Parte 3 Non sono certo interessata a quell'uomo

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Mi sveglio con un senso di ansia che mi attanaglia le viscere. Mi sento come se avessi una sindrome pre-esame o qualcosa del genere. E' ancora buio fuori, saranno almeno le tre del mattino, ma io incredibilmente sono sveglia. Qualcosa mi ha svegliato o, meglio, qualcosa mi ha tenuta sveglia. E non un rumore o il caldo, piuttosto questa sensazione che avverto. Come se tutti i miei sensi fossero orientati a qualcosa che sta per succedere, come se necessitassi di stare all'erta.

Deduco che non riuscirò ad addormentarmi da qui a breve, allungo una mano verso il comodino e prendo il mio telefono. Ieri sera ero talmente cotta dalla giornata da essermi addormentata senza nemmeno spegnerlo. Sblocco la tastiera e noto una notifica.

Un messaggio. Emanuele.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Come vorrei che capisse! Come vorrei che capisse che non sono la cattiva e che non è stata una "follia" tanto meno "improvvisa" la mia decisione di chiudere la nostra relazione. Non so nemmeno se abbia voglia di leggere effettivamente quello che ha da dirmi. Dopotutto, durante tutta la nostra relazione è stato sempre difficile intavolare una discussione seria con lui, mentre ora che ho chiuso sembra avere moltissime cose da dirmi. Beh, sono io a non avere più voglia di parlarne, ora.

Scansiono velocemente con gli occhi le parole che compongono il lunghissimo messaggio, concludo che non ci sia niente di rilevante o di diverso da quello che mi ha già detto in precedenza, e richiudo il tutto.

Chiudo gli occhi e mi porto le mani sulla pancia, cercando di imporre ad ogni mio muscolo di rilassarmi. La tensione al ventre però continua. E' una sensazione che non sentivo da molto tempo ma so che mi è familiare. Mi addormento con l'immagine degli occhi di Filippo stampati nella mente. Mi sembra di percepire ancora il tocco della sua mano sulla mia.

Mi risveglio qualche ora dopo disturbata dal suono della sveglia. Mi sembra di non aver mai dormito un'ora da quando sono al mondo. Sbuffo controvoglia ma poi vengo assalita da quella tensione, e scopro che in realtà mi provoca anche una certa frenesia ed entusiasmo. Sono ancora più confusa, ma in ogni caso il mio corpo mi sta dicendo di essere impaziente di alzarsi e affrontare la giornata per chissà quale motivo.

Come nei film, ripeto la solita sequenza di azioni noiose di routine: vado in bagno, mi lavo il viso, scelgo degli indumenti dall'armadio, mi spazzolo i capelli, scendo in salotto, saluto i miei, mi trucco leggermente, prendo il pranzo ed esco. Appena respiro l'aria esterna sento come un colpo allo stomaco. Sono le 7.20 e potrei incontrare ancora Filippo. Sento immediatamente il cuore accelerare e mi ritrovo a controllare il respiro per non andare in ansia. Tiro sulla fronte gli occhiali da sole e mi guardo intorno mentre percorro il vialetto ed esco nel parcheggio.

Non c'è anima viva, non c'è, non verrà, mi dice una voce razionale nella mia testa. E poi perché vorresti che ci fosse? Faccio un gesto con la mano per scacciare il pensiero mentre salgo in auto. Farei meglio a togliermi questa sensazione dalla pancia. Metto in moto l'auto, faccio manovra per uscire dal parcheggio, mi volto verso la mia borsa per cercare il burrocacao, quando sento battere leggermente sul vetro. Salto sul sedile presa alla sprovvista. Guardo verso il finestrino e vedo nientemeno che Filippo. Mi porto istintivamente una mano sul petto che gli fa capire di avermi spaventato a morte, e abbasso il finestrino. Gli rivolgo comunque un sorriso di sollievo.

"Scusa, non volevo spaventarti. Sembra che ci incontriamo tutte le mattine."

Il suo sorriso è così genuino e caloroso che sento sciogliersi tutta la tensione che avevo allo stomaco e che, lo capisco ora, era provocata esattamente dall'uomo che ho ora davanti.

Lui appoggia le mani sulla mia portiera, il suo viso è sempre più vicino, poi abbassa fugacemente lo sguardo sulle mie gambe. Il mio abito si è stropicciato salendo in auto e mi sta lasciando scoperte le cosce più di quanto dovrebbe. D'istinto il mio cervello manda alla mia mano il comando di coprirmi, ma poi mi fermo improvvisamente, realizzando che l'idea che lui mi stia guardando mi piace da impazzire.

"Tu sei un tipo sportivo, vedo"

Lo provoco apposta dando uno sguardo alla sua figura. Sono sicura che se ne stia accorgendo.

"Sì, questa attività mattutina mi aiuta davvero a scaricare i nervi. Negli ultimi giorni ne ho più bisogno del solito." Accenna un sorriso timido e non sono sicura di cosa voglia dirmi.

"Beh, a forza di incontrarti di ritorno dalla sessione di corsa, mi contagerai"

"Allora perché non vieni con me?"

Studio la sua espressione per capire se stia parlando sul serio o voglia semplicemente essere gentile con una frase di circostanza.

"La pace che può darti il mattino è unica, ma ogni tanto mi piacerebbe un po' di compagnia" Mi sorride in maniera più luminosa del solito. Io mi ritrovo a ricambiare il sorriso con la stessa intensità.

"Sai, non sono mai stata una persona molto dinamica."

"Beh..." Si passa una mano in testa e guarda altrove, come se non avesse preventivato di dire quello che sta per dire. "Da quello che vedo non sembra proprio che tu abbia bisogno di rimetterti in forma, però"

Arrossisco violentemente. E' capace di dire esattamente quello che vuole usando una delicatezza incredibile.

"Sono serio. Se ti va, io esco sempre di casa intorno alle 06:30. Potremmo rientrare in tempo per il tuo orario di lavoro. Mi farebbe davvero piacere."

Di nuovo, mi fa un cenno di saluto, riprende la corsa e se ne va. Lasciandomi di sasso.


Stasera rientro a casa abbastanza nervosa, la giornata lavorativa è stata pesante e mi sento prosciugata. Avrei solo voglia di una doccia fredda.

La doccia fredda però mi arriva molto prima di quanto immaginassi, quando ancora non sono nemmeno entrata in casa.

Appena parcheggiata l'auto, mando un gesto di saluto a Carolina che intravedo in lontananza dal suo balcone. Metto un piede sul mio prato e con la coda dell'occhio vedo un movimento a qualche metro di distanza sulla destra, nel giardino a fianco. Riduco gli occhi a fessure per vedere meglio e osservo così Filippo e una donna, stretti l'uno all'altro su una sdraio, sotto il sole che sta ormai impallidendo.

Sono consapevole che non dovrei rimanere in piedi immobile a sbirciare con questa espressione sconcertata, ma non riesco proprio a muovermi. I miei occhi sono puntati sulla scena che ho davanti. Quella deve essere sicuramente sua moglie e loro sono silenziosamente abbracciati, forse assopiti. Di lei riesco solamente a distinguere i capelli che mi paiono molto scuri. Il mio cuore prende a battere fortissimo senza che io possa controllarlo. Mi fa quasi male, tanto che devo poggiare una mano sullo sterno per tenerlo nel petto. Lui indossa degli occhiali da sole e non riesco a vedere dove stia guardando, o se abbia gli occhi chiusi. In ogni caso, inizia a massaggiare le spalle della moglie lentamente e delicatamente.

A questo punto non reggo più, scuoto la testa, affretto il passo e spalanco la porta di ingresso.

Entro in bagno come un tornado e con il fiato corto mi siedo sulla vasca tenendomi il viso tra le mani. Ma cosa mi sta succedendo? Perché vedere una coppia di vicini in atteggiamento affettuoso mi dà tanto fastidio?

Vorresti che fosse il tuo il corpo che stava toccando.

Combatto con questo pensiero che mi salta in testa senza avvisarmi.

Hai pensato per tutto il giorno all'idea di presentarti all'appuntamento domani mattina per trascorrere del tempo con lui e ora sei gelosa.

Basta! Scuoto la testa e mi ravvivo i capelli togliendomeli dal viso. Non sono certo interessata a quell'uomo, penso mentre mi chino sul lavandino poggiando entrambe le mani sul piano di ceramica. E' sposato e tremendamente adulto. Mi è solo... ecco... simpatico.

Mi butto un po' di acqua fredda sul viso per mettere a tacere tutti questi pensieri. Certo, non c'è niente di strano nel provare simpatia per un mio vicino. Anzi, è più che normale stringere legami di questo tipo. Per questo domani mattina potrei presentarmi per quella corsa mattutina. Scoprirò sicuramente di non provare nessuno strano interesse per quell'uomo e scaricherò un po' di tensione.

Sì. Ce la posso fare.

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