Prologo

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Antica Roma 98 d.C.

L'inverno era alle porte e l'oscurità della notte stava inghiottendo la luce del giorno, ero solo e dovevo al più presto trovare un luogo dove passare questa lunga e gelida notte romana. 

Cercai ospitalità in una locanda, ben illuminata e colma di gente. Grazie alla mia passione per lo studio durante gli anni del liceo, soprattutto per le lingue antiche,  riuscii ad instaurare una discussione con la gentile signora che gestiva questo posto, che si offrì di ospitarmi in una delle tante stanze che aveva a disposizione.

La mia debolezza era pari alla quantità di crampi che lambivano il mio stomaco dalla troppa fame, mi misi seduto ad un tavolo sperando di assaporare qualcosa di vagamente decente, ma essendo già tardi il meglio che avessero da offrirmi fu una zuppa di latte e del pane raffermo. Mentre mangiavo notai un gruppo di giovani studenti romani intenti ad ascoltare un signore dalla lunga barba bianca, che raccontava antichi miti greci e latini. Preso dallo sconforto e dalla solitudine mi avvicinai al gruppo, fui bene accetto.

L'anziano incuriosito dal mio strano abbigliamento, mi domandò da dove provenissi (non avevo certo abiti adatti al periodo storico, indossavo anche un grande cappuccio nero), non sapevo cosa rispondere, avevo paura di peggiorare la mia già precaria condizione di vita, illustrando a queste persone delle cose a loro ancora ignote che avrebbero potuto profondamente cambiare il corso degli eventi.

Ma ormai, quelle persone erano in trepidante attesa di una risposta, decisi allora di raccontargli la mia storia personale sotto un altro punto di vista, dicendo, "Ciò che sto per raccontarvi, narra le vicende di una dinastia ormai decaduta... una storia oscura, che attraversa i limiti del tempo in cui ci troviamo". Iniziai così a raccontare le vicende de 'I Senza Tempo'...

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