Luke's point of view.
Avevo ormai perso le speranze perché sicuramente l'autobus era già passato. Da quando lo prendevo non aveva mai fatto un singolo ritardo, se non era puntuale allora arrivava con addirittura qualche minuto in anticipo.
Visto che avevo abbastanza tempo, considerando che avrei avuto una bella mezz'oretta da passare alla fermata dell'autobus, slegai con calma il nodo (forse garbuglio rende di più l'idea) che si era formato con le cuffie e me le misi nelle orecchie ascoltando musica in riproduzione casuale.
Un lato positivo era che fortunatamente avevo con me un po' di soldi per poter fare quella colazione che mi ero imposto di non fare proprio per non perdere il pullman. Cosa che invece avevo appena fatto.
Conoscevo un bar che era proprio sulla strada per la fermata, ci era praticamente di fronte e in questo modo sarei riuscito a vedere l'arrivo del bus in anticipo.
Canticchiavo le parole di Boulevard of Broken Dreams dei Green Day e nel frattempo mi incamminavo verso la mia tappa, con lo sguardo sul cellulare. Improvvisamente mi imbattei in un'enorme coda che non era quella del bar. Dovevo comunque passare di lì se volevo andarci: non esistevano alternative, così decisi di farmi spazio tra la folla.
"Hey frocetto aspetta il tuo turno!" Mi urlò un ragazzo, di cui non guardai il viso.
Non mi fermai e andai avanti per la mia strada. "Devo solo attraversare la coda e poi mi levo dai piedi." Dissi sicuro senza neanche girarmi, ma la mia sicurezza svanì immediatamente quando una mano mi afferrò bruscamente per la maglietta, facendomi rifare la strada che avevo appena percorso con fatica tra la folla.
Alito caldo si scontrò con il mio collo, sapevo per certo che era dello stesso ragazzo che mi aveva appena urlato dietro. "E chi mi dice che non stai facendo il furbetto per salire prima di me sul bus?" Ringhiò.
Perché dovrei superarti per salire prima di te sul.. ohmiodioilbus. Pensai.
Senza neanche far caso alla presa (che si faceva sempre più forte) del ragazzo che avevo dietro, guardai con occhi spalancati il led luminoso che segnalava il numero dell'autobus: 504, quello che in teoria avevo perso.
Il mio sguardo passò velocemente dal numero dell'autobus al viso del ragazzo che avevo ancora appiccicato dietro di me. La sua mascella era serrata e la fronte corrucciata; non aveva intenzione di lasciarmi andare. Notai anche un piercing al sopracciglio ma, quello che mi sorprese di più di lui furono i suoi capelli blu elettrici.
"Allora? Vuoi tornare indietro da solo o vuoi che ti ci porti io a forza di calci nel sedere?" Urlò quasi.
"I-Io faccio da s-solo, grazie." Accettai la prima offerta, mettendomi esattamente dietro al ragazzo dai capelli blu, che era l'ultimo della fila.
Ero un tantino spaventato ma ero abbastanza curioso da rivolgergli di nuovo la parola per scoprire che cosa fosse successo. "Scusa?" Dissi picchiettandogli la spalla, dopo aver bloccato la musica che nel frattempo era cambiata.
"Sì?" Rispose lui, con un tono assolutamente diverso da quello che mi aveva rivolto pochi secondi prima. Le sue labbra rosee rilasciavano gentilezza nell'aria e rimasi stupito da come avesse cambiato umore così velocemente.
"Perché siamo qui fermi ad aspettare?"
"Stanno controllando che tutti abbiano il proprio biglietto, per la prima volta nella misera storia di questo autobus." Sbuffò, ovviamente irritato. Nel modo in cui mi aveva risposto significava che non era la prima volta che prendeva il pullman. 'Perché non l'ho mai visto? Con dei capelli così non avrei dovuto fare fatica'. Fu il mio primo pensiero.