La Passione di un Amore

Giorni di Brutti ricordi

Restai sola in quel gigantesco appartamento cercando di capire cosa fosse successo poco prima. Era difficile non pensare che avrei potuto innamorami davvero di lui, l'ultima volta che avevo creduto di aver trovato "l'amore" mi fu spezzato il cuore in due parti. 

Luca fu il mio primo vero amore per quattro anni, o almeno al tempo credevo lo fosse, tra passione, e "non ti lascerò mai" che svanirono con la prima collega tutta tette e poco cervello che aveva conosciuto presso il suo incarico in una società di Empoli, ci lasciammo una sera di maggio tornando da una cena tra amici a Siena, una simpatica rimpatriata di ex Universitari finita con il mio cuore in frantumi dopo la sua confessione del tradimento, una delle poche cose che non riuscirò mai a perdonare nella mia vita, IL TRADIMENTO!

"Elisa il vero amore non esiste" me lo ripetevo tutti i giorni da allora, e non sarebbe stato certo Jonathan Davis a farmi cambiare idea, mi ripromisi.

Cercai di ambientarmi in quello spazio nuovo che avevo a disposizione, e mi dedicai alla conoscenza della nuova casa... "CASA" non ci credevo nemmeno io, avevo una vera casa, anche se in effetti non era mia davvero.

Andai a frugare nel frigo cercando qualcosa da cucinarmi ed optai per un piatto di spaghetti alla pommarola. Prima di cenare però me ne andai in bagno a fare una doccia, ne avevo proprio bisogno, in quel momento mi resi conto anche, che avevo bisogno di Elena, lei avrebbe saputo come dissolvere i miei brutti pensieri! 

Appena finii di mangiare misi a posto la cucina e decisi di chiamarla, mi sedetti sul divano con le finestre aperte, permettendo alla brezza di fine settembre di entrare nell'appartamento e accarezzarmi.

Mentre cercavo il numero nella rubrica del telefono mi arrivò un WhatsApp da un numero estero che non conoscevo:

"Sig.na Sabatini sono Nora Davis, ho avuto il suo numero da Annie Wilson la segretaria di mio figlio a Manhattan. Non riesco a parlare con Jonathan, questi sono giorni di brutti ricordi per lui e vorrei sapere come sta, non volevo che partisse per l'Italia proprio in questo periodo, ma non ha voluto seguire il mio consiglio, per questo ho mandato da lui il Sig. Jones, la prego se ha modo di vederlo di farmi avere notizie e dirgli di chiamarmi. 

Grazie infinite
Nora Davis"

Lo rilessi un'altra volta cercando la riprova di non aver frainteso ciò che la Sig.ra Davis mi stava chiedendo, ma avevo capito benissimo. "giorni di brutti ricordi" quella frase mi stava facendo male dentro, sempre lì allo stomaco, quel fastidio continuo che aumentava di intensità ogni giorno di più, fino a che non mi ritrovai difronte alla porta dell'attico di Jonathan a bussare insistentemente senza nemmeno ricordarmi come ci fossi arrivata.

Sentivo una melodia di pianoforte provenire dall'appartamento, ma il volume era troppo alto perché lui potesse sentirmi bussare, rimasi ad ascoltare quella stupenda musica e riconobbi il brano "River Flows in You di Yiruma" qualcosa non andava me lo sentivo dentro, non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. 

Tornai a corsa nel mio appartamento e chiamai con il telefono la portineria, mi rispose dopo pochi squilli il Sig. Luciano e spiegandogli velocemente la situazione, salì all'attico con il passe-partout, aperta la porta il sig. Luciano se ne andò e io entrai. 

In uno stato di ansia misto a paura per quello che avrei potuto trovare o vedere, iniziai a cercarlo, sentivo solo quella melodia, ma non vedevo Jonathan, nessuna luce accesa, solo la luna che filtrava dalle grandi finestre riusciva ad illuminare un po' la stanza, abbassai lo sguardo ai piedi del divano e seduto per terra con una gamba distesa ed una piegata al petto, un braccio appoggiato sul ginocchio ed in mano un bicchiere di Scotch o whisky, c'era lui, fissava i finestroni aperti in un'atmosfera di penombra, mi venne una fitta al cuore, vederlo in quello stato e non saperne il motivo, mi faceva stare male, ma più lo guardavo in quella penombra più mi rendevo conto di quanto fosse bello e quanto quel dolore allo stomaco aumentasse.