26) io ti aspetterò

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Pov; Reiko

L'amore era ed è sempre stata uno delle emozioni più belle al mondo. Non si può vivere senza di esso. Non avrei mai potuto sapere come non mi sarei salvata senza Satoru, il mio amore.

Lo amavo davvero tanto, lui era davvero tutto per me. Avrei tanto desiderato stare al suo fianco molto più a lungo.

Pov: Hiroki

Spalancai i occhi perplesso, dalle parole del master. <<Come, signore?>> Dissi sconvolto. Lui mi fece un semplice sorriso rassicurante <<voglio che tu diventi il mio nuovo angelo. . .Emh>>

<<Hiroki, Hiroki Hiro>> dissi il mio nome inchinandomi davanti alla suo figura possente. <<Allora Hiroki Hiro, vieni che ti farò diventare un angelo.>>

Alzai il capo mantenendo gli occhi sbarrati su di lui. Io non volevo diventare un angelo. Non volevo poi dover dedicare la mia intera vita per il mio padrone. Io desideravo essere libero, libero come un pettirosso.

Notò il mio disappunto, allontanandosi leggermente da me <<parla con i tuoi genitori per salutarli un'ultima volta. Ti aspetto.>>

Se ne andò via, come polvere al vento. I miei fratelli mi guardavano preoccupati, soprattutto il più giovane. <<Ma tu puoi anche decidere di non andare, vero?>>

<<Ma che dici Haru, se il membro più forte della famiglia Kobajashi ritiene che un membro del suo clan sia all'altezza di diventare il proprio angelo lo dovrai diventare. Loro possono tutto>> Akio mi guardò riluttante.

Haru si avvicinò a me, dandomi un leggero pugnetto sulla schiena. <<Tu non vuoi diveltarlo, vero?>> Si sentiva la sua voce rotta. Tremava dalla testa ai piedi. Stava per piangere. Io mi girai sorridendo a tutti e due <<che onore, non credete?>>

Tre ore dopo:

La mamma stava piangendo fuori nel giardino, mentre mio padre era silenzioso anche se lui si riteneva molto contento della proposta. Emilia era di fianco a me, stringendomi la mano dolcemente. I miei fratelli litigarono tutto il giorno, non si sentiva altro che le loro urla.

Non potevo proprio definirlo un onore abbandonare la mia famiglia, lasciando che loro si dimenticassero di me. Non mi sarebbe stato permesso uscire o di parlare con altri angeli. Emilia appoggiò delicatamente la sua testa nella mia spalla, bagnandola di lacrime salate. <<Tu ci vuoi andare?>> Chiese a bassa voce.

Scossi il capo <<no, non voglio>>

<<Allora ribellati>> disse ridacchiando.

<<Lo sai che non posso>> risi anche io, solo per non cadere nella disperazione. Il nostro angelo custode era davanti a me, con il mio aspetto. Mi guardava riluttante, con gli occhi che minacciavano di scappare in ogni direzione, pur di non guardarmi. Il titolo del più forte sarebbe ricaduto su Akio e avrebbe dovuto cambiare di nuovo aspetto.

Emilia mi diede un bacio nella guancia, sorridendomi poco dopo. Un sorrise davvero molto triste, non come quelli quotidiani; Pieni d'amore e gioia.

<<Devi andare a casa>> dissi distogliendo lo sguardo dal suo. Lei annui alzandosi poco dopo <<arrivederci>> disse inchinandosi davanti a mio padre. Lui gli sorride salutandola con un gesto della mano.

Io l'accompagnai a casa sua , rimanendo per la maggior parte in silenzio. Ma poi io decisi di parlare <<verrai a vedere come divento un angelo?>> Domandai ridacchiando. <<Si, verrò>> disse solo, rimanendo in silenzio. Poi si fermò, arrestando anche me.

Mi guardò seria. <<Non ti può andare bene questa decisione>> sospirai

<<non posso farci niente, non sono io a decidere>>

<<Perché no? Perché voi uomini vi rassegate per così poco. Non puoi dirgli che non vuoi e basta?>>

Scossi il capo <<sono i creatori del nostro clan.>>

Ci fu un silenzio pesante nell'aria, rendendo la situazione più dura di quello che era già. Lei comincio a piangere, tremando e singhiozzando. Mi avvicinai ad asciugarle le lacrime, ma si rifiutò <<non puoi farlo>> scatto <<se diventerai un angelo ci dimenticheremo di te!>>

Si copri la faccia con le mani <<è quello che vuoi?>>

Non dissi nulla. Non potevo. Sapeva perfettamente che io non volevo che si dimenticassero di me. E che io ero costretto a ricordarmi di loro, e soffrire in silenzio fino alla fine dei miei giorni. Ma cosa potevo fare?

<<Emilia, io continuerò ad amarti e onorarti fino alla fine dei miei gironi, anche se per te non sarà così. Io non potrei mai dimenticarmi della donna che mi ha donato l'amore. Sono felice che nelle sfortuna ho avuto fortuna>> sorrisi pieno di lacrime negli occhi, che non feci scendere.

Lei mi guardò scoraggiata, ma poi disse <<io ti aspetterò.>>

Dissi no con la testa continuando a sorridere. <<Io continuerò ad aspettarti davanti a casa tua. E continuerò ad amarti anche se impossibile.>>

<<Ti dimenticherai di me.>> Continuai a sorridere.

<<No, no Hiroki. Io e te abbiamo fatto una promessa, cioè che mi avresti sposata, ad ogni costo, Giusto?>> Mi scese una lacrima nella guancia. Non potevo continuare a reprimerle a lungo. Ma oltre tutto sorridevo ancora, anche se le labbra mi tremavano.

<<Ti appetterò anche all'inferno se dovrebbe esserci bisogno. Tutto a finche io ti rivedi. Perché io ti amo, ti amo con tutta me stessa.>>

Mi diede un bacio a stampo nelle mie labbra umide dalle lacrime. Poi se ne andò via. Corsi a casa in preda al panico. Tra meno di un'ora sarei dovuto andare nella mia nuova casa. Ma non volevo. Non volevo andarmene. Entrai a casa. Tutti erano in soggiorno, stesi. Appena entrai con un botto improvviso, si spaventarono. Ma appena mi videro corsero ad abbracciarmi stretto <<sei un bravo figlio, sei un bravo figlio>> si ripeté il padre, stringendolo stretto a se.

Dopo rimase solo con il suo angelo custode, perché aveva chiesto di parlare solo con lui.

<<Mi racconti la tua storia?>> Gli chiesi notando il suo stupore.

La cerimonia si apri con il capo del nostro clan e tutti il membri della famiglia. Tutti riuniti per vedere il nuovo angelo. Eravamo circondati dalla natura, dal verde accecante. Mi inchinai nelle ginocchia, davanti al master Takashi. I miei genitori erano seduti in prima fila, con anche Emilia. Con anche i membri del clan. Mi coprirono la faccia con un telo rosso. A finche non vedessero il mio volto. Takashi impugno la sua katana. Portandola la punta affilata alla mia testa. <<Io Takashi Kobaiashi, sono colui onorato a rendere questa vita giovane un angelo immortale. E adesso vedrette come cambierà aspetto e forza. Ba. . .>> Si bloccò.

Sentivo del vociferare nella folla perplessa. <<E decreto che la tecnica del scambiamento delle anime, venga abolita immediatamente. Basbo>> Poi senti la mia vita scivolarmi via.

Il clan delle anime catturate// Gojo × ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora