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Luke's point of view.

Michael aveva dimostrato la sua vigliaccheria per settimane. Non mi aveva né scritto un messaggio di scuse e nemmeno aveva provato a chiamarmi. Era semplicemente rimasto in silenzio, voleva semplicemente farsi dimenticare. Ma dimenticarlo non era così semplice.

Quei suoi capelli blu, tutti spettinati e profumati, non sarebbero mai spariti dai miei ricordi. La sua risata, la sua voce, non se ne sarebbero mai andate.

Vivevo quei giorni da spettatore. Era come se mi fossi messo seduto su una poltrona a caso di un cinema qualsiasi, ero spettatore della mia vita. Erano quei classici momenti in cui sia la vista che l'udito sono appannati, in cui si vede ma non si guarda, in cui si sente ma non si ascolta.

Non ero più arrabbiato, ero semplicemente...come dire, neutro.

E Calum e Ashton se ne erano accorti che qualcosa non andava, ma dopo avermi fatto infinite domande e dopo aver ricevuto per infinite volte una risposta simile o uguale a 'niente', 'sono solo stanco', 'non ho dormito stanotte' ci rinunciarono.

O forse no.

Mi guardai attorno alla ricerca di un tavolo libero dove poter consumare, o almeno fare finta, quel poco che avevo preso da mangiare al bancone. Ne vidi uno e mi sarei seduto lì se Ashton e Calum non mi avessero preceduto e si fossero messi lì. Lo avevano fatto apposta, lo sapevo. Li evitavo da giorni, quando mi si avvicinavano non scappavo ma cercavo di parlare il meno possibile; come se avessi avuto paura di poter vuotare il sacco pieno di quello che nascondevo dentro da troppo tempo.

Avevano visto che mi stavo dirigendo in quella direzione e avevano pensato che precedendomi mi avrebbero incastrato, che finalmente gli avrei raccontato tutto. Errore.

Spostai lo sguardo un po' più in là e non trovando nessun tavolo vuoto mi misi in uno in fondo alla stanza dove c'era già seduto un ragazzino che non avevo mai visto.

Non sembrava aver voglia di iniziare una conversazione e per questo gliene fui grato.

Presi il cucchiaio freddo e lo immersi nella brodaglia, ormai tiepida, color verde. Passai il tempo a muovere l'oggetto avanti e indietro, creando piccole onde. Mi persi in un'altra dimensione quando intravidi con la coda dell'occhio due persone avvicinarsi al tavolo.

"Hey tu, potresti andartene per favore?" Riconobbi al volo la voce e quasi mi venne voglia di eseguire la richiesta, nonostante sapessi che non era stata fatta a me.

Il ragazzo, che non mi aveva ancora rivolto la parola, guardò Calum negli occhi per un paio di secondi poi ricominciò a mangiare quello schifo che aveva nel piatto. "Ti ho detto di levarti dai coglioni, ora." Scrollò le spalle.

Calum non ci vide più dalla rabbia e sbatté un pugno in quella porzione di tavolo proprio davanti al ragazzo, che tutto d'un tratto, sembrò essere percorso da brividi di paura. Si guardarono negli occhi un'ultima volta prima che il più mingherlino se ne andasse sotto lo sguardo di tutti.

Ashton preso il posto del ragazzo, mentre Calum si sedette di fianco a me.

"Mi vuoi spiegare che cazzo sta succedendo? Perché davvero non riesco a capirti." Aprii la bottiglietta d'acqua naturale e versai un po' del liquido nel bicchiere di finto vetro.

"Smettila di ignorarmi e ascoltami, per favore." Ingoiai tutto e poi riposi il bicchiere nel vassoio producendo quel classico rumore. "Cosa c'é che non va?"

"Niente." Dissi come sempre.

Sentii il maori sbuffare.

"Non puoi continuare ad andare avanti così!" E cominciò a sfregare i denti uno contro l'altro come faceva sempre quando si innervosiva.

call me ❁ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora