Soho - 2019 - Qualche giorno dopo il mancato Armageddon
«Angelo!»
La porta della libreria si spalancò di colpo, andando a sbattere contro il muro con un cigolio di protesta.
Aziraphale - assorto nella lettura del quinto quotidiano del mattino ben rilassato sulla propria poltrona - sobbalzò spaventato, alzando uno sguardo atterrito verso la figura slanciata che, semi-nascosta da un voluminoso scatolone di cartone, era comparsa sulla soglia.
«C-Crowley?» riuscì a malapena a balbettare, socchiudendo gli occhi per riuscire a distinguerlo meglio nonostante il chiarore della strada alle sue spalle. «Sei tu?»
«E chi dovrebbe essere? Un oritteropo? 1)» commentò sarcastico l'altro, entrando con ampie falcate. «Certo che sono io!»
Lasciò cadere con pochi complimenti la scatola sulla scrivania dell'angelo, che aggrottò la fronte.
«Posso sapere cos-»
«Sh-sh-sh» lo zittì l'altro, portandosi l'indice della mano sinistra alle labbra. «Ho una cosa per te» cantilenò contento, togliendosi gli occhiali e appendendoli allo scollo della camicia nera che stava indossando.
Aziraphale schiuse le labbra per la sorpresa, richiudendo velocemente il giornale a appoggiandolo con delicatezza sul bracciolo della poltrona.
«Un regalo? Per me?» trillò con un sorriso.
«Tecnicamente non è un regalo, e tecnicamente non è per te» ribatté l'altro, allegro, dando un paio di colpi alla parte superiore dello scatolone.
Aziraphale parve deluso, ma si alzò comunque e si avvicinò alla scrivania.
«Posso?» domandò con tono pacato, indicando il contenitore.
Crowley - al quale non era sfuggito lo spegnersi veloce del sorriso dell'angelo e si stava interrogando sul perché fosse accaduto - non diede segno di averlo sentito.
«Posso?» chiese nuovamente Aziraphale, arrivando a pochi centimetri dal volto dell'altro.
Solo in quel momento, con gli occhi azzurri dell'angelo così vicini, Crowley sembrò tornare in sé.
«Uh, sì, certo!» tentennò appena, facendogli spazio. «Sono tutte tue.»
Aziraphale aggrottò la fronte, un sorriso confuso che si faceva largo agli angoli delle labbra. In seimila anni di saltuaria frequentazione, non di rado l'altro gli aveva fatto dei "regali". Potevano essere sotto forma di cibo come di vestiario, senza dimenticare i biglietti di svariati spettacoli teatrali prima e cinematografici poi. Non che lo cercasse volutamente per offrirglieli, è chiaro, ma - se per i casi della vita e dell'ineffabile piano divino - le loro strade si incrociavano in prossimità di una buona osteria o un teatro alla sua serata inaugurale, Crowley aveva l'abitudine di coinvolgerlo e di pagare per lui. Dopo un paio di secoli, era divenuta una muta ritualità alla quale nessuno dei due avrebbe mai rinunciato ma che, allo stesso tempo, mai avrebbe ammesso apprezzare.
Si voltò verso la scatola, sollevando con attenzione le due ali esterne. Poi si chinò in avanti, cercando di dare una piccola sbirciatina attraverso la stretta fessura creata da quelle interne, ancora ben accostate.
Crowley lo osservò sporgersi in avanti e muovere la testa in varie angolazioni per riuscire a vedere qualcosa del contenuto e, istintivamente, gli venne da sorridere.
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MEMORIES | Good Omens
Fanfiction[Spoiler!S2][Ipotetica S3] Aziraphale ha cambiato nome e ruolo, e questo gli è costato tutto: persino se stesso. Crowley è rimasto davvero solo per la prima volta in seimila anni e, forse, il destino dell'Universo che ha contribuito a generare e che...