"Quando non si può trattenere quello che ci porta via la mala sorte, la rassegnazione può ridurre il danno a un gioco.
Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro: ruba a se stesso chi spende tutto in rimpianti vani"
- William Shakespeare -
Un dolce e freschissimo profumo di fiori mi destò da quello strano sonno. Quando aprii gli occhi non capii dove mi trovavo, né come ero finita lì ... e neppure dove ero stata prima di risvegliarmi.
La prima cosa che vidi fu il cielo: era di un bianco abbagliante e sembrava vicinissimo .
Mi resi conto di essere sdraiata su un letto di fiori che ricoprivano tutto quanto a perdita d'occhio. Non credevo di avere mai visto un posto più bello.
Mi sentivo leggerissima, come se potessi saltare e volare via, non sentivo più il peso del mio corpo, ne avevo memoria di ciò che era successo prima di allora, come se fossi nata lì, su quell'immenso prato. Provai a sfiorare con una mano l'altra. La sensazione di avere la pelle c'era ancora.
- Benvenuta in cielo - disse all'improvviso qualcuno alle mie spalle. Era una voce calda, tranquillizzante, sembrava quasi un canto.
Quando mi voltai vidi una creatura di una bellezza sconvolgente: aveva i capelli e gli occhi dorati come il sole e sembravano emanare luce e calore come questo astro. Era molto alto e alle sue spalle vidi che si aprivano e si richiudevano con grazia due ali gigantesche.
"Chi è? Il suo volto ... mi sembra di conoscerlo ..."
"Manami, sono Michel. Ci siamo già incontrati nel mondo umano, ma tu certo non puoi ricordarlo ".
Non aveva parlato, non aveva neppure mosso le labbra, eppure la sua voce melodiosa risuonò limpida e chiara nella mia mente. "Come ti sembra il Paradiso? Ti piace?" mi chiede con un sorriso gentile.
Provo ad aprire la bocca, ma da essa non esce alcun suono. Ci riprovo. Neppure un sussurro.
" Sei un anima, non puoi più parlare anche se conservi le proporzioni del tuo corpo. Devi pensare mentalmente la frase e raggiungermi telepaticamente".
Provo a fare come mi dice.
" Sì, è un posto meraviglioso. Mi sento molto bene qui."gli rispondo.
Ma poi qualcosa offusca un momento la mia vista. Una visione nera. Un qualcosa che di cui sentivo la mancanza. Un vuoto.
" Michel ... c'è qualcosa che m'inquieta ..."gli confido.
Per qualche istante il suo sorriso radioso sparisce dal viso, facendo posto a un'aria seria.
"E' l'attaccamento della tua anima alla terra. Lo supererai"
Si china, raccoglie un fiore e me lo offre. Ha un profumo delizioso: sa di vento e neve, di risate e di alba.
" Potrai rimanere qui per sempre, insieme a me. In Paradiso non c'è niente che può farti male, che ti può far soffrire. Quel che regna qui è l'allegria, la pace ... e l'amore"disse guardandomi negli occhi e sorridendo mentre mi porge un altro fiore, ancora più bello e profumato del primo.
Mi fa cenno di seguirlo. Passammo davanti ad una sorta di lago: c'erano altre anime, alcune di bambini, altre di adulti ed anziani, ma tutti giocavano con la stessa spensieratezza dei primi. Passò di lì una sorta di cervo: era più grande di un cavallo; il suo manto era di un bianco candido e le corna imponenti e nodose sembravano dei rami coperti dalla neve.
Mi si avvicinò e mi annusò. Risi quando mi leccò una guancia e l'accarezzai. Poi corse via, sparendo oltre le montagne coperte dai fiori.
Michel prese delicatamente la mia mano e ricominciamo a passeggiare. Chiacchierai e risi come una bambina. Ad un certo punto gli chiesi se potevo intrecciargli i capelli e lui, sorpreso dalla mia richiesta, rimase un momento interdetto, poi guardò in giro per vedere se ci fossero altri angeli ed infine si sedette sul prato in modo che arrivassi facilmente alla sua chioma dorata.
Sentivo una grande gioia dentro di me, eppure, nel profondo del mio animo, sentivo che mancava qualcosa. Qualcosa che non mi faceva stare serena nonostante la primavera che mi circondava. Qualcosa di prezioso ...
C'era voluto un po' per intrecciare tutti quei capelli, ma alla fine era venuto un capolavoro. La treccia era lunghissima e tutta decorata con i fiori. Lui disse che era bella, ma capii comunque che avrebbe preferito tenerli sciolti. Ad un certo punto, quando ero inginocchiata davanti a lui che stava seduto, e gli stavo sistemando le ciocche vicino alla fronte, vidi che mi guardava con intensità.
Posò la mano sulla mia nuca e mi attirò verso se.
Non capii cosa volesse fare, fu solo quando sentii le sue labbra sfiorare delicatamente le mie che sentii qualcosa esplodere con violenza dentro di me.
" No! " dissi usando la mente.
Scattai indietro, negandogli le mie labbra, e mi allontanai da lui alzandomi in piedi.
Essendo un'anima non respiravo, ma sentivo comunque il petto alzarsi ed abbassarsi impetuosamente. Ero confusa, molto confusa.
Non capivo cosa significasse quel gesto che aveva appena fatto, sapevo solo che era sbagliato e che c'era qualcosa o qualcuno che avrebbe sofferto per questo.
Michel si alzò in piedi anche lui, mi afferrò per le spalle e mi scosse con forza.
" Perché cerchi di ricordarlo!?"sembrava arrabbiato ed amareggiato ma nel suo tono lessi anche un po' di disperazione"Qui non hai bisogno di pensare a nulla! Perché non vuoi dimenticare!?"
- Michel! C'è un'emergenza! - gridò all'improvviso un angelo arrivando di corsa verso noi.
Mi lasciò andare ed afferra l'altro angelo prima che cadesse a terra. Le ali erano sporche di sangue, che usciva a fiotti dalla spalla dell'angelo.
- Che è successo?!- chiede Michel allarmato, mentre l'altro cerca di riprendere fiato.
L'Arcangelo tentò di curare le ferite del suo compagno, ma quelle tornavano di nuovo a lacerarsi.
- Ma questo è veleno di demone ...-
- Sì Michel ... Satan ha infranto la barriera e si è trasformato. Ha già distrutto due legioni della seconda Triade e continua ad avanzare - disse flebilmente quello mentre altro sangue colava fuori dalla sua bocca.
Ad un certo punto si sentì un boato. Il prato e il suolo su qui camminavamo prese a tremare e in un punto si squarciò.
Un'aura maligna invase tutto quanto il prato facendo seccare i fiori. Il cielo, di un bianco terso, divenne torbido e nero.
Una figura gigantesca e mostruosa si stagliò dinanzi a noi: la pelle era ricoperta da impenetrabili squame rosse dall'aspetto vetroso, si reggeva su quattro zampe che erano munite di affilati artigli color avorio grandi quanto zanne di elefanti, la coda era irta di aculei lunghissimi e le zanne sembravano spade. Le ali occupavano tutto il cielo e ricordavano fortemente quelle di un pipistrello.
I giganteschi occhi cerulei della creatura, muniti di una terza palpebra come quella dei rettili, si posarono su di me. Con una velocità spaventosa per la mole mi si avvicinò, mentre dalle narici uscivano nuvole di vapore bollente.
Vidi la mia figura specchiarsi negli occhi liquidi del drago ma non ebbi paura. Sentii il suo respiro ardente su si me e poi il suo muso che toccò con delicatezza la mia guancia.
Istintivamente passai una mano sulle sue squame rosse, che all'apparenza sembravano fredde, ma al tocco in realtà erano calde come sassi lasciati sotto il sole d'Agosto.
Poi all'improvviso il drago prese a trasformarsi ed a rimpicciolirsi: le squame sparirono e la pelle divenne bianca, le ali presero dimensioni più contenute e divennero folte di piume corvine, poi la creatura passò da quadrupede a bipede ed infine tutto il corpo prese proporzioni simili a quelle di Michel.
La mano artigliata della creatura accarezzava dolcemente la mia guancia, come poco fa aveva fatto con il muso da drago.
Lo trovai bellissimo, nonostante l'aura maligna che emanava, le corna caprine, le orecchie appuntite e gli occhi spaventosamente simili a quelli di un serpente.
Al suo tocco sentii la mia anima vibrare tutta.
- Sono venuto a prenderti, ti sono mancato?- chiese sorridendo con malizia e dolcezza al tempo stesso.
" Tu em ... cosa ... chi sei?"chiesi intimorita dal suo sguardo di fuoco che pareva volermi divorare da un momento all'altro.
Corrugò la fronte e, voltandosi con un impeto di collera, dardeggiò con lo sguardo Michel.
- La Manami che hai davanti è molto diversa da quella che conosci, Satan. Non ha più alcun ricordo di te, né della sua vita precedente - disse l'Arcangelo che d'un tratto si era fatto molto minaccioso.
- Una ragione in più per portarla via di qui - rispose quello fissando Michel con un misto di malizia, divertimento e astio.
Poi si rivolse nuovamente a me. Non mi diede il tempo d'indietreggiare, ma non credo in ogni caso che mi sarei sottratta. Unì le sue labbra alla mie con fare possessivo e mi costrinse ad aprirle. La sensazione di vuoto sparì immediatamente. Avvertii la spinta decisa della sua lingua, senza sapere cosa fare. Poi si staccò.
"Allora quel qualcosa che mi mancava era lui ... "
- Manami, aspettami un solo attimo - e dicendo questo si voltò a fronteggiare Michel, mentre le tenebre si densificarono tra le sue mani, prendendo la foggia di un pesante e spaventoso scettro nero alla cui base si avvitavano su se stessi, come una vorticosa spirale, due draghi neri.
- Ora mi hai fatto veramente incazzare Michel, finiamola una volta per tutte ! - ruggì mentre le sue iridi sataniche mandavano bagliori tremendi. Spalancò le ali e si alzò in volo.
- Non mi è mia piaciuto lottare, tanto meno con te; ma non ti permetterò ti portarti via Manami -
Un attimo dopo, l'Arcangelo spiccò un balzo e il diavolo scese in picchiata su di lui.
Ci fu un esplosione accecante e un boato causato dalle energie contrapposte che si scontravano. Per un istante sembrò che la luce di Michel stesse prevaricando sulle tenebre del diavolo.
- Cosa ti succede Satan? Il tuo scettro non ha la forza di sempre -
- Stai insinuando che sono debole? - ruggì quello, mentre tentava di affondare gli artigli nel ventre dell'Arcangelo.
- Esattamente: nessun altro demone sarebbe riuscito ad arrivare fin qui, ma sebbene tu ci sia riuscito hai speso gran parte delle tue forze -
- Non farmi ridere! Aver fatto un piccolo volo ed aver ammazzato quegli idioti dei tuoi subordinati per me non ha significato nulla. Io ero il capo degli angeli, il braccio destro di Dio; tu invece sei solo un misero arcangelo ! - ruggì.
Satan riuscii a fare breccia nella difesa di Michel e prima che quello riuscisse ad allontanarsi, gli affondò più volte le zanne nel collo ed infine gli spedì contro una sfera di luce nera. Michel si schiantò a terra con un gemito soffocato.
Alcuni angeli, accorsi non appena il terreno si fu squarciato, si precipitarono verso Michel, ma quello, tenendosi con una mano la gola insanguinata gli urlò - State indietro! E' compito mio eliminarlo ! -
Fu come se le sue stesse parole gli avessero dato forza. Si risollevò da terra e spalancò le ali con fierezza. Un istante dopo aveva già la spada levata in alto e si era alzato in volo.Mi sentivo strana. La mia mente era in uno stato di totale confusione. All'improvviso una serie di immagini mi passarono veloci e senza alcun controllo nella testa:
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Virgin Crisis - Amore Satanico
Fanfiction- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?- "Aprirmi? D'accordo: ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in mod...