Parte 31 Il bouquet

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La luce del sole che batte sullo specchio della mia camera rivela piccole particelle di polvere in movimento. L'atmosfera è sospesa, c'è silenzio assoluto, tanto da permettermi di sentire distintamente il mio respiro. Riflessa allo specchio, sono il ritratto dell'agitazione.

Tutto il lavoro di trucco che ho svolto mi sembra ora completamente superfluo: posso ancora vedere i miei occhi stanchi e la mia fronte corrugata. Inspiro forte, le braccia lunghe sui fianchi, e sorrido alla mia immagine, che ricambia.

Coraggio, Marta, ce la puoi fare.

Sono appena le 14, mancano due ore esatte all'inizio della cerimonia, ma io sono già completamente vestita, truccata e pettinata, pronta. Guidata dall'agitazione, ho iniziato a prepararmi da molto tempo e ora mi ritrovo a fissarmi allo specchio, troppo in anticipo sui tempi.

Osservo di nuovo la mia immagine. I miei capelli mossi sono raccolti di lato, fermati all'altezza dell'orecchio da un piccolo fermaglio luccicante, e mi ricadono sul petto morbidi. Mi sono truccata nei toni del rosa, e il risultato è naturale, ma devo ammettere che valorizza i miei zigomi e mi ingrandisce gli occhi. L'abito è di una particolare tonalità dell'indaco, il corpetto composto da due fasce oblique che coprono le spalle e il seno, con un leggero scollo a V, una cinturina sottile in vita, gonna morbida al ginocchio, interamente in tulle tempestato di brillantini. Indosso infine dei semplici sandali con tacco basso color rame.

Al polso, il bracciale dorato con la pietra azzurra.

Chiudo gli occhi cercando di raccogliere tutte le forze necessarie per affrontare la giornata. Sono felice di vedere Celeste finalmente felice a coronare il suo sogno d'amore, ma tutta questa situazione allo stesso tempo mi spaventa molto. Oggi dovrò affrontare un'infinità di momenti che potrebbero rivelarsi imbarazzanti. Ci sarà mia madre, che ora sa tutto della mia scottante vicenda segreta, anche se non le ho raccontato nessun dettaglio. Rivedrò Andrea, che conosce anche lui la situazione. Celeste, Laura, tutti i nostri vicini, agli occhi dei quali devo cercare di apparire perfettamente neutra. E, particolare non trascurabile, rivedrò anche Filippo.

Non voglio pensare troppo a lui, anzi, non voglio pensare a nulla. Non intendo prefissarmi niente, per questa giornata. Per fortuna, ci sarà anche Carolina con me. Allontano ogni altro pensiero afferrando in fretta la mia borsetta e scendendo al piano di sotto. Sono pronta.

I miei genitori stanno iniziando solo ora a prepararsi. Mia madre ha dato una mano a Laura, estirpando erbacce dal giardino e dal vialetto di fronte alle nostre abitazioni, e intervenendo nell'allestimento. Mio padre ha aiutato un paio di operai a fissare un pergolato di legno a forma di arco all'ingresso del giardino. Ora, sono molto curiosa di dare un'occhiata al risultato.

Mentre i miei sono stati più o meno occupati all'esterno, io non ho messo piede fuori casa, né mi sono affacciata per dare un'occhiata. Non me la sentivo di rischiare di incrociare gli sguardi della famiglia di Celeste più di quanto non dovrò già fare per tutto il resto della giornata.

Esco cautamente in giardino, la testa già rivolta a sinistra verso quello dei vicini. C'è un certo silenzio che non mi aspettavo: mi sarei immaginata un certo via vai, adrenalina e agitazione nell'aria, invece c'è calma piatta. Mi avvicino al recinto che separa le nostre proprietà, e mi concedo di ammirare il lavoro fatto dagli operai. All'ingresso, l'arco di legno con rose bianche e rosa che diffondono un profumo tanto forte da arrivare fino a qui; un percorso di petali fino all'ingresso della casa, e tutto intorno lanterne bianche, strutture di palloncini e luci intermittenti.

Butto uno sguardo all'abitazione, immaginandomi Celeste all'interno che si sta preparando per il grande giorno, tra parrucchieri, truccatori e fotografi, con la sua famiglia a fianco a lei. I miei occhi sono persi nella contemplazione del giardino, immaginando Celeste uscire nel suo abito bianco in quel meraviglioso allestimento per le foto di rito, prima di raggiungere la chiesa, quando l'idillio è rotto dall'immagine di una donna che fuoriesce correndo dalla casa. E' piuttosto bassa e tarchiata, sulla settantina, vestita in argento con cappellino scuro, le braccia che si agitano su e giù.

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