Poesia #2

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Estate

Questo borgo non è una casa
Che accoglie le membra dolenti e stanche
Al tramonto d'un giorno qualunque.
Questo borgo è una cava di rena,
Battuta d'arsura e gente straniera,
È una gabbia abitata da relitti e fantasmi,
Che leviga e sbecca come gusci da scoglio,
Che attende la nuova stagione a venire
Per farsi bella di luci e madonne,
Lustrini e canti e sirene d'estate.
Questo borgo che tende le braccia,
Che cinge d'amore chi viene, non chi se ne va,
Che lascia l'amaro sapore di esser turista
A chi ritorna, a chi nasce qua.
Questo borgo è una colonia, una provincia del capitale,
Uno scherzo del fato cinto dal mare, sterile di ogni alimento
Che non sia bellezza, che lascia l'ulivo morto e accroccato
Sotto la patina di un folklore passato, cristallizzato ai suoi anni più belli.
Questo borgo è un addio, un ricordo lasciato alla polvere
Nella cassetta di qualche madia azzoppata.
È cenere, un falò che ridà linfa alla terra.
È calcare marino che fragile attende
⎯  scricchiola e crepita ⎯  l'ultima onda
Sotto cui crollerà.

Apeimeron. Racconti e poesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora