XXII. Permettimi di portarti via

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A nessuno piace sentirsi ricordare com'è difficile far coincidere l'esistenza innegabile del male − la quale tale rimane nonostante le proteste della Christian Science − con la Sua onnipotenza e suprema bontà. Il diavolo sarebbe un'ottima scappatoia per scagionare Dio, economicamente avrebbe la funzione di scarico che ricade sull'Ebreo nel mondo degli ideali ariani. Ma poi? Dio può essere chiamato a rispondere tanto dell'esistenza del diavolo quanto del male che questo incarna.

Sigmund Freud, Il disagio della civiltà, 1930


Disperazione ed angoscia mi erano penetrate nel profondo del cuore; avevo un inferno dentro di me e nulla per estinguerlo.

In fondo, la mia mente lo avevo sempre saputo, solo che il cuore gli aveva detto di tacere.Lui è un demone ed io ho cercato di convincermi che non ci fosse troppa differenza tra un diavolo e un umano. Mi sono sbagliata.Una creatura antica quanto il mondo non può accontentarsi di qualcuno che non aveva neppure due decadi di vita. Qualcuno che presto sarebbe morto.Era la mia paura più grande e si è avverata. Una volta che si era preso ciò che gli interessava di me non gli sarebbe più importato nulla di me.Sapevo che non dovevo innamorarmi di lui, sapevo che ne sarei uscita con il cuore sanguinante. Ho inibito la ragione. Ho giocato con il fuoco, mi sono bruciata.Ma non avrei mai pensato che potesse essere così doloroso...


Mentre Seera andava a leccarsi le ferite in qualche angolo isolato dell'istituto, avvertì agitata la presenza di Amamiya che la seguiva.-Seera, i patti erano che non dovevi farle del male - - Infatti così è stato. Stavo cercando un opportunità che tu non potrai rifiutare - gli rispose Seera serissima - Ora tocca a te. Consolala e allontanala per sempre da Satan- disse poggiando una mano sulla spalla possente di Amamiya.Poi se ne andò canticchiando degli inni di guerra, da far gelare il sangue."Maledetta mezzosangue"Senza indugiare, attraversò i corridoi. Anche se non mi aveva vista entrare nella vecchia aula di arte, sapeva perfettamente che io ero lì.Aprì la porta che cigolò come le giunture di un vecchio.Me ne stavo di spalle a guardare fuori dai finestroni. Sinceramente non capivo perché l'aula di arte fosse stata trasferita da un altra parte; quella stanza era grande e molto luminosa, un luogo ideale per dipingere. Avevo continuato a piangere ininterrottamente per almeno venti minuti in bagno, ma non c'era posto peggiore per sfogarsi di quello. Ogni due secondi qualcuno bussava a la porta per sapere se stessi bene, e a me toccava rispondere che non avevo nulla.Effettivamente era così... non riuscivo a sentire assolutamente nulla tranne quel dolore lancinante al petto e il sapore amaro dell'assenzio che dallo stomaco saliva su per la gola e m'invadeva la bocca.Sentivo il bisogno di parlare, anche se non capivo perché mai con Amamiya... forse perché era un angelo e gli angeli consolano...- Sembra che Seera voglia Kai unicamente dal punto di vista fisico... quindi posso capire che per lei non c'è alcuna ragione per giustificare la mia presenza...-La voce mi usciva fuori fredda, senza alcuna emozione, come se tutto il dolore fosse scivolato via con le mie lacrime.- Manami ...- mi chiamò lui avvicinandosi con delicatezza, come se stesse cercando di avvicinarsi ad un animale selvatico caduto in una trappola, senza spaventarlo più di quanto non lo sia già.- Io non ho una mentalità così "aperta" come loro. Per me la cosa giusta è fare sesso solo con colui che amo ... ma vorrei che anche lui la pensasse allo stesso modo...- un singhiozzo mi spezzò la frase e di nuovo sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi - E' così strano chiede questo!? Credo che sia quello che ogni ragazza vorrebbe...- un altro singhiozzo mi strozzò la gola e sentendo le lacrime scendere sulle guance mi coprii il volto con le mani, come se le volessi fermare - non capisco! Davvero non capisco! ... io sento di amarlo... di amarlo comunque, più di quanto sia giusto amare...-Stavolta non furono i singhiozzi ad interrompermi, ma un braccio ambrato che mi strinse la vita, mentre sentii sul capo la mano di Amamiya.Nascosi le lacrime nell'incavo del suo collo. Aveva un profumo paradisiaco; sapeva di tante cose messe insieme: fiori, pioggia, incenso, sale...- L'ultima volta che il diavolo scese sulla terra, sussurrò nell'orecchio di un uomo oscure parole antisemitiche che qualche anno dopo portarono a uno dei misfatti più orrendi di cui il genere umano si sia mai macchiato. Per questo sono stato inviato qui nel vostro mondo; per fermarlo prima che mettesse in atto altri piani... non so cosa centri tu con tutto questo, so solo che ciò non porterà a nulla di buono. Permettimi di aiutarti Manami... permettimi di portarti via da lui...-Ascoltavo spaventata le sue parole, senza riuscire a comprenderle fino in fondo, ma ciò che fece un istante dopo, sfuggì ancora di più alla mia comprensione.Sentii le sue mani sul mio viso e poi le sue labbra toccarono castamente le mie.Un istante dopo una brezza leggera sembrò avvolgermi, stemperando il fuoco e riportando un po' di pace nel mio cuore martoriato. Fu solo un'istante. Poi si staccò da me. I suoi occhi sembravano risplendere dell'oro puro del sole.Un secondo dopo le vetrate esplosero tutte nello stesso momento. I pezzi di vetro schizzarono ovunque, alcune si conficcarono nel legno dei banchi.Prima dello scoppio però, Amamiya alzò una barriera di luce bianca che i vetri non riuscirono ad attraversare.- C-cosa è successo?- domandai scossa, sgusciando fuori dall'abbraccio di Shion e andando verso le finestre distrutte.Mi affacciai, forse un po' anche per scappare da Amamiya. Quello che vidi la fuori mi fece capire immediatamente in che cosa mi sono cacciata.Guardava verso di me, con una furia negli occhi che non avevo mai scorto prima di allora. I capelli neri si stavano riempiendo di piume dello stesso colore, mentre il blu mare degli occhi veniva inghiottito dal rosso."Kai...ha visto"- Kai!- gridai. Lui voltò la testa, come se non volesse guardarmi. Poi volgendomi le spalle, cominciò ad allontanarsi.- Kai!- provai di nuovo, nel tentativo di fermarlo, sporgendomi ancora di più dalla finestra e poggiando le mani sul davanzale. Sentii il vetro conficcarsi nella carne delle mani e la ritrassi subito.Dovevo fermarlo, dovevo spiegargli.Abbandonai il davanzale e mi misi a correre verso la porta, quando Shion mi trattenne per un polso.- Non andare-- Lasciami Shion! Lasciami!- ma quello non mi ascoltò.Si portò la mia mano ferita vicino alla bocca e lo sentii sussurrare una parola in lingua una sconosciuta. Immediatamente il sangue si fermò e la ferita si rimarginò completamente, senza lasciare alcun segno sulla pelle.- Non andare Manami. Se lo seguirai non farai altro che soffrire. Le ferite del corpo si possono curare, ma quelle del cuore...-- Non posso. Per qualche motivo che neanche io riesco a comprendere lo amo. Lo so chi è, so cosa fa, ma anche in questo caso... Amamiya, se lui non ci fosse, io e te potremmo essere felici insieme ma...io... io devo andare da lui-- Perché!?-- Perché è la mia stessa anima che lo desidera -- Fermati Manami! Tu non hai idea di che cosa sia! Non riusciresti neanche ad immaginare cosa sia disposto a fare per i suoi scopi!-Non ascoltai le sue parole quando uscii dalla classe. Sapevo che aveva ragione lui, ma non era della ragione che in quel momento avevo bisogno.Attraversai i corridoi come se avessi un branco di lupi affamanti alle calcagna. Corsi giù dalle scale e quando finalmente arrivai in giardino non ci misi molto per trovarlo.- Kai!- lo chiamai di nuovo.Sentendo la mia voce si arrestò, dandomi comunque le spalle.- Kai ti prego, parlami!- lo supplicai io. Doveva essere a dir poco furibondo a giudicare che, ogni volta che faceva un passo, l'erba intorno alla sua orma moriva e si seccava istantaneamente.- Kai io...-- Sta zitta! - ruggì con una voce inumana, che sembrava provenire da dentro una grotta mentre finalmente si voltava.Peccato che il suo ammonimento non fece altro che farmi salire il sangue al cervello, rammentandomi ciò per cui stavo piangendo poco fa.- Anche tu però dovresti tacere dato che mi hai tradita con Seera!-Se prima era furioso, ora sembrava che dovesse sputare collone di fuoco da un momento all'altro. Avanzò verso di me, ed io istintivamente arretrai impaurita dal sentimento oscuro che gli avvelenava gli occhi.- Per quanto mi risulta, stai solo dicendo stronzate- ruggì. - hai infranto il tuo giuramento, la punizione sarà dura, Manami- sibilò mentre continuava ad avanzare. Non avevo mai avuto tanta paura di lui come in quel momento. Mi aspettavo che da un'istante all'altro allungasse una mano e mi rompesse la trachea.Sentivo il cuore martellarmi nel petto e le gambe tremavano vistosamente, minacciando di non sorreggermi più.- Kai, io...-- Sta zitta!- ruggì di nuovo - domani notte ci sarà la luna nuova e celebreremo l'Esbat -"Esbat?"In quel momento mi tornarono in mente le poche cose che sapevo su quel rito, così come le parole di Kai." Sei gelosa di una donna con cui faccio sesso difronte a milioni di demoni nelle assemblee notturne degli Esbat?"- Occhio per occhi, tradimento per tradimento-- Kai, ti sbagli. Io non ti ho mai tradito. Non sono stata io a baciare lui- gli spiegai facendo appello alla parte angelica che viveva ancora in lui, lì dove Lucifero è stato rinchiuso per lasciare il comando a Satan.Per un istante credetti che mi avrebbe dato ascolto ma ciò che fece dopo mi fece capire che anche se viveva ancora in lui, Lucifero era sepolto troppo infondo poiché potesse farsi udire.Allungò una mano, afferrandomi il collo e premendo forte contro la fossetta della giugulare, impedendomi di respirare. Tossii e portai le mani sui suoi polsi per liberarmi, ma la sua presa era troppo forte.- Puoi giurarmi che non hai nemmeno lontanamente pensato di cercare il suo aiuto e che il tuo cuore non si è aggrappato ai sentimenti che provi per lui?-
I suoi occhi, divorati dall'ira sembrarono traffiggermi l'anima.Vedendo che non rispondevo, un po' perché non sarei stata sincera, un po' perché stavo soffocando - e allora anche tu domani notte verrai all' Esbat - disse lasciando andare la presa. Le gambe non sorressero il mio peso e caddi a terra.Mi diede le spalle e, lentamente, se ne andò.- No! Io non ci andrò!- urlai dopo che riuscii a gonfiare i miei polmoni d'ossigeno.Mi accorsi di aver parlato all'aria, perché di lui non c'era più nessuna traccia, se non le orme di erba bruciata.


La sera passò con una lentezza estenuante, e quando l'indomani mattina mi svegliai dopo un sonno agitato e pieno di incubi, non avevo la forza di muovermi dal letto.Mia madre entrò in camera e io mi rannicchiai ancora di più sotto le coperte.- Manami è ora di alzarsi - disse lei scostando le tende, ma poi, vedendo che non accennavo a muovermi si avvicinò al mio letto - che hai tesoro? Stai male? -- Sì ... non c'è la faccio ad andare a scuola oggi...-Mia madre mi sistemò una ciocca dietro l'occhio, poi mi diede un bacio sulla fronte.- D'accordo, ti lascio dormire. Vuoi che richiuda le tende?-- Sì, per favore -Scostò di nuovo le tende per attenuare i raggi solari - io vado a lavoro, se ti serve qualcosa chiamami - e detto questo se ne andò.Mi riaddormentai dopo qualche minuto e credo di essermi svegliata che era ormai pomeriggio inoltrato.- Umana - mi chiamò ad un tratto una voce sibilante.Scattai su a sedere e mi si ghiacciò il sangue nelle vene quando vidi dinanzi a me una creatura dai lunghi capelli corvini ondulati, sormontati da due grandi corna da muflone e vestito completamente di nero. Sorreggeva con le mani una stoffa nera e mi guardava con due occhi ardenti come la brace.- Chi sei ? - domandai tremante.- La vostra guida per l'Esbat. Mi è stato ordinato di darvi le istruzioni - rispose il demone - Stasera a mezzanotte, un corvo messaggero verrà per condurvi nel luogo dell'assemblea. Lo aspetti con questi indumenti indosso - - Ho già detto che non verrò!-- Nessuno può rifiutare un invito all'Esbat. Se non verrai di tua volontà, verrai prelevata. A stanotte - E in un turbinio di tenebre sparì.


Virgin Crisis - Amore SatanicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora