Vicino al cuore

Parte 27 Andato

Osservo il contenuto dell'ultimo scatolone che sto svuotando sul letto. Mi colpisce improvvisamente il ricordo di me stessa, poco più di due mesi fa, che svolgevo la stessa operazione nella stanza a casa dei miei. Un paio di settimane dopo aver lasciato Emanuele, stanca e abbacchiata, mi preparavo per un nuovo capitolo della mia vita, pronta a lasciarmi alle spalle una relazione fallimentare per riprendere la mia avventura da sola. Non potevo certo sapere che in poco tempo mi sarei ritrovata ad affrontare tutto un altro tipo di avventura.

Le mie mani si fermano. Le guardo, cercando di convincerle a proseguire. Niente da fare, quando la mia mente torna a lui, perdo completamente il controllo. Mi sento smarrita. Mi guardo intorno e non vorrei essere qui.

Non essere sciocca, Marta. Hai voluto trasferirti il prima possibile proprio per tagliare ogni vicinanza con lui.
Sì, lo so, sono riuscita ad ascoltare la mia parte più razionale e prendere la decisione giusta, per la seconda volta. Chiudere la relazione con Filippo, ed evitare ogni ulteriore contatto. In effetti, nonostante ancora non abiti definitivamente nel mio nuovo appartamento, anche continuando a frequentare casa dei miei genitori, non lo incontro da parecchio tempo.

Mi decido a dividere gli indumenti usciti dallo scatolone, mentre osservo distrattamente il mio nuovo armadio. E' stato stimolante scegliere la mia nuova abitazione, organizzare il trasloco, avere la mente completamente occupata da questo progetto, il tutto in un solo mese. Il mio primo appartamento da sola.
Certo, non è davvero mio, ma l'affitto è conveniente e l'ambiente è davvero grazioso. Il tempo di portare a termine gli ultimi lavoretti, e potrei trasferirmi del tutto a partire da settembre, tra pochi giorni.

Un piccolo campanello mi risuona in testa. Questo sabato sarà il 28 agosto e si terrà il matrimonio di Celeste. Mancano solo quattro giorni. Provo sentimenti contrastanti all'idea: in parte sono felice di vederla, di stare con le persone che mi accompagnano da tutta la vita, i vicini, la mia famiglia, persone che sento di aver trascurato a causa di tutti i miei problemi. Dall'altra parte, sono terrorizzata all'idea di rivedere Filippo.

Dopo il nostro momento fuori dalla struttura dove abita suo figlio, l'ho incontrato solamente un paio di volte, ed eravamo talmente lontani che nemmeno ci siamo incrociati. Ho sentito di sfuggita la sua voce qualche volta in casa, o in giardino, dopodiché il nulla. Complice il fatto che ho trascorso sempre meno tempo in quella casa, impegnata com'ero tra la ricerca del nuovo appartamento e tutto quello che ne deriva. A dire la verità, non ho più avuto modo di vedere nemmeno Celeste o Laura. Devono essere stati tutti molto presi dai preparativi dell'ultimo periodo.

Apro l'anta dell'armadio per riporre alcune t-shirt e butto l'occhio su una custodia trasparente. Allungo il braccio e afferro la gruccia dell'abito protetto al di sotto. Lo poggio davanti a me osservandomi allo specchio, immaginandomi con questo addosso al ricevimento di nozze di Celeste. Basta, perché continui a pensare al matrimonio? Sbuffo, controllando l'ora: sono quasi le 19, e i miei genitori stasera mi attendono per la cena. Mi devo sbrigare.

Ogni proposito di smettere di pensare al matrimonio sfuma improvvisamente non appena parcheggio l'auto di fronte casa. Mi accorgo già da lontano che, poggiata alla cancellata di ingresso di casa dei suoi genitori, c'è proprio Celeste che controlla la buca della posta. Questa volta, non posso evitarla. Dopotutto, tra pochi giorni parteciperò al suo giorno più bello e sarebbe poco appropriato, ora, fingere di non averla vista. Così, aumento il passo e mi dirigo nella sua direzione.

Non appena si volta, dopo aver richiamato la sua attenzione, registro subito in lei qualcosa di strano: la fronte è corrugata, gli occhi sembrano più piccoli ma allo stesso tempo le pupille più scure, lo sguardo stanco. Accenna un lieve sorriso ma deve aver captato il mio stupore.