capitolo tredici

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mi sveglio,sicuramente non sono di buon umore dopo quello che è successo ieri ma devo per forza incontrarlo.
oggi,sabato pomeriggio, devo partire con i ragazzi per la partita monza-napoli.
e sapete perché? mi hanno convocato di nuovo come arbitro.
ovviamente non mi dispiace,amo il mio lavoro,solo che rivederlo dopo che non so neanche più cosa siamo,mi farà molto strano.
prendo la valigia e la scendo giù.
i miei genitori,i miei fratelli e le ragazze mi guardano male.
"papà,la partita con il monza, l'arbitro io" dico girando la faccia per non far vedere la mia tristezza.
"perfavore,non mi mettere in camera con gio,piango solo al pensiero" dico con la voce spezzata per poi uscire di casa,avvio la macchina per andare da nat.
busso alla sua porta,mi apre giack.
faccio un sorriso malizioso per poi tornare seria.
"dov'è nat?" chiedo.
lui mi dice che è in cucina,entro e corro ad abbracciarla per poi scoppiare a piangere.
"oh,amore...mi dispiace davvero tanto" dice lei stringendomi più forte.
"ca',ti devo dire una cosa" dice giack all'improvviso.
mi giro verso di lui.
"ieri,quando mi hai chiamato per sfogarti,ero a casa di gio e ha sentito tutto quello che hai detto.
e appena ho staccato ha detto
-oh amore mio,aspetta che ritornerò-
o una cosa del genere" dice lui con un filo di dispiacere.
io lo guardo,non ho la forza di dire niente.
"devo venire con voi in trasferta...la partita l'arbitro io" dico spiegando perché sto piangendo.
loro restano dispiaciuti da quello che dovrò affrontare.
"dai,vieni agli allenamenti" dice giack.
io rispondo che vado solo se viene pure nat, e così fu.

quando arriviamo agli allenamenti, mi guardano tutti,sicuramente sanno tutto.
li saluto facendo un finto sorriso per far sembrare che stia bene.
per fortuna papà li chiamò per venire ad allenarsi se no restavamo tutti in silenzio.
prima di andare in campo,mi si avvicinano mario e matteo per abbracciarmi.
"spero che fate pace,non riesco a vedere entrambi tristi" mi dice mario mentre mi abbraccia.
"si sapeva che prima o poi tutto ciò veniva a galla" mi sussurra all'orecchio matteo,io lo stringo ancora più forte e mi sento scendere qualche lacrima.
poi mi siedo vicino a nat e per cambiare discorso gli chiedo come mai giack era a casa sua.
"me lo sono ritrovato davanti con dei fiori e dei cioccolatini,poi il resto puoi immaginartelo" dice ed io la guardo con un sorrisetto.

GIO POV'S

non mi aspettavo venisse,pensavo stesse male da non riuscire ad uscire di casa ma invece no.
vedo che ci saluta con un sorriso finto,li riconosco subito i suoi,li fa poche volte perché vuole bene a tutti.
quando ci chiama il mister,solo il primo ad entrare in campo per incominciare ad allenarmi.
noto che mario e matteo si fermano ad abbracciarla,soprattutto matteo e a lei gli scende qualche lacrima per poi asciugarsele subito e inizia a parlare con natalia.
vedo che mentre parla con lei fa uno dei suoi bei sorrisi e a vederla sorrido anche io.
però non ho ancora capito perché è qui,lo sa che dopo gli allenamenti andiamo direttamente all'aeroporto?
c'è qualcosa sotto.
"giovanni,non ti distrarre." mi richiama il mister.

appena finiscono gli allenamenti,corro subito negli spogliatoi per non incrociare nessuno.
faccio presto la doccia ed esco fuori.
passò davanti a lei,ci guardiamo e mi perdo nei suoi occhi color mandorla.
lei continua a guardarmi ma io continuo a camminare,non posso farle notare che mi manca da morire.

appena finiscono tutti,giack e carlotta salutano nat per poi incamminarsi con noi verso il pullman.
oh,non mi dire che lei farà da arbitro...
mi avvicino a giack che stava parlando con carlotta.
"scusami,te lo rubo un secondo" dico e lei sembra rimanere scioccata del fatto che gli ho rivolto la parola.
me lo porto in disparte e gli chiedo perché carlotta è qui.
ed avevo ragione,lei farà l'arbitro.
non ero pronto a questa cosa,pensavo che senza di lei per un po' di giorni mi sarei schiarito le idee.
giack se ne va perché poi si siede con carlotta.
io mi metto vicino a matteo e mario anche se gli rivolgo poco la parola.
appena arriviamo in aeroporto, ci sediamo sulle sedie mentre aspettiamo l'aereo.
"carlotta,giovanni..potete venire un secondo?" ci chiama in disparte suo padre.
noi ci guardiamo mezzo secondo per poi alzarci contemporaneamente.
lei incrocia le braccia al petto.
"so che avete litigato..beh,c'ero anche io davanti.
comunque,ho cercato di mettervi in stanze separate ma l'hotel ha le stanze contate,quindi mi dispiace ma starete in stanza insieme" dice luciano per poi andarsene.
vorrei fare i salti di gioia ma non posso far notare niente.
"che dire,dobbiamo sempre e comunque rimanere in buoni rapporti anche se ci siamo lasciati" dice lei ed io resto pietrificato dalle sue parole.
lasciati? da quando ci siamo lasciati?
le se ne sta per andare ma io la fermo.
"ca', io non ho mai detto di lasciarci" le spiego io prendendola da un braccio.

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