padre comprò", senza dimenticare un po' di humor. "Ci siamo trovati sotto un cielo - certo, era si...