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Luke's point of view.

Lo schermo del cellulare segnava che ormai stavamo parlando da ben otto minuti senza interruzioni, e nonostante tutto il ragazzo dai capelli blu aveva ancora qualcosa da dire.

In questi ultimi minuti mi aveva detto che il suo nome era Michael, mi aveva raccontato la sua giornata passata in giro a perdere tempo dal momento che non aveva avuto la possibilità di andare a scuola -non che a lui fosse realmente dispiaciuto-, e di come fosse miracolosamente riuscito a trovare un album che cercava da settimane.

Insomma, il tutto come se ci conoscessimo da una vita. Anche se in realtà ci eravamo appena parlati quella mattina e no, non ci conoscevamo affatto.

"Luukee?" La voce squillante di Michael mi fece sobbalzare anche con il telefono staccato dall'orecchio. "Ci sei ancora o mi hai già abbandonato?"

"Senti Michael-" Mi interruppe.

"Oh ma allora ci sei che bello! Perché volevo proprio raccontarti di come-" E io lo interruppi a mia volta.

"Posso parlare io per una volta?" Quel Michael stava cominciando a darmi sui nervi. Per tutti i cinque minuti, in quel momento eravamo già a quasi dieci, non aveva fatto altro che parlare parlare parlare senza mai stare un secondo zitto.

"Sì. Scusami." Il suo tono di voce cambiò completamente: era passato da eccitato a mogio in qualche millisecondo e in quell'istante me lo immaginai con la testa china a fissarsi i piedi. Sembrava completamente un'altra persona rispetto a quella mattina, mi stava quasi per prendere a calci nel culo e ora si scusava con la voce più cucciolosa del mondo, facendomi quasi spezzare il cuore.

"Io- ecco, mi dispiace di aver usato questo tono ma non ce la facevo più a sentirti parlare." Ridacchiai, cercando di prendere tutto alla leggera. Sentii ridere anche testa-blu e questo mi fece sorridere come un ebete senza che neanche me ne accorgessi.

"Quando inizio a parlare non so più come fermarmi." Ammise, sempre con un po' di risata in gola.

Giocai con il mio anellino sul labbro, sentendo il mio cuore uscire dal petto. Non ti ha detto nulla per cui tu dovresti comportarti in questo modo, Luke smettila. Mi dissi. "Ora devo proprio andare, é stato un piacere parlarti in quest'ultima parte della chiamata."

Stavo per chiudere la chiamata quando. "Usciremo un giorno vero?"

"Beh sì." 'Spero', aggiunsi ma senza davvero dare vita a quell'ultima parte.

-

Non so perché ma ad un certo punto mi ritrovai Calum davanti agli occhi mentre faceva una specie di danza della pioggia, cercando in tutti i modi di catturare la mia attenzione.

Improvvisamente ritornai al presente e mi resi conto di essere rimasto per troppo tempo con gli occhi fissi nel vuoto a pensare. Scossi la testa come per liberarmi da quei pensieri che mi torturavano dalla fine della chiamata, oramai ben due giorni prima. Sembravano voler restare attaccati persino alle radici dei miei capelli.

"Terra chiama Luke!" Urlò il maori senza smettere di muoversi.

"Oh si scusami, avevo la testa da un'altra parte."

"Non si era proprio capito." Sussurrò Ashton come per non farsi sentire, anche se ovviamente lo sentimmo tutti. Appena se ne accorse arrossì.

Calum sbuffò. "Allora, ti ripeto la domanda. Vogliamo giocare a FIFA o a Call of Duty?"

"FIFA."

Avevamo iniziato a giocare io e Calum mentre Ashton sarebbe rimasto fuori e avrebbe giocato poi con il vincitore tra noi due. Non avendo ancora completamente la testa a posto, ovviamente persi e Calum mi derise per quelli che furono minuti quasi anni, soprattutto quando mi feci anche un autogol.

Ora stavano giocando Calum ed Ashton ed erano ancora zero a zero. Entrambi erano davvero impegnati nel cercare di vincere e lo si poteva notare da come corrucciavano la fronte e incurvavano la schiena. Ashton era quello più portato nei videogiochi.

Io invece ero bravino ma, non tanto quanto quei due.

Erano al cinquantaquattresimo di gioco quando sentii nella tasca posteriore dei miei jeans una vibrazione.

Presi il cellulare in mano e mi accorsi di avere una notifica e quando lessi che era da parte di testa-blu feci un grande sorriso senza neanche accorgermene.

Da: Call Me
Hey frocetto. 🌞
Ti va di uscire un po'?

Non avevo ancora cambiato il suo contatto con il suo vero nome, ormai avevo deciso che sarebbe rimasto quello. Stavo per rispondere al messaggio quando immediatamente ne arrivò un altro sempre suo.

Da: Call Me
Sono in giro qui da solo e mi sto annoiando. ✌️

Non sapevo davvero come rispondere ma in fondo era da quando avevo chiuso quella chiamata che non vedevo l'ora di risentire la sua voce. Gli avrei anche lasciato raccontare tutto quello che avrebbe voluto.

Solo come avrei potuto spiegarlo a Calum e ad Ashton?

"GOAAAAL!" Urlò Ashton prima di alzarsi in piedi e fare la sua solita esultanza prendendo Calum per le spalle e cominciando a scuoterlo. Ashton che esulta é uno dei miei Ashton preferiti perché finalmente tira fuori un po' di sé stesso.

Mi misi a ridere per l'espressione ancora sorpresa di Calum che sicuramente pensava che dopo aver vinto contro di me avesse già in mano la corona del vincitore.

Improvvisamente Calum iniziò ad inventarsi tutte le scuse del mondo perché lui odiava perdere. "Non vale, mi hai distratto perché ti sei messo ad urlare 'goal' con tre secondi di anticipo prima che le palla entrasse in porta e io mi sono lasciato prendere dal panico e non sono riuscito a pararla. In più l'arbitro non ha segnato il fuorigioco-"

"Chiudi quella cazzo di bocca Calum." Lo zittii, alzandomi in piedi e avvicinandomi ai due. "Ammetti che Ashton é più bravo di te e stai zitto. Non c'era alcun fuorigioco."

"Forse perché non hai guardato bene, ma dalla mia angolazione si vedeva benissimo." Incrociò le braccia al petto come un bambino di cinque anni che non ottiene quello che vuole. Non ci guardò nemmeno in faccia: a nessuno dei due.

Risi alla suo tentativo invano di difesa e mi avvicinai alla porta principale per uscire. "Comunque, se volete scusarmi. Io ora devo proprio andare. Ci vediamo domani sfigati."

Uscii talmente veloce che non riuscirono nemmeno a dirmi 'ciao' o chiedermi come mai me ne stessi andando così presto. Ovviamente, lo avevo fatto apposta.

Scesi velocemente le scale per evitare che potessero raggiungermi e una volta fuori dall'edificio tirai fuori il mio cellulare per rispondere a Michael che nel frattempo non mi aveva scritto più nient'altro.

Da: Call Me
Sto uscendo, dove ci troviamo? 😊

La risposta mi arrivò pochi minuti dopo.

Da: Call Me
Alla fermata dell'autobus. 😁

E io sapevo benissimo quale fosse la fermata.

Spazio me:
Dolce gesù c'è l'ho fatta. É stato un parto scrivere questo capitolo e sono più che sicura che faccia abbastanza schifo, sorry. 🙈

(Citazioni ad highscore sono puramente casuali eheh)

Oddio, sono ancora un po' scioccata per quello che è successo a Michael ieri sera. Come una scema ho deciso di guardare il video in cui beh... E mi sono presa un colpo perché non smetteva di muoversi per il dolore.

Spero davvero che non sia nulla di grave.

#GETWELLSOONMICHAEL 💖

call me ❁ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora