Il Presidente Jonathan Davis

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Quando arrivai alla reception mi resi subito conto che non era una giornata come le altre, tutti erano particolarmente seri, tesi e professionali quando intercettai lo sguardo di Alissa, mentre entravo nel corridoio della reception, mi stava fissando con quegli occhioni grandi sbarrati, facendomi cenno con la testa verso l'ufficio del Presidente e impallidii

< è già arrivato? > chiesi sottovoce

< Ma sono solo le otto...che diamine!!>, lei alzò gli occhi al cielo e mi fece una smorfia con la bocca, non pensava nemmeno lei di vederlo già in ufficio così presto.

Mi affrettai verso il mio ufficio, cercando di non farmi notare da nessun'altro, quando si aprì l'unica porta che speravo restasse chiusa, quella del Presidente, da cui uscì Giorgi

<Elisa sei arrivata!? > mi disse squadrandomi da capo a piedi, non lo sopportavo quando faceva così

< il Sig. Davis vorrebbe conoscerti, accomodati prego> mi invitò ad entrare nella stanza, dovetti far appello a tutto il mio karma perché non notasse la mia tensione.
Passando vicino a Giorgi, che non mi lasciò molto spazio di passaggio sulla soglia della porta, entrai nell'ufficio e la prima cosa che notai fu
l'eleganza degli arredi: un divano capitonné nero con davanti un tavolino da fumo in cristallo e in un angolo delle poltrone in pelle bianca, non ci ero mai entrata in quella stanza prima di allora, ma era come la immaginavo "elegante ".

Seguii lo sguardo di Giorgi verso una grande scrivania in legno posizionata sulla parete interna della stanza rivolta verso le grandi finestre che davano sull'Arno, e fu in quell'esatto momento che il mio cuore saltò almeno tre battiti.

La parola Presidente mi aveva sempre fatto pensare ad un uomo sulla cinquantina con portamento austero, anche perché non avevo studiato la storia della famiglia Davis e non conoscevo alcun membro di essa, invece

mi ritrovai davanti ad un "Dio Greco Romano"

che probabilmente non arrivava a trenta anni, indossava un completo grigio scuro, con una camicia bianca ed una bellissima cravatta Jacquard ben annodata , capelli castani corti e leggermente scompigliati, tanto quanto consentito della moda del momento, occhi verdi, alto e un fisico estremamente atletico e ben curato.

Distraendomi da lui, mi accorsi di essere osservata da Giorgi che, probabilmente non capiva come mai ancora non mi fossi presentata, in effetti ero rimasta paralizzata da quella bellezza.

Tentai di ritornare alla realtà schiarendomi la voce

< piacere di fare la sua conoscenza Presidente Davis, sono Elisa Sabatini , la sua assistente, sarà un onore lavorare al suo fianco > tutto ciò che riuscii a dire, lui avanzò verso di me con portamento autorevole ed elegante, mi strinse con decisione la mano che gli avevo porto

< Sig.na Sabatini ho sentito molto parlare di lei da Lorenzo Giorgi, sarà all'altezza delle mie aspettative?> mi chiese con un leggero sorriso sulle labbra

<ovviamente potrò constatarlo personalmente durante la mia permanenza > chiuse la frase con un cenno del capo e sempre con quel sorrisetto, che mi fece vacillare le
gambe , e soprattutto in un italiano perfetto

< può chiamarmi Elisa se preferisce Sig. Presidente, sarà mia priorità darle tutto il supporto di cui necessita durante la sua permanenza > sentivo il bisogno di uscire da quella stanza per riprendere fiato , così decisi di tagliare corto

< le vado subito a preparare il caffè > lui mi guardò con un'espressione dolce e mi disse senza togliermi gli occhi di dosso nemmeno un istante

< io ti chiamerò Elisa ma tu mi chiamerai Jonathan > il tutto sotto lo sguardo interrogato di Giorgi che non capiva cosa stesse succedendo, ma francamente nemmeno io! non esitai a rispondergli

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