capitolo dieci

209 6 0
                                    

è martedì.
ciò significa che oggi pomeriggio dovrò partire per andare a milano.
sono a casa mia perché ho dormito da gio domenica sera e quindi volevo un po' stare con la mia famiglia.
mi alzo dal letto verso le 9 e vado in cucina per fare colazione.
"giorno" dico.
"buongiorno tesoro" dice mia madre.
"alla buonora direi,sorellina" dice alice.
"ieri ho letto un libro quindi mi sono addormentata tardi" spiego il perché mi sono svegliata un'ora più tardi del solito.
faccio colazione e vado su a cambiarmi per andare a fare la mia corsa mattutina.
metto un top sportivo con un leggings corto.
"io vado a fare una corsa e non so se passo per il campo,vi faccio sapere se torno con papà. e mamma, perfavore mi metti la pasta dentro il contenitore che la mangio in aeroporto?." la supplico
lei annuisce e io la ringrazio per poi uscire di casa.
metto le mie cuffie e ascolto la mia playlist mentre mi faccio il mio solito giro.
all'improvviso mi chiama nat.
"amica mia non puoi capire con chi esco stasera" mi dice lei
"oddioooo,giack ti ha invitata ad uscire?" dico quasi urlando
"siiii" urla lei nel microfono del telefono.
parliamo un po' di cosa si dovrà mettere.
"comunque io volevo vederti perché oggi parti" mi dice un po' triste
"sei vestita?" le chiedo
ottengo una risposta positiva
"allora ci vediamo al campo così parli anche con il tuo innamorato" le dico con voce maliziosa.

verso le 11 mi ritrovo davanti al campo.
entro e mi siedo sulle panchine.
appena si gira mio padre gli viene un colpo.
"ah ciao carlotta" dice lui ancora spaventato
"ciao papà" gli dico io
poi arriva anche nat
"nessuno più?" chiede mio padre
"nono tranquillo" dico sarcastica.

finiscono gli allenamenti verso le 12 e io corro da gio e gli copro gli occhi da dietro.
"mhhh...non so minimamente chi sei..forse carol?" dice lui serio
io gli levi le mani davanti a gli occhi e rimango paralizzata
lui scoppia a ridere e si gira.
"ci hai creduto ehhh" dice lui ancora ridendo
"non è divertente" dico io incrociando le braccia al petto.
"daiii...stavo scherzando" dice prendendomi dai fianchi e baciandomi.
"comunque,io sono venuta qui per salutarvi che oggi parto.." dico e poi giro lo sguardo su giack
"e per picchiare giack che non mi avvisa di nulla e io sono rimasta scioccata da quando l'ho scoperto" dico fulminandolo
"non mi ammazzare te prego" dice lui
"si ma adesso ti fai la doccia VELOCISSIMO e mi racconti tutto" dico io facendo un sorriso da angelo
"carlotta,tu sei tutto tranne che un angelo" dice matteo.
"stai zitto un po' teo" gli dico.
mi guardano e dico "che cazzo mi guardate a fare? la doccia.. subito!" dico indicando gli spogliatoi.

matteo sbuffa ed entra,gio mi manda un bacio ed apre la porta mente giack fa l'occhiolino a nat che arrossisce imbarazzata
"ma ei,qui abbiamo una nat innamorata" dico guardandola maliziosamente
lei mi da un piccolo schiaffo sul braccio e scoppia a ridere.

dopo più o meno 15 minuti la maggior parte dei ragazzi finisce la doccia.
gio prende il borsone e lo appoggia sulla panchina.
si strizza i capelli ricci ancora bagnati mentre beve una bevanda energetica.
appena escono tutti inizio un discorso.
"ebbene,ragazzi. siamo arrivati al momento dei saluti"
"sembra che stai partendo per la guerra" dice giack interrompendomi.

"stavo dicendo..non ci vedremo per quasi tre giorni e mi mancherete tanto" dico facendo finta di asciugarmi le lacrime

"okey attrice di hollywood,adesso andiamo che tra due ore devi partire" dice mio padre mettendo fine al mio discorso.
saluto tutti,quelli più stretti con un bacio sulla guancia e mi avvicino a gio.
"già mi manchi" mi sussurra all'orecchio.
io lo bacio poi ci guardiamo,mi sto per staccare quando all'improvviso mi da un morso sul collo da farmi un succhiotto.
"così capiscono che sei occupata" dice lui con un sorriso soddisfatto.
io sorrido e mi stacco dalla sua presa.

mi avvicino a giack
"portala in un bel posto e trattala bene. chiamami se vuoi qualche consiglio, e anche per raccontarmi come glielo hai chiesto" gli dico mentre lo abbraccio.

Nello stesso stadio || Giovanni Di Lorenzo ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora