Luke's point of view.
Anche quel giorno mi toccava andare a scuola, prendere il solito autobus e ricevere i soliti insulti. Fortunatamente a scuola avevo qualche amico che riuscisse a confortarmi e che riuscisse davvero ad essere un amico per me. Ne avevo solamente due ma entrambi erano come fratelli maggiori, nonostante tra i due fossi io quello più alto.
7.10 am.
La sveglia in camera mia segnava quell'ora e avevo solamente poco più una decina di minuti per prepararmi, visto che l'autobus sarebbe passato alle 7.23 puntuale. Un minuto di ritardo e avrei dovuto aspettare una mezz'ora intera prima di poter salire sull'autobus successivo.
In fretta e furia, con la fretta che si può avere al mattino appena svegliati pff, mi alzai dal letto disfatto e mi strofinai gli occhi per cercare di farli abituare alla luce del sole, già molto forte.
Combattei una battaglia con me stessoper decidere se avessi dovuto fare colazione o se avessi dovuto farmi direttamente la doccia. Alla fine decisi di farmi una doccia e solo nel caso avessi avuto tempo, avrei mangiato qualcosina.
L'acqua della doccia era della temperatura giusta, calda come piace a me. E anche se fuori faceva un caldo da poter schiattare, io adoravo e adoro tutt'ora fare la doccia calda e quasi bollente. Forse perché dopo ci si sente più freschi. Fatto sta che mi stavo rilassando talmente tanto tra le pareti semitrasparenti della doccia che persi la cognizione del tempo e quando uscii dal bagno, provvisto di asciugamano avvolto attorno alla vita, e andai in camera mia per scegliere i vestiti che avrei indossato, vidi che la sveglia in quel momento segnava già le 7.19.
Una cosa positiva era che la fermata dell'autobus non era per niente lontana, ma questo non significava che mi sarei potuto permettere di perdere altro tempo. La colazione oramai, era qualcosa che mi sarei solamente potuto sognare e soprattutto non avrei nemmeno potuto pensare per bene ai vestiti che avrei indossato: cosa che facevo regolarmente ogni giorno.
Non potevo mica andare a scuola vestito da barbone, ceh.
In fretta e furia presi dal mio armadio la prima maglietta che mi capitò tra le mani. Era nera, ma avendone così tante di quel colore poteva esserci stampato sopra qualsiasi cosa; non avevo assolutamente tempo per controllare. Mi abbassai in modo da poter prendere, dal cassetto esclusivamente dedicato ai pantaloni, degli skinny jeans dello stesso colore della maglietta.
Arrossii quando per abbassarmi, l'asciugamano che avevo legato precariamente in vita mi cadde, rivelando alla mia stanza e a tutti coloro che avevano una vista sulla mia finestra aperta, le mie parti intime. Cercai in qualche modo di coprirmi, anche se sapevo perfettamente che in casa non c'era più nessuno e che nessuno si sarebbe mai messo a curiosare alla finestra di un ragazzo come me. Giusto?
Di corsa mi precipitai in bagno e chiusi la porta a chiave, che cosa stupida lo so, e dopo aver preso dei boxer puliti dall'armadietto che stava in bagno, iniziai a vestirmi.
I miei capelli quel mattino non volevano proprio collaborare e io non avevo la benché minima idea di che ore fossero, ma ero abbastanza sicuro che quella mattina avrei perso l'autobus. Visto che una semplice spazzolata non bastava a tenermi i capelli in piedi, decisi di mettere un po' di lacca. Il gel si sarebbe notato troppo, tutti dovevano pensare che i miei capelli rimanessero in quella posizione naturalmente.
Non aprii la porta, anzi, quasi la buttai per terra con la forza che ci impressi contro. Presi al volo lo zaino che avevo preparato la sera precedente, il mio iPhone compreso di cuffie bianche e le chiavi per poter chiudere la porta.
Dopo aver chiuso la porta ed essermi precipitato fuori, con le gambe che oramai correvano per contro proprio, diedi un'occhiata veloce al blocco schermo del mio cellulare e controllai l'ora.
Erano le 7.24 am.
Ed ero in ritardo, di nuovo.

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call me ❁ muke
Fiksi PenggemarChiamami. "Ma chi cazzo é questo?" 2015-2016 || xxashtonsmile