Soho - Un anno e due mesi da quell'ultimo,
disperatissimo, tentativo di tenere Aziraphale sulla Terra
Se c'era qualcosa che Muriel aveva capito, in quei lunghi mesi sulla Terra, era che i libri non amavano essere venduti.
All'inizio si era domandata se non fosse un suo problema. I clienti entravano nella libreria, salutavano, toccavano i volumi, alle volte li sfogliavano minuti interi con attenzione. Poi però - era capitato centotrentuno volte su centotrentotto avventori (gli altri sette non avevano trovato nulla di loro gradimento), lo sapeva con precisione perché lo aveva trascritto ogni volta sul suo taccuino - quando apparivano sul punto di chiederle quanto costasse una data opera, una forza invisibile sembrava attraversarli. Restavano immobili per qualche secondo, come colti da un pensiero improvviso e poi, con movenze un po' impacciate, rimettevano al loro posto i libri che avevano tra le mani e uscivano senza nemmeno salutare.
Dopo che il novantaseiesimo potenziale acquirente le aveva nuovamente rivolto le spalle e aveva inforcato in silenzio la porta d'uscita era stata colta da quella improvvisa, maestosa, chiarificatrice epifania: i libri non amavano essere venduti.
Doveva essere necessariamente così. Erano... com'è che si definivano gli esseri umani? Ah, sì: amici. Erano tutti amici, in quella libreria, e nessuno avrebbe abbandonato il compagno di scaffale per seguire un perfetto estraneo in chissà quale luogo.
Annuendo con forza lo aveva appuntato in un foglio nuovo: "Penso che ai libri di Aziraphale piaccia stare qui."
Aveva smesso di correggere il nome dell'angelo cambiandolo in "il traditore" all'incirca dopo tre mesi dalla chiamata dello stesso in Paradiso: ogni persona del quartiere che si era affacciata nella libreria in cerca del Signor Fell si era mostrata profondamente dispiaciuta quando le era stato riferito che "fosse partito per un lungo viaggio in Europa" e - in più di un'occasione - aveva anche dedicato qualche minuto a raccontarle di quanto fosse gentile, stravagante (Muriel non aveva ancora scoperto cosa significasse, ma le sembrava un termine positivo), disponibile, un brava persona con la quale era bello scambiare due chiacchiere (purché non in francese, ci aveva tenuto a specificare la proprietaria del ristorante dall'altro lato della strada). Questo cozzava terribilmente con la descrizione che di lui le era stata fatta Lassù e, senza che nemmeno se ne rendesse pienamente conto, aveva cominciato a pensare ad Aziraphale come a una figura sorridente e rasserenante che si aggirava felice tra i suoi libri. Il "traditore", alla luce di tutto questo, le era apparsa una definizione terribilmente scortese e - poco a poco - aveva cessato di usarla.
Anche Crowley si era velocemente riappropriato di una sua identità all'interno degli appunti, smettendo di essere indicato come "il demone" e tornando a comparire col proprio nome (o, quanto meno, con quello che si era scelto dopo la Caduta. Muriel, infatti, che aveva accesso a tutti i registri angelici dalla Creazione al presente, era piuttosto certa che mai - in nessun momento - fosse esistito un angelo del Signore con quel nome).
Aveva iniziato a trascriverlo semplicemente come Crowley dopo aver trovato, in giro per la libreria, piccoli appunti su di lui lasciati da Aziraphale. Brevi promemoria, principalmente, nascosti tra le pagine dei libri pubblicati negli anni a cui quegli appunti facevano riferimento.
"Crowley mi ha invitato all'inaugurazione del Gran Teatro La Fenice", recitava una piccola pergamena trovata nel volume "Versi di Francesco Zacchiroli".1)
"L'incontro di oggi con Crowley non è stato affatto piacevole" raccontava un'altra, piegata al centro di un volume del 1862, in una grafia più tremolante del solito. "La sua richiesta è inaccettabile!"2)
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MEMORIES | Good Omens
Fanfiction[Spoiler!S2][Ipotetica S3] Aziraphale ha cambiato nome e ruolo, e questo gli è costato tutto: persino se stesso. Crowley è rimasto davvero solo per la prima volta in seimila anni e, forse, il destino dell'Universo che ha contribuito a generare e che...