"Ducunt volentem fatam, nolentem trahunt".
trad: "Il fato accompagna chi acconsente, trascina chi gli resiste."
-Virgilio-
Trattenei il respiro per tenere indentro la pancia. Non che ne avessi bisogno, ero comunque magra, ma la principessa Lilith ci teneva che il bustino del mio abito fosse abbastanza aderente. Mi aggrappai con le unghie ai bordi dello specchio affinché mentre tirava i lacci non mi trascinasse via.
- E' troppo stretto, non respiro! - protestai sentendo l'addome stretto e i seni schiacciati fino al punto di esplodere.
- Com'è che dite voi umani? Soffrire per abbellire? - disse lei stringendo i lacci ancora di più forte.
"Maledetta sadica" pensai.
- Appunto per abbellire! Ma che senso ha abbellire se poi morirò soffocata prima ancora di entrare nella sala del trono? - le dissi sottraendomi dalle sue dita affusolate munite d'artigli.
- Torni qua, non abbiamo ancora finito - disse riacchiappandomi per un braccio. Sebbene non fosse molto più alta di me e la sua muscolatura simile alla mia, mi trascinò senza alcuna difficoltà di fronte allo specchio ed io fui di nuovo costretta ad aggrapparmi.
- Senti, ma tu sai qualcosa di cosa farà Satan per il suo addio al celibato? - le domandai.
- Sì, credo che lui ed i principi andranno a caccia di angeli tutta la notte -
Storsi il naso, ma non dissi nulla. Avevo più o meno capito come si festeggiava all'inferno: o ci si ammazzava o si facevano orge e tutti erano felici e contenti.
- E per il mio addio al nubilato? -
- Non so nulla a riguardo -
Di certo non ci sarebbero stati spogliarellisti, questo era poco ma sicuro, non tanto perché difficilmente reperibili qui all'inferno, quanto perché conoscendo la gelosia di Satan non avrebbe mai permesso a un uomo mezzo nudo di avvicinarmisi.
Sperai con tutto il mio cuore che non fosse qualcosa che includesse spargimenti di sangue.
- Credo che così dovrebbe andar bene - disse lasciandomi finalmente e per un istante credetti che sarei crollata a terra svenuta.
- Non mi arriva più il sangue al cervello! - dissi tentando di allentare quella specie di camicia di forza tirandola sul petto.
- Ora infiliamo l'abito - disse togliendolo dal manichino. L'abito scivolò su di me quasi fosse acqua e mi vestì come un guanto. Vedendo la mia immagine riflessa nello specchio rimasi senza fiato e il cuore perse un battito. Chi era quella donna? Non potevo essere io. Era bellissima e maestosa. Incantevole e deliziosa come una tentazione. I rubini e i diamanti d'inferno che drappeggiavano il corpetto seguivano le linee del suo corpo ammantandola dello splendore del fuoco e della tenebra.
- Sembri...- provò dire a Lilith persa nel guardare il mio riflesso.
Il mio non fu più di un sussurro eppure quella parola rimase nell'aria come un profumo intenso.
- Sembro una regina -
- Lo sarete presto - disse lei sorridendomi.
Avevo sempre pensato che in Lilith ci fosse qualcosa di familiare che andava al di là delle sue zanne e i suoi occhi gialli, e quando finalmente conobbi la sua storia compresi il perché: un tempo era stata umana.
Lei era stata la prima moglie di Adamo e quando si rifiutò di sottomettersi a Dio e a suo marito, Satan fu ben felice di accoglierla tra le sue schiere di angeli ribelli
- Non so se ne sarò in grado insomma, ho 21 anni ed ho ancora bisogno che qualcuno mi tenga d'occhio altrimenti combino casini. Come posso governare qualcuno quando non sono nemmeno in grado di governare me stessa?- le domandai, confessandole le apprensioni che non avevo osato rivelare a Satan e che le notti mi logoravano.
- La prima volta che ti vidi qui al Pandemonio eri una verginella innocente che temeva perfino la propria ombra. Eri spaesata ed impaurita e credevo che dovessi andare in mille pezzi da un momento all'altro. Ricordo che Baal ti afferrò per un braccio: tu non urlasti anche se dai tuoi occhi si capiva che avresti voluto, rimasi con il sangue freddo, composta, nonostante ti avrebbe potuto uccidere facilmente. Ricordo che in quel momento ero indecisa se classificarti come molto stupida o molto coraggiosa -
- Io voto per la prima - dissi sollevando il braccio come se fosse una votazione per alzata di mano.
Lei rise ma poi continuò - Ancora non ho risolto il mio dilemma ma fatto sta che se tu non fossi degna di essere regina, Satan non ti avrebbe scelta -
La dolce fermezza della sua voce riuscì a tranquillizzarmi un poco ed a commuovermi. Stavo quasi per abbracciarla quando sentimmo qualcuno bussare alla porta della mia camera, seguito immediatamente dall'inconfondibile voce di Satan.
Lilith ed io ci lanciammo un'occhiata fulminea. Mentre la principessa andava alla porta io buttai giù una tenda e mi avvolsi nel suo tessuto nero.
- Sì Sire? - chiese Lilith non aprendo.
- Voglio vederla -
- Non può Sire -
- Come osi? - ringhiò lui tirando un colpo poderoso alla porta che però non cedette dato che erano a prova di demone e in più c'era la principessa a tenerla chiusa.
- Satan sparisci! - gli dissi.
- Questa è camera mia! - ruggì.
- Vorrà dire che ti farai ospitare da Mephisto per questa notte! -
Per un istante non arrivò alcuna risposta, e per mezzo secondo pensai di aver posto fine al suo estro, poi però si udì un altro colpo e la porta di pietra uscì fuori dai cardini cadendo e provocando un boato assordante tanto che mi dovetti tappare le orecchie.
- Ma dico, sei diventato scemo!? - gli ringhiai imbestialita ricoprendo immediatamente con la tenda la scollatura del vestito scoperta.
- Volevo vederti con indosso l'abito - disse lui sorridendo maliziosamente come se fosse una cosa normalissima.
- Ma sire non si può! Lo sposo non deve vedere il vestito della sua sposa fino al matrimonio! - tentò di convincerlo Lilith.
- Cosa vuoi che me ne importi di queste cazzate? - ringhiò indignato avanzando verso me ed afferrando un lembo della tenda e fissandomi con aria di sfida come a impedirgli di farlo.
- Non ci provare - lo minacciai tenendomi il tessuto della tenda davanti incollando le braccia al corpo.
Mi resi conto immediatamente che anche se Lilith mi avesse dato una mano, in quell'assurda gara di tiro alla fune non avrei potuto vincere, così feci come avevo imparato su suo esempio: tergiversai.
Mi avvicinai con fare malizioso, facendo finta di tirare giù la tenda, fino a che non fui tra le sue braccia e lo baciai su una guancia levigata.
- Su, aspetta fino a domani - insufflai vicina al suo orecchio.
- Perché mai rimandare?- rispose.
- Me lo dicesti tu stesso: l'attesa non è quasi meglio del piacere?-
Lui mi guardò con cipiglio indagatore ma mi lasciò fare. Non era molto convinto, ma compresi che mi avrebbe dato retta.
- A domani Manami - disse baciandomi i capelli.
- A domani amore mio -

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Virgin Crisis - Amore Satanico
Fanfiction- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?- "Aprirmi? D'accordo: ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in mod...