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«Namjoon, è meglio che tu esca

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«Namjoon, è meglio che tu esca. Dopotutto è il tuo compito presentarmi.» il corvino gli sorrise divertito e finalmente venne lasciato solo, in modo che finisca di prepararsi, controllando i suoi capelli e il resto.

La tenda si aprì mostrando una persona incappucciata, probabilmente si era persa. Jimin non poté non spaventarsi, dopotutto aveva visto l'uomo entrare in grande velocità, che quasi non rompeva tutto, inciampò soltanto.

«Tutto bene, signore? Si sente bene?» gli chiese gentilmente il corvino, aspettandosi in qualche modo una risposta che non tardò ad arrivare. «No... cioè sì, sto bene, però non mi sono fatto nulla... scusami...» la sua tensione riuscì a toccare la pelle del gitano, che subito cercò di vedere il volto del povero ragazzo.

«No, per favore.» quest'ultimo cercò di non farsi guardare in volto, non voleva spaventarlo con il suo aspetto da mostro. Jimin, tutta via, voleva assicurarsi che stesse bene e non si fosse fatto nulla di male, ma non riuscì a controllare perché scappò il più velocemente possibile.

Le persone della festa avevano allestito un trono per il giudice Kim, come ogni anno. «Vedo che siete voluto bene.» esordì Jungkook per poter iniziare una conversazione con il giudice, che però lo corresse «Non mi vogliono bene, se lo facessero non mi rispetterebbero. Loro mi temono, soltanto così puoi guadagnarti il rispetto degli altri, capitano Jeon».

Il suo tono di saccenza riuscì a trapelare anche soltanto dal suo respiro e dall'atteggiamento di come si accomodò sul trono. «È una cosa vergognosa e alquanto noiosa, assistere a queste perdite di tempo.» cominciò a lamentarsi subito e non era nemmeno iniziato lo spettacolo.

La figura di Namjoon salì sul piccolo palco, attirando l'attenzione di tutti i presenti «Signore e signori, bambini e bambine, giudice.» si rivolse al giudice Kim, che emise un cenno col capo, poi continuò «Meglio se fate attenzione, perché i vostri occhi e i vostri cuori saranno rapiti dall'incredibile Jimin!» lo presentò, urlando a gran voce il nome del gitano che salì sul palco.

I suoi movimenti fluidi riuscivano a catturare l'attenzione di tutti quanti, il velo con il quale ballava sembrava donatogli dagli arcangeli, mentre il fuoco che emanava con i suoi passi sembrava essere donatogli dagli sgherri del demonio.

«Guardate che esibizione rivoltante.» Taehyung era completamente disgustato nel vedere le movenze di quel ragazzo gitano, specialmente esibirsi in suo onore.

«Capitano Jeon.» gli parlò il giudice che si sistemò sul suo trono dell'occasione. Il capitano della guardia reale si avvicinò alla figura elegante seduta e attese ordini.

«Non si faccia abbindolare dalle arti magiche di quell'essere.» lo avvisò dell'eventuale pericolosità del corpo di quel ragazzo che ballava, ipnotizzando chiunque stesse a guardare.

Jungkook si schiarì la gola e tranquillizzò il giudice. «Non si preoccupi giudice Kim. Starò attento.» il tono sussurrato arrivò in qualche modo al giudice seduto, mentre studiava ogni minima azione di quel gitano davanti a sé.

Jimin parve sentire che il giudice Kim stesse parlando di lui, così gli si avvicinò continuando a mostrare le sue movenze. Si sedette sulle sue ginocchia e gli mise il velo dietro il collo, tirandolo poi contro il suo volto come per baciarlo, ma una volta abbastanza vicini gli lasciò il velo e ritornò sul palco per terminare lo spettacolo.

Il profumo che il gitano emanava dalla sua pelle riuscì ad entrare nel cervello del giudice, che si tenne il velo e lo sistemò all'interno della sua tunica austera.

Il gitano terminò il suo ballo, aggiungendo un breve occhiolino nella direzione del giudice, come se volesse sfidarlo, come se volesse incoraggiarlo nel fare del suo meglio per potersi sbarazzare di lui.

A Tale of Love and Consequences || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora