Parte 14 La cosa più giusta su questo mondo

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"Cosa ti ha turbato così tanto ieri sera?" mi scuoto stupita nel sentire la sua voce dopo un'infinità di tempo trascorso nel più completo, e appagante, silenzio.

Alzo leggermente la testa che tengo poggiata sulle sue gambe mentre mi accarezza i capelli. Potrei restare distesa qui all'infinito.

"Lo sai, sono spaventata. Tu sei sposato" dico infine, sistemandomi il ferretto del reggiseno e portandomi le mani sulla pancia.

"Questo lo sapevi già. Come sapevi già che ho trent'anni più di te".

Volto la testa verso il suo busto. E' seduto dritto con la testa all'indietro sul cuscino del divano, gli occhi chiusi, una mano che ancora mi accarezza i capelli. Si è rimesso i boxer e la maglietta. Mi fermo a scrutarlo: è splendido, e non posso credere che lui sia stato con me. Che sia qui con me. Che sia stato mio, anche se non del tutto.

"Non mi interessa della tua età. Pensavo lo avessi capito."

Filippo abbassa la testa e mi sorride tentennando. "L'ho capito. Ma fino a questo momento avevo un po' di timore, sai. Pensavo... di non poter essere all'altezza"

Lo guardo confusa. Di cosa parla?

"Sai... tu non hai neanche trent'anni e forse sei abituata ad altri... standard, in fatto di uomini." Mi guarda di sottecchi, sondando la mia reazione.

"Eri preoccupato per il sesso?" domando infine ridendo.

"Beh, certo. Non sono più un ragazzino" risponde un po' offeso. Gli prendo una mano e la bacio.

"Non mi hai delusa, anzi. L'ho detto, è stato oltre ogni mio possibile sogno".

Filippo sembra più convinto. Prendo il cuscino del divano a fianco a me e lo stringo al petto. Non posso credere di trovarmi sul divano di casa sua, mezza nuda, di averlo appena fatto qui, dove stasera sua moglie si siederà a guardare la tv dopo cena. Sento un gorgoglio al ventre.

"Allora, torniamo al punto principale. Cosa ti ha fatto avere dubbi ieri sera?"

Stavolta mi tiro su e mi siedo a gambe incrociate al suo fianco, lui mi mette le mani sulle ginocchia. Il nodo allo stomaco di ieri sera minaccia di ricomporsi.

"Tu hai due figli." Lo dico così, lapidaria, senza girarci intorno. Lui ha una leggera esitazione e poi prende a creare dei cerchi con le dita sulle mie cosce.

"Sì. Ho una figlia che non vive più qui. Sta per sposarsi. E Andrea... beh, lui non è più lo stesso da tanto tempo. Vive in un centro specializzato, a pochi chilometri da qui. Pensavo che i tuoi genitori te lo avessero detto". Mi guarda attentamente.

"A dire la verità, no. L'ho saputo ieri sera da Carolina. Mi ha... colpito molto"

Filippo si ferma un momento, poi mi prende le mani con le sue, prendendo un lungo respiro prima di parlarmi.

"Mi dispiace. Non mi è mai capitata l'occasione di raccontarti di lui, ma non credevo avesse a che fare con noi due."

"Però ha a che fare con tua moglie". Sputo fuori questa frase d'impulso, senza riflettere, e mi rendo conto di essere stata parecchio indiscreta. Mi mordicchio una pellicina sull'indice aspettando la sua risposta. Sembra preso un po' alla sprovvista.

"Mia moglie ha vissuto questo cambiamento in modo difficile. Non c'è molto da dire." Il suo sguardo assente si posa sul bicchiere d'acqua sul tavolino che mi aveva portato. Ancora non l'ho toccato.

"E' che...", mi sforzo di esternare quello che sento. "Per giorni interi mi sono chiesta come lei potesse essere così dura, diffidente... ed essere tua moglie". Mi fermo perché i battiti del mio cuore sono così forti da non riuscire a sentire la mia stessa voce. "Siete talmente diversi. Ora che so... non riesco a non sentirmi uno schifo pensando a come l'ho giudicata".

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