XI. Rαgηαtelα

290 24 5
                                    

La ragazza che appena un'ora fa aveva chiesto il mio perdono, si stava dirigendo in classe con passo veloce, tanto che alcune sue amiche furono costrette a trotterellare per starle dietro.

- Misaki! Aspetta Misaki!- esclamò una.

- Non fare idiozie! Non è un caso se tutte noi abbiamo sognato esattamente la stessa cosa!-

- E' meglio stare lontane da Amamiya e da Manami!-

Misaki si fermò di colpo e guardo stizzita le sue compagne.

- Codarde! Cosa credete? Che io rinuncerò ad Amamiya solo perché stanotte tutte e cinque abbiamo fatto un incubo? Scordatevelo! Io non ci rinuncerò mai!- ringhiò agitandosi, tanto che i suoi deliziosi boccoli dorati si scompigliarono leggermente.

- Ma ricordati quello che ha detto! Se ci avviciniamo ancora a Manami ...-

- Non ho bisogno di ricorrere di nuovo alla violenza. Io sono la ragazza più desiderata dell'istituto, il mio fascino basta ed avanza!- disse arrotolandosi un boccolo nel dito - e in ogni caso solo una di noi può essere la sua ragazza, quindi se voi ci rinunciate, tanto meglio per me!- 

Detto questo si avviò a passo di marcia verso la sua classe.

Svoltò l'angolo del corridoio e trovò Kai. Se ne stava appoggiato al muro azzurro, fermo, come un predatore in attesa che la sua preda passasse. Quando vide Misaki i suoi occhi blu brillarono ambigui.

La salutò con un suadente "ciao", poi si staccò dalla parete e si avvicinò alla ragazza con fare predatorio.

L'istinto della ragazza le gridò di andarsene, ma la visione di quel trionfo di bellezza che veniva verso di lei e con quello sguardo traboccante di sensuali promesse, la fece rimanere ferma dov'era.

- Ciao Sakurai- atteggiò con voce da gattina.

Kai le afferrò il polso. La sua presa era dolce, tuttavia la ragazza non era certa di potersene liberare.

Ebbe paura. Il suo istinto le disse nuovamente di scappare, come se le antiche conoscenze tramandate nei suoi geni, conoscessero la creatura che avevano di fronte.

Ma lei non se ne andò. I suoi occhi castani sprofondarono negli abissi marini di quelli di Kai. La sua mente si fece via via meno lucida.

- Che ne diresti di lasciar perdere quella mezza sega di Amamiya e metterti con me?-

Passai nei corridoi alla ricerca di Kai.

Sapevo che non aveva senso portargli la merenda, poiché tanto non l'avrebbe mangiata ma mi dispiaceva dirlo alla mamma che l'aveva ormai preparata.

"E' un lunatico. Cambia idea da un momento all'altro, quindi tanto vale, dopo tutto tentar non nuoce."

Mi ricordai che l'ultima volta che avevo pensato quella frase, avevo in mano il libro dei riti magici e stavo per evocare Satana in persona.

"Ok,  forse dipende da cosa tenti di fare"

Venni distratta da dei gemiti sospetti, provenienti dall'angolo nascosto del corridoio.

"Ma tu guarda questi scostumati, mettersi a fare certe cose nei corridoi."

Stavo per girare sui tacchi e andarmene, quando sentii la voce della ragazza soffiare languidamente il mio cognome.

Senza che il mio cervello venisse interpellato, le mie gambe mi portarono all'angolo del corridoio e per poco non caddi a terra.

Misaki, la ragazza che qualche giorno fa mi aveva aggredito, se ne stava appoggiata contro la parete con le gambe allacciate dietro la schiena di Kai, che la sorreggeva per i glutei e lasciandole dei succhiotti sul collo.

Virgin Crisis - Amore SatanicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora