Marmi e lacrime di pioggia

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Londra, ufficio di Crowley - 15 ore e 32 minuti da quell'ultimo, disperatissimo, tentativo di tenere Aziraphale sulla Terra



Un'ultima goccia di pioggia, coraggiosa, solcò il vetro per raggiungere tutte le altre sul davanzale scuro della finestra.


Aveva piovuto per ore, incessantemente, quasi il cielo avesse deciso di rovesciare tutte le sue stille al suolo in un solo pomeriggio.

A Soho, Nina e Maggie - terminato il turno di lavoro - erano rimaste a guardare, le spalle a sfiorarsi, quell'incredibile quantità d'acqua riversarsi davanti ai loro occhi. Se mai possibile, sembrava che di fronte alla libreria del Signor Fell ne stesse cadendo una quantità ancora maggiore. Riuscivano a scorgere a malapena una figura appoggiata alla finestra più vicina alla porta d'ingresso che - se non fosse stato davvero strano da immaginare - sembrava quasi stesse schiacciando il naso contro il vetro come un bambino farebbe davanti a una vetrina di dolci.

«Si saranno parlati?» aveva quasi urlato Maggie, in modo da riuscire a sovrastare il frastuono della pioggia.

«Spero di sì!» Aveva sorriso l'altra. «Mai visto qualcuno incaponirsi tanto a negare l'evidenza!»

Durante tutto il tempo di quel temporale inarrestabile, una Bentley aveva girato quasi ogni strada della città, lentamente. Era passata più volte davanti al Ritz, rallentando ulteriormente in prossimità dell'ingresso. Qualcuno, vedendola comparire nuovamente dopo pochi minuti, si era chiesto se il suo proprietario stesse cercando posto o se, invece, stesse cercando qualcuno.

«L'ultima volta che ho fatto così - aveva detto un uomo sulla quarantina alla sua compagna, cingendole la vita con affetto - ero sotto casa tua, e non riuscivo a trovare il coraggio di fermarmi e suonare il campanello.»

Lei aveva sorriso, dandogli un piccolo bacio al lato della bocca.

«L'amore, eh?»

Fu avvistata anche, per un paio d'ore, girare senza meta apparente tra le vie di Soho. Le aveva percorse più e più volte tutte tranne una, quasi sapesse che proprio lì - più precisamente davanti a una specifica libreria - il maltempo sembrava aver assunto le dimensioni e l'intensità di un monsone.

A un certo punto aveva attraversato The Mall 1), accostando all'altezza della parte centrale del laghetto. Un ragazzo - passando di corsa con un quotidiano trovato chissà dove in bilico sulla testa in un maldestro tentativo di sfuggire alla furia del temporale - aveva gridato al conducente di alzare il finestrino lato passeggero se non voleva trovarsi l'abitacolo completamente allagato.

Lui non aveva dato segno di averlo sentito, le braccia abbandonate sul volante e la testa - leggermente reclinata su un lato - rivolta al lago. Dopo qualche minuto la Bentley si era rimessa in moto, allontanandosi a passo d'uomo.

Era ormai passata la mezzanotte quando si era arrestata nuovamente - questa volta in modo definitivo - borbottando col motore il proprio disappunto.

«Oh, per l'Amor del... Per tutti i diavoli!» aveva sibilato il demone al suo interno, Crowley, quando si era reso conto che la l'auto non aveva alcuna intenzione di farlo scendere.

«Piantala, MALEDIZIONE!» era esploso subito dopo, buttandosi con tutto il peso contro lo sportello che si era spalancato di colpo, facendolo sbilanciare verso l'esterno.

Per qualche secondo aveva sentito una rabbia accecante risalirgli la gola, inondando occhi e tempie. Dietro le lenti scure dei suoi occhiali, le iridi si erano accese come due tizzoni.

MEMORIES | Good OmensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora